venerdì 20 maggio 2016

RECENSIONE: VALERIO MIELI - DIECI INVERNI


Sinossi:

Camilla, diciottenne appena arrivata dal paese per studiare letteratura russa, nota tra la folla un ragazzo. Anche lui porta con sé una valigia, anche lui è appena arrivato. I due iniziano a guardarsi: lei è timida e finge di leggere un libro, Silvestro invece è sfacciato e nasconde la sua inesperienza dietro un’ingenua spavalderia. E quando il vaporetto attracca, decide di seguire Camilla per le calli nebbiose di un’isola della laguna. Così comincia un’avventura lunga dieci anni, che porterà i due ragazzi dalla Venezia quotidiana degli studenti fino alla straniante frenesia di Mosca, con i suoi teatri e le enormi strade trafficate. Camilla e Silvestro vivranno altre storie d’amore, si scriveranno, saranno coinquilini nella stessa casetta, ospiti a un matrimonio nella campagna russa e poi ancora passanti distratti nell’affollato mercato di Rialto. Saranno di volta in volta nemici, amici, conoscenti, innamorati, vicini o distanti. Dieci inverni è una storia d’amore, o meglio il prologo di una storia d’amore, raccontata a due voci: ogni inverno è una finestra aperta a curiosare nella vita di due persone che non si perdono mai del tutto e intanto crescono, segnate dal difficile e splendido ingresso nell’età adulta.

 

Qualche tempo fa, nel mio periodo universitario in cui ho visto molti film, mi è capitato di vederne uno intitolato Dieci inverni. Ricordo che era bello, mi piacque, ma mi resi conto che mi stavo perdendo qualcosa dato che non potevo leggere i sottotitoli delle conversazioni in russo. Scoprendo che il film era tratto da un libro pensai che forse quello sarebbe stato più agevole da capire e infatti è stato così.
Eccomi, dunque, a parlarvi di dieci inverni, romanzo di esordio dello scrittore Valerio Mieli che è anche regista dellomonimo film. E un romanzo piacevole e scorrevole e nonostante copra un arco di tempo di dieci anni si legge in poche ore.
E la storia di Camilla e Silvestro, due ragazzi che, nel giorno del loro trasferimento a Venezia per luniversità, si incontrano casualmente su un vaporetto e da quel momento non riusciranno a lasciarsi per i successivi dieci anni. In realtà detta così sembrerebbe la classica favola damore alla e vissero tutti felici e contenti, ma no. Camilla e Silvestro si incontrano, si inseguono, si evitano, si odiano e si consolano senza che tra loro ci sia mai nulla che farebbe pensare allamore. O almeno non allamore come comunemente lo immaginiamo perché in effetti, a pensarci bene, il continuo evitarsi, fraintendersi, cercarsi inconsciamente, non riuscire a smettere di pensare allaltro seppur raramente,  non può forse essere ricondotto, in qualche modo, allamore? I due protagonisti vivono le loro vite diverse, divisi tra Venezia e Mosca, vivono altre relazioni, hanno altri interessi, chi il teatro, chi le lumache, ma alla fine si incontrano inevitabilmente ogni inverno. E forse questa storia dà ragione a chi diceva che chi se ne va non lo fa mai per davvero a meno che non siamo noi a volerlo Mi è piaciuto questo libro? Sì, anche se mi ha lasciato un retrogusto dolceamaro, proprio la stessa sensazione che mi aveva lasciato il film. Ve li consiglio entrambi, tanto più che il film ha un cast di tutto rispetto con Isabella Ragonese, Michele Riondino e il tema musicale principale di Vinicio Capossela.
E una lettura breve, ma che fa riflettere.

 

Opera recensita: Dieci inverni di Valerio Mieli

Editore: Rizzoli, 2009

Genere: narrativa italiana
Ambientazione: Venezia, Russia
Pagine: 210

Consigliato: sì

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Film: dieci inverni, 2009, pluripremiato, con regia di Mieli, protagonisti Ragonese e Riondino

Consiglio musicale: Parla piano di Vinicio Capossela.

 

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