mercoledì 31 maggio 2017

RECENSIONE: HENRY JAMES - WASHINGTON SQUARE


Sinossi:

"Washington Square", pubblicato in Inghilterra nel 1880, venne ritenuto dalla critica opera non solo minore ma insignificante. Il libro è invece un bellissimo

romanzo che precede di alcuni anni i più celebri racconti di Anton Cechov. In "Washington Square" predomina, soprattutto nelle memorabili pagine retrospettive,

quelle dei "bilanci" e degli addii, un tono crepuscolare, quasi di mestizia, e comunque di acuto, lancinante raccoglimento. La storia è quella di un brillante

medico newyorkese, il dottor Austin Sloper, che rimane vedovo con un'unica figlia, l'ubbidiente e poco vivace Catherine. Un bellimbusto egoista e nullafacente,

Morris Townsend, cerca di circuire la ragazza, abbagliato dalla ricca dote. Il giovane Townsend, infastidito dalle continue dilazioni di Catherine e dall'ostilità

del potenziale suocero, che vede in lui la rovina della figlia, abbandona il campo, per ricomparire molti anni dopo. Catherine saprà respingerlo, amareggiata

e disillusa, dopo esserne stata per lungo tempo innamorata.

 

Commento:

“Washington Square” è il primo romanzo che leggo di Henry James: ho trovato svariate citazioni di quest’autore in “Leggere Lolita a Teheran” e mi sono incuriosita. Devo dire che, a lettura terminata, sono contenta di averlo letto e credo che in futuro mi avvicinerò ad altre opere di quest’autore, magari più voluminose.

In questo romanzo breve si racconta la storia degli Sloper, una rispettabile famiglia newyorkese residente a Washington Square: i protagonisti sono lo stimato dottor Austin Sloper, medico assennato e lungimirante, la figlia Catherine (vera protagonista della storia), la zia Lavinia, sorella del medico che vive con gli Sloper, ed il giovane eclettico Morris Townsen, interessato alla mano della dolce Catherine. E’ proprio nella storia tra i due giovani che sta il centro del romanzo: assistiamo al colpo di fulmine del giovane disoccupato ma fascinoso Morris per Catherine, al progressivo innamoramento della ragazza, alla fervente ostilità del padre medico, convinto che il giovanotto miri all’eredità della figlia ed ai piani orditi dalla sognante, fantasiosa e un po’ subdola zia Lavinia che cambia idea sulla sorte di quest’amore come cambia il vento.

Ma la cosa più interessante di tutto il romanzo, al di là della trama, è l’analisi dei personaggi: è evidente che Henry James intenda sottoporre ai nostri occhi l’evoluzione caratteriale e comportamentale di tutti i protagonisti, giacché la descrive costantemente con particolare attenzione. Così abbiamo il dottore che all’inizio del libro viene presentato come calmo, intelligente, assennato, e che man mano che scorrono le pagine diventa sempre più spietato, intrattabile e crudele; poi c’è Catherine che passa da una completa, apatica accettazione di qualunque cosa faccia piacere al padre ad un amor proprio sorprendente, nonché ad una ferrea determinazione nei suoi propositi. E lo stesso dicasi per Morris… E’ questo, a mio parere, il fulcro del romanzo e l’ottica con cui va letto.

Venendo alle considerazioni personali, dirò che, nonostante non abbia fraternizzato con nessuno dei personaggi che mi sono risultati tutti più o meno odiosi, il romanzo mi è piaciuto molto proprio per i suoi risvolti psicologici. Lo consiglio, dunque, tanto più che si tratta di una lettura breve scritta con una prosa chiara e senza particolari salti spazio-temporali. Per essere il primo di James che leggo, mi è andata bene!

 

Opera recensita: “Washington Square” di Henry James

Editore: Garzanti, prima ed. 1880

Genere: romanzo classico

Ambientazione: New York

Pagine: 204

Prezzo: 6,50 €

Consigliato: sì.

 

 

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