Sinossi:
Le pigre estati all’ombra dei ciliegi e le sere d’inverno
sotto il korsi; il sapore degli halva sfrigolanti di burro e le discussioni
sulla moda europea:
sono le consuetudini che scandiscono un’amicizia preziosa,
quella tra le famiglie di Shirin e Parì. Ma la rivoluzione islamica cambia
tutto, disperde su
strade diverse i tre fratelli di Parì ormai uomini,
rendendoli nemici e mettendo a repentaglio la vita delle due amiche. La storia
vera della Gabbia d’oro
è quella di molte famiglie iraniane, vittime nel giro di
pochi decenni di sconvolgimenti storici e politici che hanno significato la
guerra dei padri contro
i figli, dei fratelli contro i fratelli, e che hanno
provocato l’emigrazione di milioni di cittadini. In controluce scorre la
Storia, dagli ultimi giorni
della monarchia all’ascesa di Ahmadinejad. E la vicenda,
densa come un romanzo, è anche un grido di denuncia e di scandalo: la tragedia
della famiglia
di Parì, intrecciata alla vicissitudine personale e
professionale di Shirin Ebadi, è quella di un intero popolo. Vessato da una
monarchia corrotta, rovinato
dalle ingerenze straniere e dalla spregiudicata politica
americana, e ancora in balia di un regime teocratico.
Commento:
Shirin Ebadi è una donna forte, è un magistrato che non può
esercitare il suo mestiere in favore di funzionari vicini al regime, è un
avvocato tenace e combattivo, è una donna che si batte per i diritti dei più
deboli in un paese, l’Iran, dove anche i diritti più elementari vengono violati
in nome di un’ideologia. Ed è proprio l’ideologia, sia essa di carattere
militare, politico, religioso, che imprigiona gli uomini in una gabbia d’oro,
che impedisce loro di considerare le idee altrui e di riconoscere anche gli
affetti più cari. E’ proprio questo che succede alla famiglia di Pari, la
migliore amica di Shirin: i tre fratelli di Pari intraprendono strade
diversissime che spaccano la famiglia e incrinano irrimediabilmente i rapporti
umani. E in un paese in ginocchio per la corruzione, i tradimenti e l’abuso di
potere, neanche la famiglia sembra resistere. Ma infondo c’è ancora una
speranza. C’è sempre una speranza.
La storia raccontataci dall’autrice, che per il suo operato
ha ricevuto anche un premio Nobel per la pace, è davvero straziante e profonda.
Tuttavia la Ebadi la racconta con un distacco, una freddezza sottile ma
avvertibile, forse dovuta proprio alla tenacia ed al sangue freddo che le ha
permesso di sopportare tutte le ingiustizie e di continuare a combattere per sé
e per gli altri mettendo anche a rischio la vita. Se mi è permessa una
considerazione personale a margine, dirò che probabilmente proprio questo
distacco non mi ha permesso di entrare completamente in sintonia con l’autrice
e non mi ha portato il coinvolgimento che speravo e che la storia stessa
meriterebbe.
Ma al di là della mia impressione personale, si tratta di un
ottimo libro, nato dalla volontà di denunciare la barbarie di una rivoluzione
fatta in nome del popolo o della religione, ma in realtà basata solo
sull’interesse personale e sull’asservimento a poteri forti. Una lettura,
nonostante tutto, consigliata.
Opera recensita: “La gabbia d’oro” di Shirin Ebadi
Editore: Rizzoli, 2009
Genere: testimonianza, autobiografia
Ambientazione: Iran
Pagine: 272
Prezzo: 10,00 €
Consigliato: sì.
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