simposio lettori copertina

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venerdì 31 agosto 2018

RECENSIONE: CAROLLY ERICKSON - IL DIARIO SEGRETO DI MARIA ANTONIETTA


Sinossi:
Parigi, ottobre 1793: Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI e regina di Francia, è stata condannata a morte dal Tribunale rivoluzionario e attende di essere giustiziata. Unica consolazione di questi giorni di angoscia e solitudine è la possibilità di scrivere e annotare pensieri ed eventi in un quaderno, come ha fatto da quando aveva tredici anni. Prima di essere condotta al patibolo, lascia nella sua cella il diario in cui ha raccolto gli episodi salienti e i piccoli fatti quotidiani della sua vita. Attraverso la forma del diario Carolly Erickson ricostruisce l'avventura umana e sentimentale di Maria Antonietta, penetrando nella sua psicologia e cogliendone gli aspetti più intriganti e meno noti e descrive eventi e personaggi che giocarono un ruolo significativo non solo nella sua vita privata ma anche nelle vicende di quei decenni cruciali. Ecco allora la lunga storia d'amore con il diplomatico svedese Axel Fersen, che mette a repentaglio la propria incolumità nel vano tentativo di salvarla; la triste vicenda del primo figlio maschio, Luigi Giuseppe, affetto da una malformazione alla schiena e destinato ad una morte precoce; la terribile notte in cui la folla parigina irrompe nel palazzo reale con l'intenzione di uccidere lei e la sua famiglia; il drammatico tentativo di fuga; la cattura e la prigionia; lo strazio della morte del marito, ucciso dalla ghigliottina, e la separazione dal secondo figlio ed erede al trono, Luigi Carlo, strappatole dalle braccia dai rivoluzionari.

Commento:
Come precisa la stessa autrice, questo è un romanzo storico, non una ricostruzione storica né una biografia (che peraltro la Erickson ha scritto); non ha quindi il dovere di attenersi al rigore e alla veridicità dei fatti, ma può trarne felicemente ispirazione. Seguendo questo punto di vista, "Il diario segreto di Maria Antonietta" è un'ottimo romanzo, piacevole da leggere ed interessante per fare una prima conoscenza con uno dei personaggi più controversi della storia moderna. E in queste pagine la sfaccettata umanità di Maria Antonietta c'è tutta: il ritratto che emerge è quello di una donna inizialmente troppo giovane e impreparata per fare la regina, ma con l'aumentare delle pressioni, sempre più cosciente del suo ruolo, tanto più che l'inettitudine del marito l'ha costretta a prendere le redini di una nazione allo sbando e di una situazione complicatissima.
Al di là del ruolo istituzionale, incontriamo una donna passionale – lo conferma l'infatuazione per la guardia Erich e l'amore profondo ed intenso per il conte Axel Fersen – e materna, come testimonia la crescente apprensione per i figli e per la loro salute cagionevole. Una donna certamente coraggiosa, orgogliosa, capace di far fronte ad offese ed umiliazioni con fascino regale; una donna sempre fedele a se stessa ed alla sua posizione sociale. Al di là delle imprecisioni storiche (volute, data la competenza dell'autrice) e delle invenzioni a fini narrativi, questo è un buon romanzo che unisce amore e storia. Come già accennato, per chi volesse approfondire la figura di Maria Antonietta da un punto di vista più rigoroso, l'autrice ha scritto anche una biografia dal titolo eloquente di "Maria Antonietta".

Opera recensita: "Il diario segreto di Maria Antonietta" di Carolly Erickson
Editore: Mondadori, 2008
Genere: romanzo storico
Ambientazione: Austria-Francia-Svezia
Pagine: 338
Prezzo: 11,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.


giovedì 30 agosto 2018

RECENSIONE: VIRGINIA WOOLF - UNA STANZA TUTTA PER Sé


Sinossi:
Scritto tra il 1928 e il 1929 in seguito a una serie di conferenze sul tema "donne e romanzo", questo testo costituisce uno dei più eloquenti trattati femministi del Novecento: partendo da un tema apparentemente secondario e cioè che una donna, per scrivere, debba avere del denaro e "una stanza tutta per sé", Virginia Woolf porta alla luce le restrizioni imposte nel corso dei secoli alla creatività femminile dalla società, dalle leggi e dalle convenzioni. Attraverso riflessioni arricchite da sentimenti e storie personali, la Woolf dà vita a una forma ibrida tra saggio e racconto che come descritto nella chiara introduzione di Egle Costantino - le permette di universalizzare le esperienze narrate in un testo lucido e stimolante, divenuto un punto di riferimento imprescindibile per approfondire e comprendere la questione femminile.

Commento:
Metà saggio, metà racconto, "Una stanza tutta per sé" è una controversa presa di posizione sulla condizione femminile, scritta in un periodo (fine anni 20) in cui l'argomento era molto spinoso e dibattuto.
Virginia Woolf prende le mosse dal tema – scarno e lapidario, perciò infido – che le è stato affidato nelle conferenze a cui deve relazionare: "Le donne e il romanzo". Dopo una profonda riflessione, Virginia è giunta alla conclusione che una donna, per scrivere romanzi, deve avere denaro e una stanza tutta per sé. Piuttosto che fornire al lettore quest'assunto come se fosse una verità, l'autrice preferisce rifare con lui il percorso che l'ha condotta a questa conclusione e per farlo deve spogliarsi della sua personalità ed identità e rendersi anonima: non è Virginia che parla, ma una qualsiasi donna, una donna che, per esempio, si trovi a camminare nei pressi di una nota università. Tutto in questo libro è una metafora: l'università è l'origine dell'esclusione della donna dalla letteratura e quindi, in un certo senso, anche dalla società. La protagonista del libro non può visitare l'università se non è accompagnata da un uomo; è ridotta al silenzio perché la società in cui vive è patriarcale, maschilista e questo silenzio carico di rabbia passa anche dal linguaggio.
Questi, in estrema sintesi, sono alcuni dei concerti d'avanguardia che Virginia Woolf espone ed analizza in quest'opera. Una lettura estremamente interessante e a suo modo attuale, sebbene non sempre agevole.

Opera recensita: "Una stanza tutta per sé" di Virginia Woolf
Editore: Vari, prima ed. originale 1929
Genere: saggio/racconto
Ambientazione: Inghilterra (ma non è rilevante)
Pagine: 224 (ed. Bur 2013)
Prezzo: 10,00 € (ed. Bur 2013)
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.


mercoledì 29 agosto 2018

RECENSIONE: CHIARA FRANCINI - NON PARLARE CON LA BOCCA PIENA


Sinossi:
Una storia di lacrime e risate, dentisti e caramelle, nonne, zie e amiche tatuate, cuori e nostalgia.
"Al terzo giro dell'isolato Chiara si rende conto di aver scelto probabilmente il momento peggiore, con la luce più bella di Roma, per lasciare. Del resto non esiste un'ora perfetta per la fuga perfetta. Da bambina le bastava il tempo di una mela - i bocconi piccoli - per raggiungere la sua cameretta partendo da scuola. Quanto sarebbe stato più facile adesso arrivare in quella casa a piedi, a undici anni, con le bucce verdi ancora tra i denti..."

Bello sapere che si può tornare. Che a ogni passo falso, nella vita, i genitori sono pronti a riabbracciarti con un calore che gli anni non hanno mai attutito né tanto meno spento. Per Chiara, questo calore profuma di caffè e canta sulle note della Vedova allegra. Perché i suoi genitori sono così, loro che l’hanno tirata su in amorosa allegria, le hanno costruito attorno un mondo da fiaba e hanno trattato la vita come una partita a tombola a Natale: leggera. Chiara ha appena lasciato Federico, il loro nido e i gatti. Il suo essere una donna fallica le ha impedito di portare avanti pure questa storia. E sì che stavolta si era impegnata. Ora il dolore le morde il cuore. Anche le donne come lei soffrono. Ma niente, non ce la fa, ed eccola a suonare il citofono a papà, a trascinarsi su per le scale i due trolley, ad addolcire la vita masticando Galatine per consolarsi un po’. Come le hanno insegnato fin da piccola. Meno male che, a casa dei suoi, Chiara ritrova tutto com’era, la cameretta rosa da principessa, l’albero di Natale acceso a ogni stagione, le riviste anni Novanta, gli amici di famiglia chiassosi e colorati. E naturalmente la matura armonia d’amore fra i suoi genitori. Un amore che ha superato tante prove, un amore coraggioso e per nulla convenzionale, un amore disinteressato e forte che ha sconfitto i pregiudizi, spesso con il fendente di una risata. Ma anche un amore buffo e capace di curare le ferite della vita (pure quelle che non si rimarginano perfettamente e lasciano la cicatrice). Una vera scuola d’amore, da cui Chiara avrà ancora molto da imparare.

Commento:
Chiara ha trentacinque anni, fa la dentista, è "nata per merito dell'amore libero" ed ha due padri, Giancarlo e Angelo, che non potrebbero essere più diversi, ma che sono ugualmente speciali. Chiara ha anche un gruppo di amici bislacchi e un ragazzo, un bellissimo, dolcissimo e buffissimo principe azzurro biondo che però lei ha appena lasciato perché non le dà la passione, il brivido, il rosso di cui ora ha bisogno. Quando arriva coi due trolley e una montagna di dubbi a casa dei suoi è un sollievo essere accolta con una tazza di caffè, una citazione di Shakespeare e potersi tuffare sul divano ingurgitando galatine per addolcire il dolore. E i dubbi, Chiara, dovrà chiarirseli tra un Falafel e uno sbaglio, una puntata da Nino e un fraintendimento, e dovrà fare i conti con le paure improvvise e soverchianti a cui la vita non ci prepara, perché non si è mai preparati a perdere chi amiamo.
Un libro originalissimo, scritto con uno stile assolutamente particolare al quale, per la verità, ho fatto fatica ad abituarmi. E' soprattutto questo che mi fa essere titubante nel consigliarlo perché, se dovessi basarmi solo sulla trama, lo consiglierei ad occhi chiusi. Tuttavia… perché non provarci? Magari voi questa prosa così barocca non la troverete un ostacolo che – intendiamoci – non sarebbe poi così insormontabile!


Opera recensita: "Non parlare con la bocca piena" di Chiara Francini
Editore: "Rizzoli, 2017
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: Roma
Pagine: 288
Prezzo: 18,00 €
Consigliato: sì/no
Voto personale: 6


martedì 28 agosto 2018

RECENSIONE: JEFFERY DEAVER - LA STANZA DELLA MORTE


Sinossi:
Lincoln Rhyme torna in scena, sulla scena del crimine, naturalmente: che questa volta si trova alle Bahamas ed è la stanza d'albergo in cui un cecchino ha ucciso Robert Moreno, cittadino americano, noto attivista a favore dei diritti dei popoli del Sud America. L'omicidio è stato commissionato dal governo degli Stati Uniti per sventare i piani terroristici dell'uomo, ma i primi accertamenti rivelano che Moreno stava preparando una manifestazione pacifica e non un attentato. Per Nance Laurel, rigida viceprocuratore distrettuale animata da una totale, quasi fanatica dedizione al suo mestiere, l'organizzazione che ha eliminato Moreno e altri due innocenti deve essere inchiodata alle sue responsabilità. Rhyme e la sua partner Amelia Sachs indagano seguendo la scienza e l'intuito, com'è loro abitudine. Ma ai Caraibi le tracce lasciate dal cecchino svaniscono appena prima che Rhyme le riesca ad analizzare, e la polizia locale non sembra ansiosa di collaborare. Rimasta a New York, Amelia Sachs segue una pista parallela ripercorrendo gli ultimi giorni di Moreno da vivo: e le sue intuizioni si rivelano così esatte da farle correre pericoli sempre più alti. Nelle pieghe del caso si annida anche un killer con la passione per l'alta cucina, che sa usare da virtuoso i suoi sofisticati coltelli; e intanto nella Stanza della Morte vengono prese decisioni che ancora una volta rischiano di confondere colpevoli e innocenti.

Commento
Beh, cosa dire…? Strana, stranissima indagine quella che troviamo nel decimo caso di Lincoln Rhyme e Amelia Sachs. Strana perché, per un bel pezzo, non ci sono prove fisiche, non c'è griglia da analizzare e soprattutto i piani d'azione da monitorare sono almeno tre: quello delle indagini, quello dell'assassino e quello del suo mandante… e non è detto che nel corso della storia non ne spuntino altri!
Dopo un inizio un po' barcollante che farebbe presagire un clamoroso flop, il nostro Jeffery risolleva la storia portandola su binari più consueti e a lui congeniali e regalandoci un'altra superba indagine. La tensione cresce con lo scorrere delle pagine, anche se non raggiunge mai picchi vertiginosi che abbiamo visto in altri libri; il tutto, in definitiva, sembra (e nonostante tutte le spiegazioni di Rhyme, rimane fino alla fine) un po' troppo "fumoso": sarà l'argomento ostico, saranno i servizi segreti con i loro obiettivi e le loro dinamiche contorte, ma non arriviamo mai, in questa storia, a diradare definitivamente il fumo.
Comunque si tratta di un buon libro, di un'indagine ben scritta e ben pianificata, nonostante qualche tentennamento iniziale. Consigliato, ovviamente, come tutti i libri di Rhyme e, in generale, di Deaver!

Opera recensita: "La stanza della morte" di Jeffery Deaver
Editore: Rizzoli, 2013
Genere: Thriller
Ambientazione: New York-Bahamas
Pagine: 591
Prezzo: 14,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.


RECENSIONE: KATRYN STOCKETT - THE HELP


Sinossi:
È l'estate del 1962 quando Eugenia "Skeeter" Phelan torna a vivere in famiglia a Jackson, in Mississippi, dopo aver frequentato l'università lontano da casa. Skeeter è molto diversa dalle sue amiche di un tempo, già sposate e perfettamente inserite in un modello di vita borghese, e sogna in segreto di diventare scrittrice. Aibileen è una domestica di colore. Saggia e materna, ha allevato amorevolmente uno dopo l'altro diciassette bambini bianchi, facendo le veci delle loro madri spesso assenti. Ma il destino è stato crudele con lei, portandole via il suo unico figlio. Minny è la sua migliore amica. Bassa, grassa, con un marito violento e una piccola tribù di figli, è con ogni probabilità la donna più sfacciata e insolente di tutto il Mississippi. Cuoca straordinaria, non sa però tenere a freno la lingua e viene licenziata di continuo. Sono gli anni in cui Bob Dylan inizia a testimoniare con le sue canzoni la protesta nascente, e il colore della pelle è ancora un ostacolo insormontabile. Nonostante ciò, Skeeter, Aibileen e Minny si ritrovano a lavorare segretamente a un progetto comune che le esporrà a gravi rischi. Il profondo Sud degli Stati Uniti fa da cornice a questa opera prima che ruota intorno ai sentimenti, all'amicizia e alla forza che può scaturire dal sostegno reciproco. Kathryn Stockett racconta personaggi a tutto tondo che fanno ridere, pensare e commuovere con la loro intelligenza, il loro coraggio e la loro capacità di uscire dagli schemi alla ricerca di un mondo migliore.

Commento:
Anni fa mi capitò di vedere, per puro caso, un film che da allora è diventato uno dei miei preferiti. Si intitolava "The help" e raccontava l'odio raziale e le differenze tra bianchi e neri nell'America degli anni 60 in un modo così delizioso da rimanerne incantati. Quel film era stato tratto da questo libro: "The help" di Katryn Stockett è la versione dilatata ed estesa di quella storia e leggendolo ho ritrovato la stessa emozione e lo stesso ardore del film. Allo stesso modo, però, ho provato una frustrazione e un'amarezza ancor più grandi rileggendo delle umiliazioni e delle sofferenze che tante persone hanno dovuto subire solo perché, come dice Aibileen, Dio le ha fatte nere. Nel racconto di Katryn Stockett, con delicatezza ma anche con fermezza, vengono messe a nudo le differenze di pensiero, non solo di trattamento, tra due classi o, per meglio dire, tra due mondi. Appare così ancora più chiara la disparità: mentre le donne bianche tollerano l'esistenza di quelle nere perché, semplicemente, sono state abituate ai loro servigi e non saprebbero come farne a meno, le domestiche nere osservano e giudicano le loro datrici di lavoro, ma sono sempre pronte a donar loro un affetto immenso, come dimostra la cura che hanno per i bambini delle famiglie in cui sono a servizio che vengono annoverati nel conto dei loro figli. Una storia di donne, questa, di affetto ricambiato con pregiudizio, di amore ricambiato con crudeltà, di voglia, nonostante tutto, di rialzarsi.
Figura particolarissima e tutta da scoprire è poi Skeeter, bianca ma totalmente diversa da quelle che credeva essere le sue amiche e a suo modo vittima del loro pregiudizio settario. Lettura che consiglio caldamente, specie se non avete visto il film: io credo che se non l'avessi visto e fossi stata digiuna della storia avrei apprezzato il libro ancor di più.

Opera recensita: "The help" di Katryn Stockett
Editore: Mondadori, prima ed. 2009
Genere: narrativa americana
Ambientazione: Stati Uniti, anni 60
Pagine: 524
Prezzo: 18,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.


domenica 26 agosto 2018

RECENSIONE: MARC LEVY - LA CHIMICA SEGRETA DEGLI INCONTRI


Sinossi:
Inghilterra anni Cinquanta. Alice ha trent'anni, amici e sogni in abbondanza e un angolo di cielo tutto per sé: quello che la sveglia ogni mattina inondando di luce il lucernario del suo appartamento londinese. Il suo lavoro è creare profumi, audaci miscele di essenze, ricordi, suggestioni in grado di evocare sensazioni uniche in chi le indossa. È un gelido pomeriggio d'inverno quando, al luna park di Brighton, resta turbata dalle parole di una vecchia zingara. L'uomo della sua vita, le rivela la donna, ha appena sfiorato il suo cammino. Per ritrovarlo, Alice dovrà intraprendere un lungo viaggio, incontrare sei persone ancora sconosciute, e apprendere chi è davvero. Solo così potrà conoscere l'amore, quello che dura per sempre, e scoprire il senso di un passato che non aveva mai immaginato di avere. Alice non è tipo da credere alle favole, tantomeno alle chiacchiere di una finta veggente. Eppure si sorprende pronta a partire, insieme al burbero vicino di casa signor Daldry, alla volta di Istanbul, la città dove Oriente e Occidente si confondono e dove le due vite di Alice forse potranno finalmente incontrarsi.

Commento:
Quando ho cominciato questa lettura, sinceramente, non sapevo bene cosa aspettarmi quindi sono stata cauta con le aspettative. Ora, a fine lettura, posso dirmi più che soddisfatta: ho trovato una bella storia d'amore, non particolarmente sdolcinata o mielosa, ma piuttosto sobria ed equilibrata, impreziosita da due ambientazioni che mi sono care: Londra ed Istanbul, due città che vorrei tanto conoscere dal vivo.
Protagonisti sono Alice, una giovane donna apparentemente sicura di sé, ma in realtà alquanto combattuta, Etan Daldry, il suo burbero vicino di casa che si rivelerà completamente diverso da ciò che sembrava; la migliore guida di Istanbul, Can, furbo ma di cuore… e tanti altri personaggi che, a loro modo, contribuiranno a svelare ad Alice una storia di cui non sospettava neppure l'esistenza: la sua. Questo libro racchiude in sé il giusto mix tra amore, viaggio, storia, fascino, mistero. L'unica pecca che troverei in questo libro e che mi ha lasciato perplessa fino al finale è che la trama, di per sé, mi sembra un po' troppo fantasiosa e poco verosimile… ma in fin dei conti bisogna per forza che tutto quadri a pennello? Non possiamo, una volta tanto, lasciarci condurre dalla storia e sognare un po'?

Opera recensita: "La chimica segreta degli incontri" di Marc Levy
Editore: Rizzoli, 2013
Genere: narrativa straniera
Ambientazione: Inghilterra-Turchia
Pagine: 352
Prezzo: 10,50 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.


sabato 25 agosto 2018

RECENSIONE: CATERINA CHINNICI - è COSì LIEVE IL TUO BACIO SULLA FRONTE


Sinossi:
Il 29 luglio 1983 la mafia fa esplodere un'autobomba in via Pipitone Federico a Palermo: muoiono il giudice Rocco Chinnici, gli uomini della sua scorta e il portiere dello stabile dove il magistrato viveva insieme alla moglie e ai figli. Rocco Chinnici era da tempo nel mirino. Innovatore e precursore dei tempi, aveva intuito che, per contrastare efficacemente il fenomeno mafioso, era necessario riunire differenti filoni di indagine, comporre tutte le informazioni e le conoscenze che ne derivavano. Per farlo, riunì sotto la sua guida un gruppo di giudici istruttori: Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e Giuseppe Di Lello. L'anno dopo la sua morte, questo gruppo prenderà il nome di "pool antimafia". La storia ci tramanda come e perché Rocco Chinnici sia stato ucciso. Ci tramanda un eroe. A lui però non sarebbe piaciuto essere chiamato così. Era prima di tutto un uomo, un padre, cui è toccata in sorte una vita straordinaria, o forse un destino, che lui ha scelto di assecondare fino alle estreme conseguenze. Dopo decenni di silenzio, Caterina Chinnici, la figlia primogenita - a sua volta giudice, a sua volta impegnata nella lotta alla mafia, a sua volta sotto scorta - sceglie di raccontare la loro vita "di prima", serena nonostante le difficoltà, e la loro vita "dopo". Sceglie di raccontare come lei, i suoi fratelli e la madre abbiano imparato nuovamente a vivere e siano riusciti a decidere di perdonare: l'unico modo per sentirsi degni del messaggio altissimo di un padre e un marito molto amato...

Commento:
Una storia molto toccante, quella raccontata in queste pagine. La storia di un magistrato che ha messo la sua vita a servizio dello Stato, della giustizia e soprattutto degli altri, dei cittadini onesti. La storia, prima di tutto, di un uomo. E' così che ce lo presenta Caterina, la maggiore dei suoi figli: Rocco Chinnici era un uomo misurato, dalla voce tonante, la fisicità imponente e il sorriso buono; un uomo che ha trasmesso alla sua famiglia i valori forti che rendono gli uomini degni di questo nome; un uomo in grado di sciogliersi davanti a un bambino, una persona felice in maniche di camicia mentre zappa le sue rose. E' questo che Caterina Chinnici vuole raccontarci: il ritratto di un uomo onesto, prima ancora che di un magistrato, che sia d'esempio a noi tutti e che non vada perduto con lei.
Un ricordo intenso, vibrante, dolce e profondo. Un libro da leggere e rileggere dal quale recentemente è stato tratto anche un buon film.

Opera recensita: "è così lieve il tuo bacio sulla fronte" di Caterina Chinnici
Editore: Mondadori, 2013
Genere: biografia, testimonianza
Ambientazione: Sicilia
Pagine: 129
Prezzo: 10,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9.


RECENSIONE: PETROS MARKARIS - ULTIME DELLA NOTTE (KOSTAS KARITOS 01)


Sinossi:
Il commissario Kostas Karitos vive ad Atene, metropoli sospesa tra Oriente e Occidente, crocevia di immigrati clandestini, ex spie sovietiche e trafficanti d'organi. Karitos tenta comunque di ritagliarsi uno spazio di tranquillità personale, per dedicarsi anche ai propri problemi famigliari. Ma un efferato omicidio lo costringe a scendere in campo, scontrandosi con schegge impazzite di realtà.

Commento:
A qualcuno sembrerà strano, ma certi gialli – specie quelli che fanno parte di una saga e quindi si sa che si ritroveranno i protagonisti – possono risultare rassicuranti.
E' il caso di questo primo romanzo della saga che vede come protagonista Kostas Karitos, commissario della polizia di Atene, tranquillo, assennato, di mezza età, sposato con Adriana e padre di Caterina che studia a Salonicco. Karitos è un personaggio che potrebbe risultare senza infamia né lode, se non avesse delle piccole particolarità che gli permettono, a suo modo, di ricavarsi un ottimo posto nella narrativa gialla moderna. Per cominciare ha un'indole maschilista e – commento personale – non mi piace granché come tratta la moglie… -, legge solo dizionari, ama la cucina greca e in particolare i Sublaki completi; oserei dire che è metereopatico, non gli piacciono le soluzioni facili e prende di petto tutte le situazioni: è tutto ad un pezzo, dà del tu a criminali e testimoni senza troppi problemi affrontandoli direttamente senza cerimonie… Singolare, non c'è dubbio. In questo specifico caso ha avuto a che fare con due omicidi scomodi, una rete di strani traffici e un colpevole assolutamente vicino e insospettabile.
Nel complesso mi sento di consigliare questo romanzo e credo che continuerò la lettura della saga.


opera recensita: "Ultime della notte" di Petros Markaris
Editore: Bompiani, prima ed. originale 1995-prima ed. italiana 2000
Genere: giallo
Ambientazione: Atene
Pagine: 343
Prezzo: 12,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.


venerdì 24 agosto 2018

RECENSIONE: JOHN STEINBECK - LA VALLE DELL'EDEN


Sinossi:
Nel paese di Nod, a est de] giardino dell'Eden, dove la progenie di Caino andò a vivere secondo la leggenda biblica e che nel romanzo di John Steinbeck corrisponde simbolicamente alla valle percorsa dal fiume Salinas nella California settentrionale, si intrecciano le storie di due famiglie, gli Hamilton e i Trask. Protagonisti della saga, che va dalla Guerra civile alla Prima guerra mondiale, da una parte il vecchio Samuel Hamilton, immigrato dall'Irlanda; e, dall'altra, Cyrus Trask insieme ai figli Adam e Charles, e ai nipoti Aron e Caleb, gemelli nati dalla misteriosa Cathy Ames, reincarnazione di Eva e di Satana allo stesso tempo, emblema del male nel mondo, con il quale tutti nel corso della lunga vicenda devono misurarsi. Pubblicato negli Stati Uniti nel 1952 e ora riproposto nella nuova traduzione di Maria Baiocchi e Anna Tagliavini, "La valle dell'Eden" è il romanzo in cui Steinbeck ha creato i suoi personaggi più affascinanti e ha esplorato più a fondo i suoi temi ricorrenti: il mistero dell'identità, l'ineffabilità dell'amore e le conseguenze tragiche della mancanza d'affetto. Al tempo stesso saga famigliare e moderna trasposizione del mito, "La valle dell'Eden" è il capolavoro della maturità di Steinbeck, da cui nel 1955 Elia Kazan ha tratto l'omonimo film con James Dean. Introduzione di Luigi Sampietro.

Commento:
Questo è uno dei pochi casi in cui ho la tranquillità di non sbagliare se affermo che questo romanzo è un autentico capolavoro. Avevo già avuto modo di apprezzare molto Steinbeck leggendo "Furore", ma "La valle dell'Eden" mi ha fatto innamorare completamente del suo modo di descrivere e raccontare.
Assumendo come perno del racconto la profonda amicizia tra Samuel Hamilton, Adam Trask e il servitore Lee, Steinbeck traccia un quadro preciso e vivido della realtà di una valle e di una cittadina americana tra la seconda metà dell'Ottocento e la prima guerra mondiale, quadro che non raffigura solo la geografia, la condizione sociale e culturale, la demografia… fa molto di più. Questa è un'opera senza tempo che descrive compiutamente le tante e varie sfaccettature dell'animo umano attraverso personaggi vivi e indimenticabili. La famiglia, l'amore irriducibile tra genitori e figli, la saggezza, il bisogno di amici veri, la necessità di evadere e di seguire un sogno, la volontà di rialzarsi e reinvestire le energie che non si sapeva di avere, la mancanza d'amore e il troppo amore indirizzato in un verso sbagliato, il male e l'odio che corrompe e scava dall'interno… sono queste le tematiche affrontate in quest'opera, tematiche forti, trattate con passione e grande tatto. Non ci si annoia mai leggendo queste pagine che scorrono via appassionandoci alle vicende dei Trask e degli Hamilton, dell'inestimabile Lee e della perfida Caty. I personaggi che più ho amato, per le loro caratteristiche, sono stati indubbiamente Samuel Hamilton e Lee, il prezioso, fedele e saggio servitore e amico dei Trask. Ma ognuno degli uomini e delle donne che incontriamo qui è degno di nota e rappresenta una parte di quello con cui dobbiamo lottare ogni giorno. Romanzo meraviglioso che consiglio caldamente a tutti. Stupendo davvero.

Opera recensita: "La valle dell'Eden" di John Steinbeck
Editore: Bompiani, prima ed. originale 1952
Genere: narrativa americana
Ambientazione: valle del Salinas, California, Stati Uniti
Pagine: 784
Prezzo: 15,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 10.


lunedì 20 agosto 2018

RECENSIONE: MARIO DESIATI - IL PAESE DELLE SPOSE INFELICI


Sinossi:
Puglia anni Ottanta, Domenico e Francesco, chiamati da tutti Zazà e Veleno, sono due ragazzini che giocano tra gravine e trulli con una banda di personaggi memorabili insieme a cui cresceranno. I due vengono da famiglie molto diverse: Zazà vive in un quartiere popolare, Veleno è un figlio di papà. Negli anni si imbatteranno in Annalisa, una ragazza dalla vita poco ordinaria e dalla bellezza fuori dal comune. Annalisa frequenta i matti del paese, si veste fuori moda, chiacchiera soltanto con uomini molto anziani e si porta addosso terribili dicerie che gli eventi paiono confermare drammaticamente con il passare del tempo. Eppure il suo fascino unico sembra perseguitare come una maledizione i due amici, cui la vita serba disavventure e svolte clamorose.

Commento:
E' la seconda volta che ho modo di confrontarmi con la scrittura di Mario Desiati e per la seconda volta non so dire se un suo romanzo mi sia piaciuto o no. In quest'occasione siamo a Martinafranca, a due passi da Taranto, nel periodo che va dagli anni 80 al 2006. Con la sicurezza di chi conosce il territorio, la sua cultura e la sua gente, Mario Desiati qui ci descrive la vita di due ragazzi di estrazione sociale diversa, le cui strade si congiungono nelle campagne del "paese delle spose infelici", tra il racconto di prodezze sessuali mandate in Tv a scopo propagandistico e di "aggregazione sociale" e una scorreria sui binari in cerca di approvazione e potere. Il racconto è affidato ad uno di loro, Veleno, il benestante, colui che in quella marmaglia di cani spiantati ci è andato volontariamente, attirato dalla forza della loro spregiudicatezza e dall'avvenenza di colei che è stata croce e delizia di generazioni, la regina delle bestie, la senatrice, la regina dei segreti, l'amore agoniato ma mai veramente conosciuto: Annalisa Defebo. Una storia reale e terrena, di istinti e passioni, di antiche sventure e nuove sconfitte. Un libro sanguigno e torbido che racconta l'evoluzione di mondi difficili e fra loro compenetrati più di quanto si oserebbe immaginare dal difuori.
Lettura che, al di là del mio gusto personale, consiglio, in ogni caso, perché descrive in modo preciso ed impietoso una realtà che è esistita e che è parte della storia e della vita di un territorio.

Opera recensita: "Il paese delle spose infelici" di Mario Desiati
Editore: Mondadori, 2008
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: provincia di Taranto, anni 80
Pagine: 221
Prezzo: 9,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 7.


sabato 18 agosto 2018

RECENSIONE: WILLIAM FAULKNER - LUCE D'AGOSTO


Sinossi:
"Nella mia terra la luce ha una sua qualità particolarissima; fulgida, nitida, come se venisse non dall'oggi ma dall'età classica". Così William Faulkner spiegò il titolo del suo settimo romanzo, uscito nel 1932 e subito acclamato come uno dei suoi capolavori. Ed è tra i riverberi crudeli di quella luce implacabile che si consumano le vicende di una folta schiera di personaggi: una ragazza incinta, armata solo di "una riserva di paziente e tenace lealtà", che si avventura dall'Alabama al Mississippi alla ricerca del padre di suo figlio; un uomo solitario dallo strano nome, Joe Christmas, "con un'inclinazione arrogante e malevola sul viso immobile", che l'isteria razziale del Sud getta nell'abisso tormentoso del dubbio circa il proprio sangue; un reverendo presbiteriano ripudiato dalla sua Chiesa per l'antico scandalo della moglie adultera e suicida; e, circondati da neri invisibili, gli sceriffi, i taglialegna, i predicatori, le donne "dal volto di pietra", chi "definitivamente dannato", chi alla ricerca disperata di una chimerica catarsi.

Commento:
Faccio la conoscenza di questo importante autore della letteratura mondiale attraverso questo "Luce d'agosto", libro sicuramente particolare, contorto nella trama, ma scorrevole nello stile.
Sembra che, fin da subito, Faulkner giochi ad ingannarci, ad illuderci di aver capito come si svilupperà la storia: dapprima ferma l'attenzione sulla giovane, ingenua e forse spregiudicata Lena che parte dall'Alabama in cerca dell'uomo da cui presto avrà un bambino; subito dopo sembra volerci portare a concentrarci su Brown, lo sfaccendato che da poco è arrivato a portare scompiglio nella cittadina di Jefferson, effettivo centro dello svolgimento delle successive vicende; poi, ancora, si profonde nel lungo racconto della vita di Joe Christmas, l'uomo dalla pelle bianca e dal sangue e dall'anima nera… passando per altri personaggi, altre storie, altre vite. In realtà, però, la vera protagonista di questo romanzo è la società descritta da Faulkner, una società classista e per nulla tollerante, le cui vicende si svolgono certamente negli anni 30, ma sono facilmente astraibili ed adattabili a qualunque epoca. E così distogliamo lo sguardo dalle singole storie per allargare la vista all'insieme, al loro intreccio che finisce per creare un tessuto sociale per nulla incoraggiante che Faulkner ci descrive in tono realista, a tratti burbero, apparentemente spiccio, ma a ben vedere molto profondo.
Un libro che ho apprezzato, sebbene non sia sempre stato facilissimo da reggere per via di una certa stasi che subentra in alcuni punti. Tuttavia è una lettura che consiglio senza remore a chi, come me, abbia voglia di conoscere quest'autore o, comunque, di immergersi in un buon romanzo americano.

Opera recensita: "Luce d'agosto" di William Faulkner
Editore: Adelphi, prima ed. 1932
Genere: narrativa americana
Ambientazione: Stati Uniti
Pagine: 425 (ed. Adelphi 2007)
Prezzo: 24,00 € (Adelphi 2007)
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.


mercoledì 15 agosto 2018

RECENSIONE: FRANCESCO TARGHETTA - LE VITE POTENZIALI

Sinossi:
Al centro di questo romanzo ci sono tre vite, tre visioni del mondo, tre modi diversi e complementari di sopravvivere alla contemporaneità. Il loro spazio è la Albecom, azienda informatica che sorge alla periferia di Marghera; l’ha fondata, ancora giovanissimo, Alberto, “trentaquattro anni, apprezzata abilità nell’assemblare mobili Ikea, una passione per la buona tavola e il culto della chiarezza”. Tra i programmatori che lavorano per lui c’è Luciano, con cui Alberto condivide l’amore per internet fin dai tempi del liceo. Ma, a differenza dell’amico, Luciano si trova a suo agio dietro le quinte: schivo e paralizzato dalla propria scarsa avvenenza, si rifugia nel lavoro e nel rifocillamento dei gatti randagi di Marghera, tormentato solo, di tanto in tanto, dal desiderio di avere qualcuno da rendere felice. A completare il triangolo c’è Giorgio, il pre-salesdell’azienda, procacciatore di nuovi clienti: “percorso da un brivido di elettricità sempre”, tiene nel cruscotto della macchina L’arte della guerra di Sun Tzu, che consulta come un oracolo.
E così, mentre Luciano allaccia con Matilde, barista della tavola calda di fronte alla Albecom, un’amicizia presto caricata di nuove speranze e Giorgio riceve una proposta sottobanco da un vecchio collega, le giornate dei tre amici si intrecciano in un groviglio di segreti e tradimenti che si dipana tra la provincia veneta e le città di mezza Europa e che li costringerà, infine, a compiere scelte sofferte e decisive.

Commento:
Cosa succederebbe se, in uno dei meandri della vita, decidessimo di scegliere una strada piuttosto che un'altra? Cos'accadrebbe a noi, ai nostri legami col mondo, alle nostre scarse certezze, se decidessimo di non fermarci a ciò che abbiamo conquistato, ma di osare, di fare quel passo verso l'ignoto, di accettare quella proposta rischiosa? Sono questi gli interrogativi a cui sono sottoposti, più o meno volontariamente, Alberto, Giorgio e Luciano. Sono tutti e tre giovani della provincia veneta, capaci nel loro lavoro, chi nel campo dell'informatica, chi nel dirigere un'azienda, chi nel procacciare clienti. Ma il loro atteggiamento nei confronti della vita non potrebbe essere più diverso. Eppure tutti e tre, nella desolazione di una provincia operosa ma spoglia, dovranno fare i conti con le loro fragilità, con le insicurezze ataviche che ciascuno si porta dentro. E anche in questo caso, il loro modo di affrontarle e di reagire sarà diverso. Tutti e tre, però, troveranno il modo di farcela.
Un libro che parla del mondo di oggi, della fatica che i giovani fanno ogni giorno per emergere, per affermarsi, della voglia di non accontentarsi, delle difficoltà del vivere quotidiano.
Con taglio a tratti struggente e con stile elegante nel quale si evince tutta la sua familiarità con la poesia, Francesco Targhetta ci traccia un ritratto della società attuale interessante e molto realistico che si legge con piacere, malgrado la tematica trattata sia tutt'altro che piacevole, specie per chi si ritrova a viverla.
Una buona lettura che consiglio.

Opera recensita: "Le vite potenziali" di Francesco Targhetta
Editore: Mondadori, 2018
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: Veneto-Europa
Pagine: 252
Prezzo: 19,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.

martedì 14 agosto 2018

RECENSIONE: JEFFERY DEAVER - I CORPI LASCIATI INDIETRO


Sinossi:
Lago Mondac, Wisconsin. Una strana telefonata arriva al distretto di polizia nel cuore della notte. Proviene dall'isolata villa dei Feldman, sul limitare del bosco. L'agente Brynn McKenzie, giunta sul posto per un controllo, si trova davanti a una scena agghiacciante: Emma e Steven Feldman giacciono senza vita sul pavimento. E in casa c'è ancora qualcuno. Due uomini, forse gli assassini, accerchiano e minacciano Brynn, a cui non resta che fuggire nel fitto della foresta. Ma nell'oscurità dei boschi sta scappando anche qualcun altro: la misteriosa Michelle, amica dei Feldman, unica testimone di quanto è accaduto alla villa. La fuga delle due donne si trasforma per Brynn in una sottile indagine nel passato di Michelle. Chi è la vera preda, chi il cacciatore?

Commento:
Un altro romanzo singolo di Jeffery Deaver ambientato in luoghi aperti, boschi, laghi, nel cuore degli Stati Uniti. Un'altra indagine sorprendente nella quale nulla può essere dato per scontato, fino all'ultima pagina. Un thriller che forse non brilla per originalità – anche se forse il mio giudizio è dovuto al fatto che ormai ne ho letti tanti – ma che comunque evidenzia dei miglioramenti rispetto ai precedenti simili: si sa che Deaver dà il meglio di sé nelle saghe e, comunque, nei luoghi metropolitani (vedi la saga di Rhyme), tuttavia in questo romanzo ho notato molta più sicurezza e scorrevolezza rispetto, ad esempio, a "Pietà per gli insonni", che pure è molto affine. Belli i personaggi femminili, bello anche il legame mentale e la sfida di intelligenza che si crea tra la detective e il killer.
Un ottimo thriller che consiglierei anche a chi fosse digiuno di quest'autore: un buon modo per cominciare a conoscerlo.

Opera recensita: "I corpi lasciati indietro" di Jeffery Deaver
Editore: Rizzoli, 2010
Genere: thriller
Ambientazione: Stati Uniti
Pagine: 461
Prezzo: 11,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9.


lunedì 13 agosto 2018

RECENSIONE: MEG WOLITZER - QUANDO TUTTO ERA POSSIBILE


Sinossi:
Luglio 1974. È una serata piena di stelle. Il cuore di Jules batte all'impazzata mentre rivolge per la prima volta la parola ai suoi nuovi amici. Il suo sogno è quello di fare l'attrice, ma è timida e introversa. Eppure, ora tutto sta per cambiare. Cinque ragazzi che trascorrono con lei le vacanze estive in un prestigioso campeggio del Massachusetts l'hanno accolta tra loro, nel ristretto novero delle persone "più dannatamente interessanti che siano mai vissute". Tranne Jules, tutti loro sono rampolli dell'alta società di New York, e hanno creato una strana società segreta, poco più che un sogno di gioventù estemporaneo e altisonante. Ma questo non importa. Quello che conta ora sono le loro ambizioni e i loro desideri. Alcuni destinati a consumarsi velocemente, esaurendosi nello spazio di un'estate; altri a essere inseguiti con tenacia e coronati dal successo; altri ancora, semplicemente, a non realizzarsi mai. Ma mentre agli ideali giovanili, nati al ritmo delle ballate di Bob Dylan, si sostituiscono le sfide della vita adulta e la necessità di lottare a denti stretti per ciò che si ama, ciò che non conosce fine è la loro amicizia. Un legame indissolubile, che resiste alla sfida del tempo. Quando il futuro li mette alla prova, ciascuno di loro sa di poter contare sugli altri. Perché né Jules né nessuno dei suoi amici può dimenticare che c'è stato almeno un giorno, un'ora, un minuto in cui tutto era possibile.

Commento:
Jules, Hash, Etan, Goodman, Jona e Katy sono i sei ragazzi che, in modo diverso, fanno parte di questa storia. Tutto comincia nel luglio del 74 al campeggio di "Spirit in the woods", un luogo dove da anni e per anni adolescenti dotati di talento hanno l'occasione di sviluppare la loro arte e di socializzare con altri adolescenti come loro. Per lo più si tratta di un'occasione legalizzata di uscire (fuggire) da casa e di trovare anime affini, come accade anche a Jules e al gruppo degli interessanti, ossia coloro che – chi più chi meno – finiranno per essere i suoi amici per la vita. Tante cose accadranno nei decenni successivi, ma quell'estate del 74 getta le basi per affrontare il futuro, anche quando non tutto va come i ragazzi vorrebbero. C'è chi si perderà per strada, c'è chi si aggiungerà occupando un posto importante, chi farà fortuna e chi lotterà per arrivare a fine mese. Ma quello che conta è esserci sempre, gli uni per gli altri.
 Questo libro, in realtà, parte dal 74, subito dopo ci svela un pezzetto del finale, ormai quasi quarant'anni dopo, e poi svolge lentamente la vita dei personaggi in un racconto minuzioso e dettagliato. Parla, fondamentalmente, di disagio, di nostalgia per il passato e paura per il futuro, di incertezza, depressione, alti e bassi, e di amicizia sempre e comunque.
Venendo alle considerazioni personali, dirò che non è male, non mi è dispiaciuto, ma non credo che in futuro me ne ricorderò... PURTROPPO NON MI HA CONVINTO FINO IN FONDO, SEBBENE NON SIA UN BRUTTO LIBRO.


Opera recensita: "Quando tutto era possibile" di Meg Wolitzer
Editore: Garzanti, 2014
Genere: narrativa straniera
Ambientazione: Stati Uniti
Pagine: 550
Prezzo: 18,60 €
Consigliato: sì/no
Voto personale: 7.


sabato 11 agosto 2018

RECENSIONE: ROSA VENTRELLA - STORIA DI UNA FAMIGLIA PERBENE


Sinossi:
Anni Ottanta. Le estati a Bari vecchia trascorrono tra i vicoli di chianche bianche, dove i ragazzini si rincorrono nei dedali di viuzze, in mezzo ai profumi delle lenzuola stese e all’aroma dei sughi. Maria cresce insieme ai due fratelli più grandi, Giuseppe e Vincenzo. È una bambina piccola e bruna, dai tratti selvaggi che la rendono diversa dalle coetanee: una bocca grande e due occhi quasi orientali che brillano come punte di spillo. Ha un modo di fare insolente, che le è valso il soprannome di Malacarne. Vive immersa in una terra senza tempo, in un rione fatto di soprusi subìti e inferti, a cui è difficilissimo sottrarsi. L’unico punto fermo, negli anni tra l’infanzia e l’adolescenza, è Michele, figlio della famiglia più disgraziata di Bari vecchia. L’amicizia tra i due si salda e rinforza, nonostante l’ostilità delle famiglie e i colpi bassi della vita. Finché quel sentimento, forte e insieme delicato, quasi fraterno, non diventerà amore. Un amore che, anche se impossibile, li preserva dal rancore verso il resto del mondo e dalla decadenza che li circonda.
In un quartiere alla periferia di Bari, un'amicizia inattesa, come un fiore su una terra arida
Un amore contrastato ma indistruttibile


Commento:
Maria è sempre stata – e si è sempre sentita – diversa dagli altri, dalle compagne di scuola tutte più belle e donne di lei, dagli altri ragazzi, dai membri della sua famiglia. Maria era una Malacarne, un'insolente, una temeraria, una che non si lascia fermare da niente e da nessuno, né dai funesti presagi della nonna Antonietta, né dall'ira di suo padre, né dalla strafottenza del fratello Vincenzo, né dalla cattivissima fama della famiglia del suo migliore e unico amico, Michele. Lei va avanti per la sua strada, soffre, ma stringe i denti impegnandosi forsennatamente nello studio per uscire, un giorno, da tutto quello che il quartiere, il rione porta con sé.
Il rione è Bari vecchia, quella che oggi è stata riqualificata, ma che negli anni Ottanta era al culmine della violenza che, come un'epidemia, colpiva tutte le case, le strade, le famiglie che ci venivano a contatto. La ffamiglia di Maria è una famiglia perbene, ma il rione non perdona e, che si sia vittime o carnefici, si viene tutti colpiti dal male. Unico punto fermo nell'infanzia di Maria è Michele, proprio quell'amico che viene dalla peggiore famiglia di Bari Vecchia, i Senza Sagne, un'amicizia troncata nel suo fiorire da un evento tragico che pone l'inimicizia tra le due famiglie, ma che è destinata a non finire.
"Storia di una famiglia perbene" è un libro bellissimo, che descrive divinamente una realtà triste e per niente facile e lo fa in modo assolutamente realistico, senza violenza gratuita, ma con l'occhio amorevole di chi quella realtà l'ha conosciuta e ne ha sofferto. Una storia dalle mille sfaccettature, come mille sono le anime di un mondo, di un microcosmo chiuso, di un regno del malaffare nel quale non può far a meno che spuntare un fiore, un filo d'erba tenace e indistruttibile.
Rosa Ventrella è stata per me una piacevolissima scoperta: una prosa semplice, quasi didascalica soprattutto all'inizio, ma forse per questo più evocativa e d'impatto. Ho divorato ed adorato questo libro che non posso non consigliare. Una storia di riscatto, di rinascita, ndi amore nonostante le difficoltà della vita.

Opera recensita: "Storia di una famiglia perbene" di Rosa Ventrella
Editore: Newton Compton, 2018
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: Bari, anni 80
Pagine: 320
Prezzo: 10,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9.


venerdì 10 agosto 2018

RECENSIONE: FRANçOISE SAGAN - BONJOUR TRISTESSE


Sinossi:
Come ogni anno Cècile passa le vacanze estive in Costa Azzurra. I primi giorni, vissuti all'insegna della spensieratezza in compagnia del padre giovanile e della sua attuale amante Elsa, bella ma ingenua, vengono interrotti dall'arrivo di Anne, un'amica della madre di Cècile, morta anni prima. Il padre ne è attratto a tal punto che in pochi giorni decide di sposarla, a costo di abbandonare uno stile di vita lussurioso e libero. La simpatia che Cècile prova per Anne non le impedisce di vederla come una rivale, come una minaccia per la propria libertà e così mette in scena un gioco sottile per dividere i due nuovi amanti. Un piano perfetto, ma con esiti inaspettati e ben più tragici del previsto.

Commento:
Ho scoperto questo libro davvero per caso, ma devo dire che si è rivelata una lettura interessante su cui riflettere.
La diciassettenne Cécile è in vacanza in una villa sul Mediterraneo affittata dal padre, uomo alquanto libertino e di bella presenza. L'amante del momento è Elsa, una giovane bella ma stupida. L'idillio fatto di mondanità e spensieratezza viene incrinato dall'arrivo di Anne, amica della madre defunta di Cécile, ben più raffinata e riservata rispetto a Elsa. Cécile prova verso questa donna sentimenti di ammirazione e bonaria invidia che mutano quando, tanto inspiegabilmente quanto fulmineamente, il padre decide di sposarla. La vita che Cécile tanto invidiava ad Anne sta per diventare la sua, il rapporto col padre appena conquistato sta per diventare non pù esclusivo… Cécile, in preda alla collera, alla confusione, alla volubilità stringe accordi con Elsa e Cyril, il ragazzo che crede di amare, per impedire il matrimonio… ma non tutto va come sperato.
Un libro che parla di adolescenza, di amore di vario tipo, di sentimenti feriti e di reazioni spropositate. Una lettura breve su cui riflettere.

Opera recensita: "Bonjour tristesse" di Françoise Sagan
Editore: Longanesi, prima ed. 1954, ripubblicato nel 2009
Genere: narrativa francese
Ambientazione: Costa Azzurra
Pagine: 151
Prezzo: 15,50 €
Consigliato: sì
Voto personale: 7,5.


giovedì 9 agosto 2018

RECENSIONE: JUNICHIRO TANIZAKI - GLI INSETTI PREFERISCONO LE ORTICHE


Sinossi:
I l romanzo di Tanizaki è una sottile esplorazione di quel sentimento forse senza nome che viene dopo l'amore e che impedisce a due persone di separarsi per sempre. Kanamè e Misako, i protagonisti, non hanno più rapporti intimi da anni, nŠ dimostrano alcun afferto reciproco. Misako, addirittura, ha un amante tollerato dal marito. Eppure qualcosa impedisce ai due di separarsi: il carattere del marito, incapace di prendere una decisione netta, lo porta ad indugiare e a rinviare, mentre la moglie, anch'essa indecisa, non riesce a darsi ragione dell'amore finito. L'introspezione dei personaggi è parallela agli avvenimenti esterni che soltanto li sfiorano senza mai risultare decisivi. Il mondo delle marionette, di cui il padre di Misako è buon conoscitore, offre forse la chiave interpretativa di un'opera che nella sua stessa struttura mantiene il carattere ambiguo e sfuggente dei suoi personaggi: l'eterno gioco delle parti che intesse la vita quotidiana non può mai raggiungere una conclusione.

Commento:
Purtroppo mi vedo costretta a fare un commento tiepido su questo libro che, invece, pregustavo pieno di patos e introspezione.
Si racconta la storia di una coppia di coniugi che da tempo hanno in animo di separarsi, ma che non si risolvono mai a farlo. Sarebbero ottimi amici se non fossero sposati, vanno d'accordo, riescono a capirsi su tutto, adirittura tollerano le reciproche infedeltà… Ma vivono aspettando che l'altro prenda la decisione fatidica. E intanto chi subisce la situazione è il figlio che sa tutto, ma fa finta di non sapere e intanto soffre. Tutto bene, bella storia, interessante, anche molto ben scritta, delicata e lieve con il giusto peso ai sottointesi e al non detto, nel più classico stile giapponese… però non porta né toglie nulla, non emoziona, non scatena riflessioni, si fa leggere e scivola via così, semplicemente pagina dopo pagina.
Non consiglio né sconsiglio questa lettura… non è affatto un brutto libro, solo che mi aspettavo di più.

Opera recensita: "Gli insetti preferiscono le ortiche" di Junichiro Tanizaki
Editore: Mondadori, prima ed. originale 1929
Genere: letteratura giapponese
Ambientazione: Osaka, Giappone
Prezzo: 9,00 €
Consigliato: sì/no
Voto personale: 7,5.


martedì 7 agosto 2018

RECENSIONE: MATHIAS MALZIEU - LA MECCANICA DEL CUORE


Sinossi:
Nella notte più fredda del mondo possono verificarsi strani fenomeni. È il 1874 e in una vecchia casa in cima alla collina più alta di Edimburgo il piccolo Jack nasce con il cuore completamente ghiacciato. La bizzarra levatrice Madeleine, dai più considerata una strega, salverà il neonato applicando al suo cuore difettoso un orologio a cucù. La protesi è tanto ingegnosa quanto fragile e i sentimenti estremi potrebbero risultare fatali. L’amore, innanzitutto. Ma non si può vivere al riparo dalle emozioni e, il giorno del decimo compleanno di Jack, la voce ammaliante di una piccola cantante andalusa fa vibrare il suo cuore come non mai. L’impavido eroe, ormai innamorato, è disposto a tutto per lei. Non lo spaventa la fuga né la violenza, nemmeno un viaggio attraverso mezza Europa fino a Granada alla ricerca dell’incantevole creatura, in compagnia dell’estroso illusionista Georges Méliès. E finalmente, due figure delicate, fuori degli schemi, si incontrano di nuovo e si amano. L’amore è dolce scoperta, ma anche tormento e dolore, e Jack lo sperimenterà ben presto. Intriso di atmosfere che ricordano il miglior cinema di Tim Burton, ritmato da avventure di sapore cavalleresco, La meccanica del cuore è al tempo stesso una coinvolgente favola e un romanzo di formazione, in cui l’autore, con scrittura lieve ed evocativa, punteggiata di ironia, traccia un’indimenticabile metafora sul sentimento amoroso, ineluttabile nella sua misteriosa complessità.


Commento:
Un po' favola, un po' storia d'amore, "La meccanica del cuore" è un romanzo delicatissimo che indaga, mediante personaggi a dir poco fantasiosi, i misteri più profondi dell'amore. Un libro che si legge in poche ore, ma che non per questo non è in grado di appassionare. Non si può non parteggiare per Jack nella sua ricerca di Miss Acacia, non si può non commuoversi per lui e detestare la volubilità di lei… Davvero una bella lettura adatta, magari,  come libro di passaggio tra letture più impegnate. Consigliato.

Opera recensita: "La meccanica del cuore" di Mathias Malzieu
Editore: Feltrinelli, 2012
Genere: narrativa internazionale
Ambientazione: Scozia-Spagna
Pagine: 160
Prezzo: 15,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.


domenica 5 agosto 2018

RECENSIONE: FRANCESCO MUZZOPAPPA - HEIDI


Sinossi:
Hotel da incuboMalattie imbarazzantiNon sapevo di essere incinta e Sepolti in casa non bastano. Ormai la tv chiede sempre nuovi format, sempre più paradossali, sempre più surreali. Succede anche in Videogramma, un’azienda di contenuti in cui da anni lavora Chiara, trentacinquenne milanese, direttrice casting, single, irrisolta, piena di paure e ossessioni. Il nuovo capo, detto lo Yeti, chiamato anche per operare dei tagli, costringerà tutti i dipendenti a proporre format innovativi, pena il licenziamento immediato. Ma la situazione per Chiara si complica quando suo padre, Massimo Lombroso, un vecchio critico letterario del «Corriere della Sera» malato di demenza selettiva, viene cacciato dall’ospizio in cui è ricoverato perché ormai ingestibile. In attesa di trovare una nuova sistemazione, Chiara lo terrà in casa con sé. La convivenza però non sarà facile: lui la scambia da sempre per Heidi, il cartone animato che seguivano insieme quando lei era piccola. Tutto il suo mondo è popolato di caprette, monti e Peter. E Peter verrà ribattezzato anche il ragazzo trovato da Chiara per stare col padre quando lei è al lavoro, un giovane premuroso e preparatissimo che si prenderà cura dell’uomo fino a diventare insostituibile. Quando Chiara si troverà in difficoltà alla Videogramma, per le pressanti e impossibili richieste dello Yeti, sarà proprio questa sua nuova strampalata famiglia a darle una mano e, come per magia, tutto si risolverà per il meglio, non senza inaspettati e imprevedibili sviluppi.

Commento:
Una lettura leggera, ironica, a tratti esilarante, ma non per questo banale o priva di spunti di riflessione.
Chiara, la protagonista di questa storia, è una giovane come oggi ce ne sono tanti: 35 anni, di Milano, single, completamente risucchiata dal lavoro e schiava del tempo indeterminato. Non ha più vita sociale, lavora oltre dodici ore al giorno e quando arriva a casa ha solo la forza di tramortirsi di farmaci ed indursi un sonno forzato. La sua routine faticosamente costruita precipita quando nella sua vita arrivano due eventi inattesi e nefasti: lo Yeti, il suo borioso e ignorante capo, minaccia di licenziare chiunque non proponga un format assolutamente accattivante per l'azienda in cui Chiara lavora come selezionatrice di talenti; secondo evento, il padre di Chiara viene cacciato dall'ospizio perché è diventato un ingestibile lanciatore di oggetti. La sua demenza selettiva, infatti, gli blocca la memoria lasciando vividi i ricordi solo di una specifica parte di vita e confondendo gli altri. Perciò il noto ex critico letterario implacabile ricorda a menadito le citazioni letterarie ma scambia la figlia per Heidi, il cartone animato che vedevano insieme, unico momento di affetto tra padre e figlia.
Quando Chiara è costretta a tenere il padre con sé e insieme a lavorare il triplo per evitare il licenziamento, si rende conto di non farcela. Thomas, il ragazzo che viene mandato come infermiere per il padre di Chiara, sarà la sua autentica salvezza…
Un libro leggero, sì, ma che rispecchia fedelmente la società di oggi, la generazione dei trentenni sempre in bilico tra sfruttamento e disoccupazione, la Tv sempre più trash e meno ricca di contenuti, gli anziani e i loro problemi, l'anaffettività ai tempi dei social. Tutto questo viene raccontato qui con freschezza, ironia, in un tono giovanile e spigliato che mi è piaciuto molto. Lettura consigliata, adatta al periodo estivo.

Opera recensita: "Heidi" di Francesco Muzzopappa
Editore: Fazzi, 2018
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: Milano
Pagine: 238
Prezzo: 15,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.


sabato 4 agosto 2018

RECENSIONE: FEDERICA DE PAOLIS - NOTTURNO SALENTINO


Sinossi:
Una masseria in Salento, una festa, estate. Una Puglia arsa dal sole, meravigliosa e impenetrabile, colonizzata da ricchi milanesi e romani e dalle loro case di villeggiatura, abitata da personaggi astuti e imprevedibili. La tenuta accanto a quella in cui si svolge la festa è appena stata comprata da Livia, che ha poco più di quarant'anni, due figli piccoli, Marta e Tito, e un compagno, Boris, che l'ha lasciata per l'ennesima volta sola, per un viaggio di lavoro. Con lei si sono trasferite due donne, per aiutarla durante la vacanza a badare ai bambini e a sistemare la nuova casa: Cynthia, una conturbante e sensuale ragazza nigeriana, e la polacca Klara, una giovane intransigente e nevrotica. Livia conosce Brando, un misterioso e affascinante signore più grande di lei, che pare non avere altro scopo al mondo se non sedurla. Per gioco e per vendetta, decide di uscire con lui. L'indomani, in un pozzo in fondo al giardino della tenuta, Livia trova il corpo senza vita di Antonio Locandido, un fabbro salentino giovane e sfacciato che ha avuto l'ardire di flirtare con entrambe le ragazze che lavorano per lei. E tutto inizia a precipitare. In un girotondo di turbamenti e bugie, menzogne e omissioni, Livia, che si trova a essere tra i sospettati della polizia, cerca di mettere ordine nella realtà e fare i conti con se stessa, mentre l'indagine intorno alla morte di Antonio si infittisce. In un crescendo di tensione, "Notturno salentino" può essere letto come un thriller hitchcockiano in cui una donna vede la propria vita sconvolta e messa sottosopra da un evento imprevisto e molti enigmi, ma anche come un affresco che indaga l'animo umano e la complessità dei rapporti che legano una famiglia, finiti i primi ardori dell'amore, quando la routine quotidiana comincia a presentare il conto.

Commento:
Un Salento che strega ed ammalia, un cadavere in un pozzo, una serie di misteri antichi, un groviglio di menzogne ed omissioni, una grande incertezza che avvolge tutto e tutte si attacca addosso come il nostro appiccicoso e molesto scirocco. Tutti gli ingredienti di un buon thriller estivo, non troppo impegnato ma neppure banale, in cui una quarantenne madre di due bambini, Lidia, viene travolta dagli eventi, e in particolare dal ritrovamento, nel giardino della sua villa delle vacanze, del cadavere del giovane Antonio Locandido, legato a vario titolo con il suo vicinato. Da questo macabro ritrovamento nulla, nella vita e nelle certezze di Lidia sembra andare per il verso giusto e tutti sembrano in vario modo coinvolti. Ci sono, in queste pagine, un bel po' di stereotipi – la polizia cialtrona, ignorante e diffidente; i tanti pregiudizi dai quali i salentini sembrano tutti indistintamente soggiogati; questo parlare in dialetto a sproposito e in ogni occasione (cosa che mi ha molto irritata perché non è veritiera)… - ma tuttavia, sebbene i suoi abitanti non facciano una bella figura qui, la terra sembra riscattare per suoi meriti tutta la barbara condotta dei suoi abitanti. Ovviamente questo lo scrivo in tono ironico perché noi salentini non siamo così mal ridotti.
Ad ogni modo, lo ripeto, è una lettura scorrevole, ben scritta, che va benissimo se si ha voglia di qualcosa di leggero, ma senza scadere nel banale.

Opera recensita: "Notturno salentino" di Federica De Paolis
Editore: Mondadori, 2018
Genere: thriller
Ambientazione: Salento
Pagine: 264
Prezzo: 18,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.


RECENSIONE: SAMUEL RICHARDSON - PAMELA, O LA VIRTUS COMPENSATA


Sinossi:
Pamela (1740) è il prototipo del romanzo borghese e del romanzo sentimentale. Avvincente, ricco di suspanse, edificante e lacrimevole, è però straordinariamente audace per la sua epoca, perché ha il coraggio di prendere per eroina una graziosa cameriera di sedici anni che, resistendo a infiniti tenteativi di seduzione, riesce ad accalappiare e sposare il suo ricco padrone. Scritto in forma epistolare e sottotitolato "La virtù premiata", questo romanzo ebbe nel Settecento uno strepitoso successo di pubblico e creò introno a Richardson stuoli di ammiratrici palpitanti e legioni di imitatori del calibro di Goldoni e di Jane Austen.

Commento:
Un romanzo preottocentesco che, se vogliamo è stato precursore dei romanzi d'amore inglesi della prima metà del XIX secolo, ma che li supera per tematiche affrontate e abilità narrativa. Bisogna considerare, infatti, che questo romanzo è stato scritto da un uomo, Samuel Richardson, che ha narrato le vicende di una giovanissima cameriera, Pamela, insidiata dal suo giovane padrone e l'ha fatto in prima persona, sottoforma di romanzo epistolare e di diario/carteggio. E' straordinario il modo in cui un narratore del Settecento si sia calato nella profondità di un animo femminile raccontando l'importanza che la giovane Pamela attribuisce alla sua virtù, le peripezie e le sofferenze che affronta per difendere il suo bene più prezioso, senza amici né confidenti di cui potersi fidare, e poi la gioia che ricompensa queste angherie.
Un romanzo la cui trama coinvolge e avvince, e che ci presenta un contesto culturale preromantico molto lontano dai canoni moderni, in cui non solo gli uomini, ma le stesse donne hanno un approccio e una considerazione di se stesse molto diversa. Richardson non ci porta a giudicare Pamela, non ci porta a chiederci se il suo contegno possa essere eccessivo, se la sua religiosità possa, in qualche caso,  sfociare in bigottismo. Lui "si limita" a raccontarci i fatti e ad analizzare con profondità non comune i sentimenti di questa giovane donna coraggiosa.
A me questo romanzo è piaciuto, ne ho apprezzato la trama, il contesto culturale e, non da ultimo, il modo in cui è stato scritto. Agli amanti dei classici che non disdegnano un po' di romanticismo non posso che consigliarne la lettura.

Opera recensita: "Pamela, o la virtus compensata" di Samuel Richardson
Editore: Frassinelli/Garzanti/Mondadori, prima ed. 1840
Genere: letteratura inglese
Ambientazione: Inghilterra
Pagine: 672 (Ed. Frassinelli, 1995)
Prezzo: 12,00 € (Ed. Frassinelli 1995)
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.