simposio lettori copertina

simposio lettori copertina

domenica 29 novembre 2020

RECENSIONE: SAHAR MUSTAFAH - LA TUA BELLEZZA

    Sinossi:

Un uomo armato entra in un liceo femminile islamico e stermina ragazze innocenti. È americano, è bianco; il fucile automatico l'ha comprato online. Afaf

è la preside del liceo, una palestinese a Chicago, sradicata dalla sua terra. Dallo stanzino dove si era ritirata a pregare, sente gli spari e si prepara

all'impensabile. Nel tempo vorticoso dell'attesa, risente le note struggenti dell'oud che il padre suonava la sera, i profumi prelibati della cucina di

sua madre; rivive lo strappo di una sorella scappata di casa, l'amore per il fratellino Majid. Mentre Afaf lottava per affermare la propria identità islamica

in un ambiente ostile, l'assassino americano, in una casa senza ricordi e senza radici, succhiava il rancore cieco che lo bombardava da ogni schermo. Maturava

la sua condanna senza appello. Afaf sente i passi dell'assassino, sempre più vicini, e non fugge, lo aspetta. Vuole guardarlo in faccia. Vuole capire perché.

 

Commento:

Ci sono libri che sconvolgono e segnano perché l'impatto con le pagine è forte e le emozioni traboccano; ci sono poi libri che conquistano con la sobrietà, scavando a fondo nei sentimenti, lasciando emergere le storie riga dopo riga, emozione dopo emozione. La tua bellezza è uno di questi: un libro che affronta il pregiudizio, l'intolleranza, l'incapacità di ascoltarsi e comprendersi a più livelli. C'è il piano familiare, dove esigenze, bisogni, dolori diversi creano conflitti e vuoti affettivi difficili da colmare; poi c'è il piano sociale, dove essere diversi marchia l'autostima e condiziona amicizie ed esperienze. La religione, la fede, fa da collante ai due piani narrativi oltre che da motivo scatenante dei conflitti e delle incomprensioni. Un libro che parla di seconde occasioni, della difficoltà di superare i limiti che ci imponiamo noi e che ci impone la società, della necessità di perdonare e perdonarsi per rinascere a nuova vita. Mi è piaciuta molto la storia di Afaf e della sua famiglia, le loro difficoltà, il riscatto, il percorso di vita, di fede e di conoscenza di sé. Mi è piaciuto tanto l'approccio che questa donna arriva ad avere con i motivi di sofferenza che le hanno condizionato l'esistenza, nonché l'approccio che ha verso il pregiudizio incarnato dall'uomo che minaccia la vita sua e delle sue allieve. La crescita cui assistiamo è davvero ammirevole e credibile. Una lettura che mi porterò nel cuore per i sentimenti che trasmette e per il modo in cui li trasmette. Davvero contenta di aver letto questo libro.

 

Opera recensita: "La tua bellezza" di Sahar Mustafah

Editore: Marcos y Marcos, 2020

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Stati Uniti

Pagine: 384

Prezzo: 18,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 9.

  

giovedì 26 novembre 2020

RECENSIONE: CLAUDIO FAVA & MICHELE GAMBINO - L'ISOLA

            Sinossi:

Sono gli inizi di ottobre, il giornalista Luca Banti è in arrivo a Lampedusa per seguire una pista: è convinto che la strage di 366 migranti avvenuta un anno prima davanti all’isola sia da imputare a un errore del comandante della Guardia costiera, il tenente Camarda. In quelle stesse ore, sulle coste della Libia, centinaia di uomini vestiti di nero e armati come un esercito si stanno imbarcando su dei pescherecci diretti verso Lampedusa. Sono i Leoni del Jihad, un gruppo terroristico pronto a invadere l’isola nel nome di Allah. A guidarli è l’Emiro Yussuf al-Mutlak: in una manciata di ore i suoi uomini sgominano le difese dell’isola, impongono la shari‘a, dividono gli uomini dalle donne, compiono esecuzioni di massa riprese e subito caricate in rete. Sotto gli occhi atterriti dell’Occidente l’isola diventa il primo territorio europeo sottomesso al fondamentalismo islamico. Appena le immagini di quello che sta succedendo a Lampedusa rimbalzano in rete, il governo italiano si prepara allo sbarco spalleggiato dai governi del g8, ma non tutto andrà come previsto. In un susseguirsi di crudi eventi mozzafiato Claudio Fava e Michele Gambino mettono in scena una galleria di personaggi indimenticabili, e raccontano la guerra santa che potrebbe scatenarsi sulle nostre coste, la fragilità della politica, la rassegnazione e il coraggio di chi si trova su quell’isola. E vuole disperatamente salvarsi la vita.

 

Commento:

Ci sono proprio tutti, in questo bel thriller politico,  gli attori che, prevedibilmente, svolgerebbero un qualche ruolo se, Dio non voglia, dovessimo precipitare in uno scenario come quello descritto in queste pagine. Quella che Claudio Fava e Michele Gambino ci prospettano è probabilmente la scena ipotetica che infesta le nostre paure ad ogni attentato, scaramuccia, rappresaglia dell'Isis: che il luogo dove viviamo, ci troviamo di passaggio per lavoro o stiamo trascorrendo beatamente le nostre vacanze venga attaccato e che noi, proprio noi, ci ritroviamo nel bel mezzo della carneficina. Riescono benissimo, gli autori, a catapultarci nel bel mezzo dell'assalto armato e dell'occupazione dell'isola di Lampedusa ad opera di un gruppo, numeroso e ben organizzato, di miliziani, i Leoni del Jihad. Riescono persino ad intercettare i timori più reconditi, quelli che ci fanno diffidare del vicino o del primo forestiero che incontriamo fra le solite facce che siamo abituati ad incrociare: che qualcuno aiuti gli invasori dall'interno, che ci siano dei complici, che non ci si possa fidare di nessuno. La tensione scorre costante in più di quattrocento pagine di adrenalina che, tuttavia, lascia il tempo di riflettere, tra un attacco e una sparatoria, sulla fragilità del sistema avvitato su se stesso mentre persegue molteplici interessi che nascondono neanche troppo bene l'egoismo di ognuno… riflettiamo sull'ingegno e l'astuzia di chi si trova in difficoltà e sa che deve salvarsi da solo; ammiriamo piccati il formarsi di amicizie e gruppi cooperativi tra chi deve sopravvivere e cercare di salvare il salvabile. Così una compagnia variegata e mal assortita che prima d'ora neanche si conosceva o, al più, si malignava, diventa un affiatato esercito di liberazione, coordinato sebbene insufficiente, con un obiettivo unico e condiviso: restare vivi. Un thriller politico scritto in modo immediato, diretto, semplice e di grande impatto, questo di Gambino e Fava, che si divora fra la curiosità di sapere come agiranno e reagiranno i vari fronti impegnati in questa inattesa lotta per la sopravvivenza, e lo sgomento naturale che non possiamo non provare quando scopriamo che non siamo gli unici a custodire nella mente certe paure e che, purtroppo, gli scenari prospettati sono più verosimili di quanto si auspicherebbe.

Un plauso va agli autori che sono riusciti nell'impresa non facile di unificare voci e stili narrativi rendendo il romanzo un unicum piacevolissimo da leggere, nonché a rappresentare con semplicità e nitidezza una situazione estremamente complessa mettendo a nudo le paure, le imperfezioni i sentimenti contrastanti di cui è vittima l'essere umano. Un'ottima lettura che intercetta paure e pericoli sin troppo attuali. Consigliato.

 

Opera recensita: "L'isola" di Michele Gambino e Claudio Fava

Editore: Fandango libri, 2020

Genere: thriller politico

Ambientazione: Lampedusa

Pagine: 432

Prezzo: 20,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 9.

      

martedì 24 novembre 2020

RECENSIONE: P. D. JAMES - A PROPOSITO DEL GIALLO. AUTORI, PERSONAGGI, MODELLI

Sinossi:

Come è nata la narrativa poliziesca? Quali sono stati i momenti cruciali nello sviluppo del genere? Quali i meccanismi caratteristici? E ancora, quali le ragioni della sua popolarità? E il futuro di questo amatissimo genere, ormai entrato di diritto nell'ambito della "Letteratura"? A tutti questi interrogativi risponde una grande autrice di gialli, P. D. James, che in queste lezioni non solo traccia una breve "biografia" della detective fiction, ma ne smonta gli ingranaggi insegnando al lettore a rimontarli: una guida gustosa e ricca di aneddoti personali, che insegna a leggere (ma anche a scrivere) narrativa gialla e noir.

 

Commento:

A proposito del giallo è, più che un vero e proprio saggio, un'analisi ragionata, organica e godibilissima della storia del giallo dalle origini ad oggi.

Con la maestria e la praticità di chi sa di cosa parla ed ha familiarità con ciò che descrive, P. D. James ci racconta le origini del giallo classico, il suo sviluppo nel tempo, il contesto storico, culturale e sociale, le ambientazioni, gli stereotipi, gli autori e le autrici più rappresentative e peculiari. Con penna sicura ci traghetta attraverso la Middle Age e poi ancora dopo, nel secondo dopoguerra, fino al giallo di oggi. Leggere questa disamina attenta e partecipata è interessante ed estremamente utile per chi cerchi una guida organica e ben scritta sul genere giallo, in particolare sul giallo classico, d'inchiesta.

Ho trovato questo libro molto utile oltre che scorrevole. Per me, promosso in pieno.

 

Opera recensita: "A proposito del giallo. Autori, personaggi, modelli" di P. D. James

Editore: Mondadori, 2009

Genere: saggistica

Pagine: 170

Prezzo: 11,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

      

lunedì 23 novembre 2020

RECENSIONE: PETER CUNNINGHAM - IL MARE E IL SILENZIO

Sinossi:

Irlanda, anni Quaranta. Giovane e bellissima, Iz vive sulla costa sudorientale con suo marito Ronnie, vicino a un mare spesso inquieto che ama contemplare. Le circostanze che l'hanno portata ad abitare non lontano da Monument, una città portuale, sono però avvolte nel mistero. L'emergenza mondiale si è infatti riflettuta nel microcosmo di Iz che, dopo aver conosciuto il vero amore, è stata costretta da ragioni più grandi di lei a fidanzarsi con un uomo che non amava in nome della sicurezza finanziaria e poi a sposare Ronnie per il bene della sua famiglia. Inizialmente le cose con il marito sembrano funzionare, ma poi precipitano man mano che le debolezze di Ronnie vengono alla luce. Ripercorrendo i decenni successivi alla conquista dell'indipendenza da parte dell'Irlanda, tra le brucianti questioni di classe e gli scontri fra protestanti e cattolici, "Il mare e il silenzio" è un'epica storia d'amore ambientata tra gli sfarzi del ceto privilegiato anglo-irlandese ormai in declino, che Cunningham ritrae con sapiente maestria. Un romanzo sulla turbolenta nascita di una nazione e sugli amanti che ha diviso.

 

Commento:

Irlanda. Un nome che nel nostro immaginario collettivo evoca grandi distese verdi, cavalli, volti rubizzi e vecchie storie di folletti. Un Paeaffascinante e misterioso del quale si parla troppo poco. Troppo poco conosciamo, ad esempio, della storia di questo Paese orgoglioso e fiero che condusse per molti anni una sanguinosa battaglia per la sua indipendenza dall'Inghilterra. E, in parte, proprio di questo parla Il mare e il silenzio, il bellissimo romanzo di Peter Cunningham da poco arrivato nelle librerie italiane. È una storia d'amore, rinuncia, guerra; è la storia di una ragazza irruenta e inesperta che conobbe l'amore, ma una sorte beffarda e crudele glielo strappò condannandola a una vita di infelicità. Ci provò, Iz, a ricostruirla, la sua vita, ci provò a riprendersi la sua felicità, ma quella ancora una volta prese vie impervie evitando di farsi raggiungere. Con una scrittura asciutta, essenziale, ma delicata, sensibile, per nulla fredda o parsimoniosa, Cunningham racconta una storia d'amore insolita e bellissima macchiata dall'insensatezza dell'uomo. Un bellissimo romanzo, su un Paese da scoprire, con una protagonista donna che non si può non ammirare.

 

Opera recensita: "Il mare e il silenzio" di Peter Cunningham

Editore: Sem libri, 2020

Genere: romanzo storico, narrativa straniera

Ambientazione: Irlanda

Pagine: 224

Prezzo: 17,00 €

        Consigliato: sì

Voto personale: 8,5

  

domenica 22 novembre 2020

RECENSIONE: ALESSANDRO D'AVENIA - L'APPELLO

    Sinossi:

E se l'appello non fosse un semplice elenco? Se pronunciare un nome significasse far esistere un po' di più chi lo porta? Allora la risposta "presente!" conterrebbe il segreto per un'adesione coraggiosa alla vita. Questa è la scuola che Omero Romeo sogna. Quarantacinque anni, gli occhiali da sole sempre sul naso, Omero viene chiamato come supplente di Scienze in una classe che affronterà gli esami di maturità. Una classe-ghetto, in cui sono stati confinati i casi disperati della scuola. La sfida sembra impossibile per lui, che è diventato cieco e non sa se sarà mai più capace di insegnare, e forse persino di vivere. Non potendo vedere i volti degli alunni, inventa un nuovo modo di fare l'appello, convinto che per salvare il mondo occorra salvare ogni nome, anche se a portarlo sono una ragazza che nasconde una ferita inconfessabile, un rapper che vive in una casa famiglia, un nerd che entra in contatto con gli altri solo da dietro uno schermo, una figlia abbandonata, un aspirante pugile che sogna di diventare come Rocky... Nessuno li vedeva, eppure il professore che non ci vede ce la fa. A dieci anni dalla rivelazione di Bianca come il latte, rossa come il sangue, Alessandro D'Avenia torna a raccontare la scuola come solo chi ci vive dentro può fare. E nella vicenda di Omero e dei suoi ragazzi distilla l'essenza del rapporto tra maestro e discepolo, una relazione dinamica in cui entrambi insegnano e imparano, disponibili a mettersi in gioco e a guardare il mondo con occhi nuovi. È l'inizio di una rivoluzione? L'Appello è un romanzo dirompente che, attingendo a forme letterarie e linguaggi diversi – dalla rappresentazione scenica alla meditazione filosofica, dal diario all'allegoria politico-sociale e alla storia di formazione –, racconta di una classe che da accozzaglia di strumenti isolati diventa un'orchestra diretta da un maestro cieco. Proprio lui, costretto ad accogliere le voci stonate del mondo, scoprirà che sono tutte legate da un unico respiro.

 

Commento:

Chiamare le cose – e le persone – col loro nome vuol dire dar loro una collocazione, un posto nel mondo, vederle, dar loro l'importanza che meritano. Da troppo tempo i docenti di una classe di un liceo scientifico di una città indeterminata si erano dimenticati di chiamare per nome i loro dieci alunni, i dieci casi disperati rinchiusi in quella classe-ghetto. E loro, i ragazzi, erano completamente spaesati, avevano perso la fiducia nella scuola, ultimo baluardo di cultura, ultima certezza in un mondo al rovescio che confonde, ignora e divora. Poi in classe è entrato un professore di scienze, Omero Romeo, uno che quei ragazzi voleva conoscerli davvero, vederli attraverso le loro storie, il loro volto, i tumulti del loro cuore. Così, prima di cominciare la lezione vera e propria, ha cominciato a fare l'appello… in un modo diverso, che ha prodotto risultati straordinari: i ragazzi, proprio quelli cui sembra sempre non fregare niente, quelli disinteressati, persi, bruciati, hanno risposto in modo grandioso, con un entusiasmo contagioso, virale. L'appello è uscito, per loro volontà, dai confini della classe diffondendosi nel mondo tra l'entusiasmo e l'ostracismo. E così le persone, le vite, le storie hanno ripreso il posto che spettava loro, al centro della scuola, della famiglia, della società. L'appello ha scosso le menti, anche quelle più refrattarie e chiuse, creando bellezza, condivisione, energia.

Amo la prosa ricercata di Alessandro D'avenia, sin dal suo primo romanzo non ho mai smesso di meravigliarmi di fronte al suo modo di dire le cose, di raccontare la scuola, gli adolescenti, i professori, la cultura, la bellezza. Tuttavia questo libro l'ho concluso con fatica… non perché non mi sia piaciuto o perché non sia bello, anzi! I concetti espressi, la visione della scuola, l'energia dei ragazzi, le loro storie e le loro difficoltà… sono tutte cose importantissime raccontate, come sempre, con grande perizia, coinvolgimento e sensibilità. Però in queste pagine c'è qualcosa di troppo che mi ha disturbata… ho fatto fatica a capire cosa fosse, ma poi ci sono arrivata: c'è troppa cecità. Troppi riferimenti alla condizione del professor Romeo, troppa autoironia qualche volta buttata lì a sproposito ("Sono cieco, potrò permettermi di non guardare in faccia nessuno"…), troppo uso della cecità come giustificazione, come motivo della redenzione, quasi a rievocare una conversione sulla via di Damasco che, francamente, dopo un po' rischia di scricchiolare e non reggere più come "espediente narrativo". E badate, queste cose le dico da cieca e per di più molto autoironica. è vero, io cieca lo sono dalla nascita mentre Romeo lo è diventato da appena cinque anni, quindi qualche mio "collega" mi smentirà, ma non è da ciechi rimarcare la propria condizione in ogni frase. Questo continuo uso delle locuzioni "sono cieco" o "da quando sono cieco"… appesantisce, snerva e rende meno realistico il fluire della storia. E aggiungo questo, a beneficio di chi legga il libro prima di questo mio scritto: non so se per chi abbia perso la vista da adulto sia diverso, ma io non ho necessità di toccare il volto delle persone che ho davanti… non mi serve. Per conoscere chi ho vicino mi basta ascoltare le sue parole, anche quelle che non dice: sta lì il segreto, non necessariamente nelle pieghe del volto. Ma questo è un mio pensiero, legato alla mia esperienza, magari altri la pensano – e vivono – diversamente.

In definitiva, il romanzo di D'avenia è molto bello e molto intenso, leggetelo se, come me, siete suoi lettori affezionati, ma non lo consiglio a chi non abbia ancora mai letto niente di quest'autore.

 

Opera recensita: "L'appello" di Alessandro D'avenia

Editore: Mondadori, 2020

Genere: narrativa italiana

Ambientazione: una città non definita

Pagine: 348    

Prezzo: 20,00 €

Consigliato: sì/no

Voto personale: 7,5.

          

mercoledì 18 novembre 2020

RECENSIONE: SALVATORE SCALISI - EVANESCENTE DEPRESSIONE

Sinossi:

Fabrizio è un depresso.  Ha tutto per avere una vita normale; ma un segreto tarlo lo corrode e non lo fa andare avanti. Bruna, la sua migliore “amica” di sempre, gli sta molto vicino. Così pure Biagio, l’amico malato di cancro, che incontra spesso al bar. Ed è bello anche fare conversazione col suo amico negoziante che lo invita ad una festa. Dablo, il suo cane, è in buone mani. Lo affida, infatti, ad Antonella, la bellissima donna che è la sua nuova fiamma. Ma il suo “male occulto” lo porta a tentare il suicidio. Il tuffo in acqua che lo fa quasi annegare, però, lo riporta ad apprezzare la vita. Sì; adesso vuole vivere alla grande e pienamente. Ce la farà o è solo un sogno quello che potrà accadere? Il nostro Salvatore Scalisi ci fa vivere una storia come sospesa in un mondo rarefatto, dove tutto è fluttuante ed evanescente, possibile ed impossibile. Verità e allucinazioni si susseguono. Spazi di luce e di buio si alternano subitaneamente. Fabrizio riuscirà a vivere bene? Chi lo sa; la vita è mistero. Come in una tela di Marc Chagall, figure colorate a tinte forti, volteggiano su sottofondi in cui luce e buio si miscelano incessantemente. Stavolta la penna di Salvatore Scalisi si fa pennello e, come il grande Chagall, crea figure misteriose ed evanescenti, sospese in un vuoto variamente colorato e variamente illuminato.

Prof. Maria Carmela Benfatto.

 

Commento:

All'apparenza Fabrizio è un uomo soddisfatto di sé, equilibrato, con una vita normale… è riuscito a mascherare così bene il suo segreto che nessuno, neanche il fratello, neanche gli amici di sempre lo hanno capito. Qual è questo segreto? In realtà Fabrizio la vita non la ama per niente, non riesce a godersi nulla di tutto ciò che di buono gli accade intorno; è roso e annebbiato da un malessere atavico e profondo che gli fa vedere tutto nero. Da tempo ormai il suo unico pensiero è farla finita, il suo unico obiettivo è trovare un modo per chiudere con la vita. Quando "finalmente" si è deciso e sembra aver trovato il coraggio, non prova la sperata gioia della liberazione… perché? Dipenderà forse da Antonella, la vicina così bella e simpatica che ha conosciuto da poco e con cui c'è stato subito feeling? O forse è per l'amico Biagio che ha un tumore e, anche se avrebbe davvero motivo di essere disperato, non si arrende alla morte? Fabrizio non lo sa, ma mentre annaspa nell'acqua gelida non può fare a meno di seguire l'istinto e di provare a sopravvivere. Da questo momento tutto è confuso, altalenante, spazio e tempo si mescolano, i ricordi e gli eventi si fanno sfuggenti… ce la farà, Fabrizio, a riemergere e riappropriarsi di quella vita che ha tanto bistrattato?

Evanescente depressione è un romanzo popolare, che narra con parole semplici una quotidianità tangibile, una realtà purtroppo comune a molti. La prosa di Salvatore Scalisi è immediata e schietta, lo stile è scorrevole, i dialoghi ricordano il fumetto, le scene si susseguono come fotogrammi di un film in cui l'ombra grigia del male di vivere turba una giornata altrimenti splendente. Un racconto interessante, quello di Scalisi, che ad un certo punto si biforca ponendoci davanti a più alternative… spetta a noi operare una scelta, così come spetta a noi scegliere come vivere la vita, l'unica e sola che ci è toccata in sorte.

 

Opera recensita: "Evanescente depressione" di Salvatore Scalisi

Editore: autopubblicato, 2017

Genere: narrativa italiana

Pagine: 133

Prezzo: 9,30 €

Consigliato: sì

Voto personale: 7,5.

 

      

lunedì 16 novembre 2020

RECENSIONE: SLASH RADIO WEB. TREDICI ANNI DI VOCI, PAROLE, CULTURA E... TANTA INCLUSIONE. AUDIOLIBRO A CURA DI LUISA BARTOLUCCI

SLASH RADIO WEB. TREDICI ANNI DI VOCI, PAROLE, CULTURA E… TANTA INCLUSIONE. Audiolibro a cura di Luisa Bartolucci

 

Quella che segue non è la classica recensione che siete abituati a leggere qui al Simposio dei lettori. Non lo è né nella forma, leggermente diversa dal solito, né nei contenuti. È la prima volta, infatti, che mi ritrovo a parlarvi di un audiolibro, ossia di un libro di cui ancora non esiste la versione cartacea o digitale; inoltre è la prima volta che mi trovo a parlarvi di un libro in cui, in piccola parte, ci sono anch'io.

Sì, perché questo libro parla di una bellissima realtà di cui ho la fortuna di far parte, sia come ascoltatrice che come collaboratrice volontaria, di una realtà che conosco bene e che mi accoglie e coinvolge ogni giorno: Slash radio web, la webradio dell'Unione italiana ciechi ed ipovedenti. Il libro l'ha curato Luisa Bartolucci, colei che questa radio web l'ha creata, ideata, diretta per tredici anni, prendendosi il rischio – poi dimostratosi vincente – di rivoluzionarla completamente nel 2016 rendendola ciò che è ora. Dicevo che il libro lo ha curato Luisa, ma è un libro social, a più voci, lo abbiamo scritto tutti noi, dirigenti, consiglieri, ascoltatori vecchi e nuovi, collaboratori, irriducibili e saltuari, ognuno per la sua parte, con proposte, commenti, idee, anche con la semplice presenza.

Questa corposa pubblicazione (in audio consta di ben due cd e non oso pensare a quante pagine conterà in cartaceo) raccoglie i primi tredici anni della radio che dal 2007 ad oggi è diventata la voce dell'Uici fra i ciechi e per il mondo. Il libro si compone di quattro parti: una prima parte in cui si racconta la storia della radio, la nascita, gli albori, i contributi del presidente e dei dirigenti; una seconda parte decisamente più corposa in cui si dà voce a chi la radio la fa e la ascolta: giornalisti, curatori delle rubriche, ascoltatori, testimoni di un percorso di evoluzione crescente e condivisa di questo fondamentale mezzo di comunicazione. C'è poi la terza parte, più breve, in cui si descrivono più dettagliatamente alcuni eventi organizzati dalla radio e si fa un resoconto condiviso e partecipato della stagione 2019-2020, in cui si evidenzia la grande capacità dell'emittente di adattarsi ai tempi, di cambiare piani e programmi e di restare accanto ai propri ascoltatori anche nei momenti peggiori. La quarta ed ultima parte invece contiene alcune fra le tantissime interviste realizzate in questi tredici anni a scrittori, attori, cantanti, politici… Sì, perché sbaglia chi sta pensando che a Slash radio si parla solo di cecità ed Uici… a Slash radio si parla di tutto: il grande pregio di questa radio è il suo andare al di là dei ciechi, non essere solo una radio associativa, ma un'agorà in cui si discute a tutto tondo di letteratura, musica, cucina, cinema, politica, attualità, diversità, donne, sport…

Quella che emerge da queste pagine è dunque una radio che sa unire professionalità e convivialità, una realtà viva e vivace, in continuo mutamento, aperta ai soci e al mondo esterno; una radio in cui i due lati del microfono sono intercambiabili, gli ascoltatori diventano redattori o persino conduttori, cosa inaudita in qualunque altra realtà. Slash radio ha la redazione più grande del web perché sollecita continuamente i suoi ascoltatori ad esprimersi, ad intervenire, a proporre ed essi rispondono con entusiasmo. Così si viene magicamente a conoscenza che ci sono ciechi che leggono (anche molto), che discutono di qualsiasi argomento al pari degli altri, che consigliano film (con grande perizia), che viaggiano, lavorano, si spostano da soli, che cucinano in piena autonomia ricette gustose, che seguono la moda, che apprezzano persino l'arte! Pensate, se n'è accorto pure il Ministero! Tutte cose che a noi non vedenti sembrano normalissime, ma che purtroppo tanti ancora non conoscono.

Tornando al libro, esso può poi essere letto-ascoltato seguendo due ordini: quello classico, dall'inizio alla fine, e quello casuale, a salti, in base a ciò che più interessa. Di sicuro, qualunque modalità si scelga, si troverà qualcosa di gradevole ed interessante. La lettura magistrale dei due speakers professionisti Mariadele Cinquegrani ed Edoardo Camponeschi poi rende tutto più scorrevole e piacevole da ascoltare.

Una pubblicazione corposa, dunque, che racchiude tredici anni di voci, parole, cultura, storie, emozioni, musica, persone. E se non è inclusione questa…

Consiglio l'ascolto di quest'audiolibro (o la lettura quando sarà possibile) a tutti, vedenti e non vedenti, proprio come a tutti consiglio l'ascolto della nostra radio… una volta ascoltata non la lascerete più.

 

  

RECENSIONE: ISABEL ALLENDE - DONNE DELL'ANIMA MIA

Sinossi:

Con leggerezza e ironia, Isabel Allende rievoca momenti del passato e indugia sul presente per raccontarci le ragioni del suo femminismo. L’autrice parte dalle origini, dalla sua infanzia e adolescenza passate nella cornice di una rigida struttura patriarcale. L’istinto di ribellione è una sorta di reazione naturale al maschilismo imperante che genera in lei l’attitudine che negli anni l’ha portata a schierarsi sempre con i deboli, gli emarginati e tutte le donne che ancora lottano per l’emancipazione. Isabel ci racconta le tappe del suo cammino, a partire dal raggiungimento dell’indipendenza economica, le relazioni tra sessi, la sua biografia sentimentale e professionale. E poi la terza età, ciò che significa per lei, donna pienamente liberata e convinta che i modelli imposti portino a una forma di pregiudizio contro la vecchiaia non dissimile dagli atteggiamenti sessisti e razzisti.

 

Commento:

Se volessimo trovare un sottotitolo a questo nuovo libro di Isabel Allende, potremmo senz'altro scrivere "Autobiografia ragionata e riflessioni sparse di una femminista ante litteram". Sarebbe, credo io, un'ottima sintesi delle pagine in cui l'autrice cilena si racconta, parla della sua infanzia, degli anni di lotta, della vecchiaia e dell'amore. Lo fa non semplicemente per parlare di sé, ma come pretesto per parlare, in modo concreto e ragionato, di femminismo. Ne parla lei che femminista lo è da prima che il femminismo attecchisse nella sua mente pronta, lei che è stata una femminista sin da bambina, una bambina ribelle, un maschiaccio, molto lontana dall'ideale di ragazza e di donna sottomessa, obbediente e discreta che ci si aspettava. Ma Isabel non parla solo di sé, assolutamente: parla di donne, di femministe che l'hanno ispirata, che ha conosciuto, a cui ha affiancato il suo impegno; parla (tanto) di sessualità, amore, accettazione, testardagine e un pizzico di follia che spinge ad osare, a dire di sì alla vita e poi si vedrà. Parla anche molto di amore e di amori, di uomini, del loro modo di vedere la donna, delle loro paure… cita dati, studi, statistiche… In queste pagine di vita reale che sembrano quasi un romanzo, Isabel dimostra la sua ben consolidata bravura di scrittrice, unisce in un perfetto equilibrio fatti personali ed analisi sociale, dimostrandosi un'analista acuta, attenta, consapevole del femminismo di ieri e di oggi e della società in cui esso si contestualizza. Un libro davvero gradevole che regala ottimi spunti letterari e di riflessione. Consigliato.

 

Opera recensita: "Donne dell'anima mia" di Isabel Allende

Editore: Feltrinelli, 2020

Genere: autobiografia, narrativa internazionale

Pagine: 176

Prezzo: 15,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8,5.

          

sabato 14 novembre 2020

RECENSIONE: LARS KEPLER - L'UOMO DELLO SPECCHIO

Sinossi:

Una ragazza è stata uccisa nel parco giochi di un quartiere residenziale di Stoccolma, in piena notte. Sulla scena del crimine restano i chiari segni di un’esecuzione in piena regola.
Ma chi può aver voluto infliggerle una morte così spettacolare e crudele?
Se lo chiede il commissario Joona Linna mentre scopre che la vittima era sparita nel nulla un pomeriggio di cinque anni prima, e da allora non si era più saputo nulla di lei.
Joona deve ricucire i pezzi di questa storia dai contorni sempre più inquietanti, trovare il colpevole e consegnarlo alla giustizia il prima possibile. Ma come fare? Da dove partire se nessuno sa, nessuno ha visto?
Eppure qualcuno deve avere visto, qualcuno che forse non vuole parlare o non riesce a parlare. Qualcuno che per qualche oscuro motivo dev’essere aiutato a ricordare, perché il segreto è imprigionato nel buio della sua mente. Ed è per questo che Joona, bloccato in un labirinto di specchi, decide di infrangere ancora una volta le regole della polizia. Perché sa di non avere altra scelta, deve ricorrere all’aiuto di un professionista che in passato gli ha fornito la chiave per arrivare alla verità: il dottor Erik Maria Bark, meglio conosciuto come l’Ipnotista...
Teso, veloce, beffardo. L’uomo dello specchio è il nuovo attesissimo romanzo della coppia più amata del thriller scandinavo.

 

Commento:

Non è mai facile recensire i thriller di Lars Kepler, perché… perché succedono così tante cose, tutte intrecciate, su vari piani… e poi perché sono sempre così tesi, incalzanti, al cardiopalma che davvero non si ha il tempo di metabolizzare un colpo di sceno che subito siamo al centro dell'azione. Però è sempre un gran piacere, per me che amo i thriller dinamici, attivi e imprevedibili, leggere Kepler e ritrovare il commissario Joona Linna, la sua Svezia, i casi cruenti, complicati e pericolosi in cui è implicato. Ero quindi molto contenta quando ho saputo dell'uscita di questo ottavo volume della serie a lui dedicata… così contenta che il libro è uscito il 12, l'altro giorno, ed io l'ho già terminato nonostante fossero 552 pagine. Ed ora, a fine lettura, posso dire che ancora una volta Lars Kepler, ossia i coniugi Ahndoril, non mi ha delusa: c'è tutto, l'azione, la crudezza, il fattore psicologico, quello sociale. Sì, perché non bisogna dimenticare che i thriller non sono mai una semplice caccia al colpevole, ma affrontano temi importanti che riguardano la società e il vivere civile. In questo caso, oltre alla miriade di temi secondari, quello chiave sono le donne, la loro libertà e soprattutto la loro costrizione, le violenze, gli abusi. Chi li compie li nasconde dietro qualunque giustificazione, Lars Kepler qui ne illumina alcune e lo fa a suo modo… d'impatto. Non consiglio questo libro a tutti: lo consiglio solo a chi abbia già letto gli altri sette volumi della serie ed a chi sia certo di poter/voler affrontare un certo tipo di narrazione che, davvero, non risparmia nessun dettaglio, neanche il più macabro.

 

Opera recensita: "L'uomo dello specchio" di Lars Kepler

Editore: Longanesi, 2020

Genere: thriller psicologico, seriale

Ambientazione: Svezia

Pagine: 552

Prezzo: 22,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 9.

      

mercoledì 11 novembre 2020

RECENSIONE: GABRIELLA GENISI - MARE NERO (LOLITA LOBOSCO 06)

Sinossi:

In una giornata di metà settembre, nei pressi di Bari, il mare restituisce i corpi di due giovani, da poco fidanzati. Insieme ad altri amici, approfittando del clima invitante, erano usciti per una gita in barca e per delle immersioni subacquee nei pressi di un relitto, ma l’allegra escursione si è trasformata in tragedia. Sembra il tipico incidente, dovuto all’imprudenza o alla fatalità. Eppure qualche indizio non quadra e, quando arrivano i risultati dell’autopsia, tutto un altro scenario prende forma. Qualcuno ha voluto uccidere. Ma perché? Toccherà al commissario Lolita Lobosco, animata, come sempre, da un’inesausta passione per la giustizia (oltre che per la buona cucina e i tacchi a spillo), indagare su questo caso. La ricerca della verità si rivelerà particolarmente difficile, tanto più che le acque dell’Adriatico nascondono misteri che in troppi hanno interesse a non far venire a galla. E, come se non bastasse, perfino il questore, attento a non pestare i piedi ai potenti di turno, metterà i bastoni tra le ruote. Ma la bella Lolita, grazie all’aiuto dei suoi fidi collaboratori Esposito e Forte, del sorprendente medico legale Franco Introna e, perché no, di un imprevisto nuovo amore, riuscirà a         mettere insieme i pezzi di un inquietante rompicapo. Senza esitare a tuffarsi, letteralmente, nelle gelide profondità del suo mare.

 

Commento:

Alle soglie dei quarant'anni, Lolita Lobosco è una commissaria affermata e ben voluta nonostante la fama di "tosta" che si porta dietro. Ha un buon lavoro, molti amici, è elegante, amante della cucina… si direbbe che non le manca niente, invece no. Le manca l'amore. Mentre si cruccia con questi pensieri la sera prima del suo compleanno, con la voglia di festeggiare ridotta al lumicino, una chiamata la fa precipitare al porto di Bari. Il corpo di una giovane sub è riemerso privo di vita dopo un'immersione, il suo ragazzo è ancora in acqua, disperso. Poco dopo sarà ritrovato anche lui, morto. Quello che sembra un drammatico, inspiegabile incidente che scuote l'intera città si rivela presto qualcos'altro, qualcosa di diverso. Non è difficile per una poliziotta esperta come Lolita trovare il colpevole, tuttavia ci sono ancora cose da sistemare, non basta la condanna. Lolita ha un conto in sospeso con Marinella, la giovane studentessa di biologia marina morta insieme al suo futuro marito nel mare che entrambi amavano: Lolita ha fatto un giuramento, il primo della sua vita, e costi quel che costi lo manterrà, vedrà chiaro in una faccenda torbida che stava molto a cuore alla ragazza. Una faccenda che ha a che fare col mare e con tutti noi.

Una Lolita diversa quella di questo romanzo, più cresciuta, meno irruenta, più fragile, ma sempre tenace e temeraria come poche. Una saga che, per quanto mi riguarda va in crescendo… e poi, il mare è sempre il mare e chi lo tocca deve pagare e pagare caro. E su questo io e Lolita concordiamo.

 

Opera recensita: "Mare nero" di Gabriella Genisi

Editore: Sonzogno, 2016

Genere: giallo, seriale

Ambientazione: Bari

Pagine: 200

Prezzo: 14,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8,5

  

martedì 10 novembre 2020

RECENSIONE: éMILE ZOLA - TERESA RAQUIN

Sinossi:

"Teresa Raquin", che inaugura la grande stagione artistica di Zola, è una delle opere più rappresentative del realismo francese. Sposata infelicemente a Camillo, un uomo debole e malato, Teresa si lascia sedurre da Lorenzo, ex pittore nullafacente, cinico, parassita. Insieme concepiscono e portano a termine l'assassinio di Camillo. In questo romanzo - definito dall'autore un "grande studio psicologico e fisiologico" - Zola vuole raccontare, nella secchezza bruciante di un referto clinico, la storia di una degradazione. Ne risulta un'opera scabrosa, vero e proprio romanzo nero insieme appassionante e inquietante.

 

Commento:

Il delitto come soluzione definitiva e l'analisi psicologica delle sue conseguenze in chi l'ha commesso è il centro di questo romanzo, il primo che leggo di Zola. Cosa troviamo in queste pagine? Troviamo molte cose… Per esempio conosciamo una giovane donna francese, Teresa, che sin da piccola ha dovuto convivere con il cugino Camillo, perennemente malaticcio e coccolato da una madre iperprotettiva. Per anni e anni questa giovane donna ha represso la sua personalità scalpitante, viva ed energica soffocandosi in un rapporto morboso di amore fraterno che l'ha intrappolata diventando un matrimonio. Teresa non ha mai conosciuto altri uomini, perciò quando vede Lorenzo, amico del marito-cugino e così diverso da lui, se ne innamora all'istante rimanendo travolta e schiacciata dal desiderio. L'unica soluzione che viene in mente ai due per poter soccombere liberamente alla passione è liberarsi di Camillo… uccidendolo. Ma ciò che accadrà dopo sarà ben diverso dalle loro aspettative. Con lucidità, perizia e finanche spregiudicatezza, Zola compie un'analisi accuratissima di come i due amanti siano giunti al delitto e di ciò che diventerà la loro vita successivamente, imbastendo un romanzo assolutamente realistico e realista, a metà tra un noir e un esempio da manuale di psicologia. Questo romanzo è tutto fuor che dimenticabile. Consigliato solo se ci si sente nella disposizione d'animo giusta per leggere un'opera tutt'altro che leggera, ma comunque molto impattante e significativa.

 

Opera recensita: "Teresa Raquin" di émile Zola

Editore: vari, prima ed. originale 1867

Genere: letteratura francese

Ambientazione: Parigi

Pagine: 200 (ed. Garzanti)

Prezzo: 9,00 € (ed. Garzanti)

Consigliato: sì

Voto personale: 8,5.

      

lunedì 9 novembre 2020

RECENSIONE: JO NESBO - IL FRATELLO

    Sinossi:

Sono anni che Roy gestisce una stazione di servizio in un paesino tra le montagne, su al Nord, facendo una vita tranquilla e ritirata. Carl, il fratello minore, se ne è andato da tempo in Minnesota dove è diventato imprenditore e da allora di lui non è arrivato che l’eco del suo successo. Ma ora che Carl è inaspettatamente tornato con il grandioso progetto di costruire un hotel e trasformare il paese in una località turistica, Roy si trova di nuovo a doverlo difendere dall’ostilità e dai sospetti degli altri. Come quando erano ragazzi, Roy cerca di proteggere Carl, ma suo malgrado si ritrova risucchiato in un passato che sperava sepolto per sempre. Dall’incontrastato maestro del crime scandinavo – 40 milioni di copie nel mondo – un thriller sulle menzogne, i segreti, i tradimenti nascosti dietro la rassicurante facciata della vita familiare.

 

Commento:

Roy e Carl non potrebbero essere più diversi, eppure non potrebbero essere più uniti. Perché? Semplicemente perché sono fratelli e, se non bastassero i legami di sangue, ad unirli c'è tutto ciò che hanno dovuto affrontare, insieme. Carl, il fratellino più debole e più amato, e Roy, quello sempre pronto a difenderlo e proteggerlo… rigorosamente sempre insieme. Poi un incidente terribile, l'allontanamento non voluto ma fisiologico, la distanza, gli anni… Dopo quindici anni passati in America, Carl torna a casa con la moglie Shannon e per il fratello, Roy, ricominciano i tormenti, quelli che vengono dal passato. Un passato che ritorna, si ripete, si replica perché l'indole, le debolezze, le inclinazioni di ognuno rimangono intatte nonostante il tempo e le esperienze. Così ancora una volta, due, tre, Roy farà ciò che va fatto, difenderà suo fratello, ma a che prezzo? Un thriller lento, cupo, introspettivo in cui più che l'adrenalina e la tensione, a trascinare nella lettura è lo sgomento e l'incredulità per ciò che si legge. Un buon thriller, indubbiamente – non a caso Nesbo è un autore da 40 milioni di copie – ma non un capolavoro, almeno non per i miei gusti. Lo consiglio, in ogni caso, perché oltre ad essere ben scritto, racconta una storia profonda di famiglia, menzogne e sensi di colpa, una storia torbida e disturbante, ma sicuramente interessante per gli spunti che regala.

 

Opera recensita: "Il fratello" di Jo Nesbo

Editore: Einaudi, 2020

Genere: thriller

Ambientazione: Norvegia

Pagine: 648

Prezzo: 22,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

      

sabato 7 novembre 2020

RECENSIONE: FERZAN OZPETEK - COME UN RESPIRO

Sinossi:

È una domenica mattina di fine giugno e Sergio e Giovanna, come d'abitudine, hanno invitato a pranzo nel loro appartamento al Testaccio due coppie di cari amici. Stanno facendo gli ultimi preparativi in attesa degli ospiti quando una sconosciuta si presenta alla loro porta. Molti anni prima ha vissuto in quella casa e vorrebbe rivederla un'ultima volta, si giustifica. Il suo sguardo sembra smarrito, come se cercasse qualcuno. O qualcosa. Si chiama Elsa Corti, viene da lontano e nella borsa che ha con sé conserva un fascio di vecchie lettere che nessuno ha mai letto. E che, fra aneddoti di una vita avventurosa e confidenze piene di nostalgia, custodiscono un terribile segreto. Riaffiora così un passato inconfessabile, capace di incrinare anche l'esistenza apparentemente tranquilla e quasi monotona di Sergio e Giovanna e dei loro amici, segnandoli per sempre. Ferzan Ozpetek, al suo terzo libro, dà vita a un intenso thriller dei sentimenti, che intreccia antiche e nuove verità trasportando il lettore dall'oggi alla fine degli anni Sessanta, da Roma a Istanbul, in un emozionante susseguirsi di colpi di scena, avanti e indietro nel tempo. Chi è davvero Elsa Corti? Come mai tanti anni prima ha lasciato l'Italia quasi fuggendo, allontanandosi per sempre dalla sorella Adele, cui era così legata? Pagina dopo pagina, passioni che parevano sopite una volta evocate riprendono a divampare, costringendo ciascuno a fare i conti con i propri sentimenti, i dubbi, le bugie.

 

Commento:

Certe storie sono lì proprio per essere riscoperte, perché qualcuno le racconti. È questa l'impressione che conservo alla fine della lettura di questo terzo romanzo di Ferzan Ozpetek: una storia intensa in cui presente e passato si intrecciano e si incrociano in una narrazione a filo doppio; una storia di una bellezza delicata eppure vibrante che, sebbene di fantasia, andava raccontata, impressa sulla carta. Una storia che porta in sé tutta la gamma di colori, sensazioni, scenari che Ozpetek sa evocare, quelli che costituiscono il perno, il fulcro della sua arte e della sua vita. Roma e Istanbul: è questo il binomio attorno al quale ruota anche questa storia, la storia di due sorelle, Elsa e Adele, così unite eppure così lontane, che dopo cinquant'anni mancano un nuovo incontro per un soffio. Una storia di luci ed ombre, di equilibri fragilissimi, di segreti passati e presenti, che parla di amore tradito, di lontananze e perdoni desiderati e non concessi. Una storia che parla di quanto possono essere relativi i rapporti umani, di come basti un nulla perché tutto cambi. Una storia che, raccontando il passato, parla al presente, ai giovani, agli incerti, ai timorosi, ai troppo sicuri. Un racconto che scorre via in un soffio, da godersi nell'intimità di una camera in un pomeriggio di quiete e da serbare nella mente perché il messaggio sedimenti e agisca sulle scelte e sulle decisioni che prenderemo. Consigliato.

 

Opera recensita: "Come un respiro" di Ferzan Ozpetek

Editore: Mondadori, 2020

Genere: narrativa italiana

Ambientazione: Roma-Istanbul

Pagine: 168

Prezzo: 17,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 9.

      

mercoledì 4 novembre 2020

RECENSIONE: BETH MORREY - LA SECONDA VITA DI MISSY CARMICHAEL

Sinossi:

La mia casa è grande. Troppo grande. Ma io non sento la solitudine. La mia vita mi piace così. Uguale, giorno dopo giorno. Non ho bisogno degli altri. La maggior parte di loro, comunque, non si accorge di me. E io non faccio nulla perché questo accada. Eppure una mattina al parco qualcuno si è avvicinato. Due donne mi hanno vista persa nei miei pensieri e mi hanno offerto un caffè. Niente di che. Un piccolo gesto. Qualcosa che nessuno faceva per me da tanto tempo. Una gentilezza dopo la quale nulla è stato come prima. La mia seconda vita ha avuto inizio. La mia casa non è più così grande, se intorno al tavolo della cucina siamo in tanti. Com’era una volta. Le mie passeggiate sono diventate più lunghe, se fatte con qualcuno accanto. Ho aperto uno spiraglio nel guscio in cui mi ero rifugiata. Ma all’inizio l’ho richiuso subito, per paura che qualcuno potesse conoscere i segreti che non ho mai confessato a nessuno. Sono sempre stata brava a nasconderli. A poco a poco, però, ho scoperto la magia del fidarsi e del lasciar andare. Anche gli sbagli. Anche il dolore. Perché le persone sono pronte non solo a giudicare, ma anche a starti vicino. Basta permetterglielo. Una protagonista come non ne avete mai conosciute. Un esordio con un successo planetario come non avveniva da anni. Una storia pronta a cambiarvi la vita come non è mai accaduto finora. Dopo aver scalato le classifiche a pochi giorni dall’uscita, dopo aver riempito di recensioni entusiastiche le pagine culturali dei principali giornali del mondo, dopo aver fatto innamorare i lettori, anche i più esigenti, dopo essere state scelte per la trasposizione cinematografica, finalmente arrivano in Italia Beth Morrey e la sua Missy Carmichael. Preparatevi a conoscerla, sarà con voi per sempre, sul vostro comodino e nel vostro cuore.

 

Commento:

Missy vive sola nella sua grande casa-mausoleo, ripiegata su se stessa, chiusa a riccio, penetrabile solo verso i suoi sensi di colpa, la sua rabbia, il suo radicato malessere. Missy si crogiola nel commiserarsi ripercorrendo ricordi ed errori di sessant'anni di vita insieme al marito Leo e ai figli Melanie e Alister. Missy cammina per strada facendo le cose, pensando i pensieri, frequentando i luoghi che sarebbero piaciuti al suo marito perduto, pensando a ciò che scriverà, una volta a casa, nella mail al figlio lontano, rimuginando sulle parole furiose che due anni prima ha scambiato con la figlia Melanie. E dopo tanto macerarsi in questo stato di prostrazione psicologica e annegare il dolore nell'alcool, un giorno il suo corpo non ce la fa più, dice basta, cede e Missy sviene in pubblico, al parco. La soccorrono due donne, Angela e Silvie, tanto diverse tra loro e da lei,  due donne che, anche se Missy non lo sa ancora, diventeranno due delle sue più preziose amiche nonché le artefici dell'avvio della sua seconda vita. Sarà grazie a loro che Missy si ritroverà a prendersi cura di un cane che le riempirà la casa e la vita, costringendola ad uscire e permettendole di incontrare tante persone che diventeranno suoi amici. Sarà grazie a quest'apertura via via sempre maggiore che Missy riuscirà a guardare se stessa e la sua vita in un modo diverso, più indulgente e positivo. Da donna sola e respingente si riscoprirà gentile, allegra e disposta a lasciarsi aiutare. Questa la storia raccontata in La seconda vita di Missy Carmichael, romanzo di esordio di Beth Morrey che rientra a pieno titolo nel filone letterario Feel Good. Un libro discreto, gradevole, ma con un grande difetto: non avere nessun pregio. Non è originale, non brilla per nessuna particolarità, è un libro che si legge, fa compagnia, svolge il suo compito di spandere benessere, ma è un benessere momentaneo, un libro che non rimane, non si ricorda a lungo. Per questo motivo il mio consiglio è di leggerlo, ma solo se avete voglia di una lettura di questo tipo, rassicurante, pacificante, ma nulla di più. Discreto, bellino, ma non bello, tantomeno bellissimo.

 

Opera recensita: "La seconda vita di Missy Carmichael" di Beth Morrey

Editore: Garzanti, 2020

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Inghilterra

Pagine: 336

Prezzo: 17,90 €

Consigliato: sì/no

Voto personale: 7

      

lunedì 2 novembre 2020

RECENSIONE: ANNABEL ABBS - FRIEDA

Sinossi:

Nottingham, 1907. I coniugi Weekley formano una coppia insolita. Il mite Ernest non spicca per il suo fascino, ha origini umili ed è uno studioso di etimologia barricato in un mondo di prevedibili radici e desinenze. Frieda – la baronessa Von Richthofen – è di una bellezza straordinaria, discende da una famiglia di aristocratici tedeschi, e la sua personalità non potrebbe essere piú lontana da quella del marito: è raffinata, brillante, spontanea. Ernest e Frieda hanno tre bambini, Monty, Elsa e Barby, e convivono serenamente nella loro modesta dimora a due passi dalla foresta di Sherwood. Ultimamente, però, Frieda è giú di tono. Ernest le suggerisce allora di andare a trovare sua sorella a Monaco per distrarsi un po'. Monaco, 1907. Quando arriva nella città bavarese, Frieda ha l'impressione di aver riacquistato la vista dopo anni passati al buio di un'esistenza mediocre. Nei caffè bohémien scopre le idee radicali di anarchici e artisti d'avanguardia, nel salotto della sorella Elisabeth una nuova teoria rivoluzionaria, la psicoanalisi, e una prassi dissoluta, il libero amore. Frieda si innamora perdutamente dell'amante di Elisabeth, il medico Otto Gross – seguace di un certo Freud –, e sogna di trasferirsi con lui nella comunità utopica di Monte Verità. Al termine del suo soggiorno a Monaco, seppur ripiombata nello squallore del suo ménage familiare, Frieda rinuncia alla fuga: non può abbandonare i suoi figli. Nottingham, 1912. Sono passati cinque anni, ma Frieda non ha dimenticato Monaco e quel turbinio di emozioni che la faceva sentire viva. La relazione con Ernest la avvilisce e il suo ruolo di madre devota le sta stretto, nonostante l'amore incondizionato che nutre per i bambini. Frieda ancora non sa che l'incontro casuale con un giovane poeta dai capelli rossi è destinato a cambiare il corso della sua vita. E la storia della letteratura.

 

Commento:

Questa, sebbene romanzata, è la biografia di una donna realmente esistita, Frieda Von Richthofen, una baronessa che dalla viva e attiva Germania si trasferisce nella composta, rigida, morigerata Inghilterra per sposare un uomo tanto diverso da lei, sia per estrazione sociale, sia per temperamento. Da quest'uomo avrà tre figli che amerà per sempre, ma rischierà di venire sopraffatta dall'ambiente di quieta ipocrisia della Nottingham industriale e refrattaria a ogni forma di emancipazione. Così Frieda parte per Monaco, rimane stupefatta ed ammaliata dal movimento culturale, erotico, sociale, dall'emancipazione delle idee e dei costumi, tanto che quando torna a casa non riesce più a farsi andar bene la vita di prima. Vuole essere libera e lo sarà. Dopo alcune relazioni extraconiugali, Frieda trova finalmente l'uomo che le stravolge il cuore e la vita: è un giovane poeta e scrittore povero e squattrinato che si chiama David Herbert Lawrence. Sarà lei la musa, l'ispirazione per tutte le figure femminili dei suoi romanzi. Saranno reciprocamente cura e nemesi, amore e odio, gioia e cruccio. Il prezzo pagato da Frieda, però, è alto, altissimo: la legge, prontamente interpellata dal marito abbandonato e pazzo, le impedisce di vedere i suoi figli fino alla maggiore età.

In questo romanzo, o meglio, biografia romanzata, Annabel Abbs racconta la storia di una donna, di una madre, che pur di vivere felicemente la propria vita ha dovuto lottare con le unghie e con i denti per mantenere insieme gli affetti più cari, le varie parti di sé disseminate per la vita. Frieda è una donna straordinaria per il momento storico in cui ha vissuto e il romanzo la tratteggia al meglio, perciò se la figura di questa donna tanto coraggiosa vi affascina, io non posso che consigliare questa lettura.

 

Opera recensita: "Frieda" di Annabel Abbs

Editore: Einaudi, 2020

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Inghilterra-Germania-Italia, 1907-1913

Pagine: 384

Prezzo: 21,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.