lunedì 5 febbraio 2018

RECENSIONE: NATSUO KIRINO - LE QUATTRO CASALINGHE DI TOKYO


Sinossi:

La pazienza di Yaoyoi, della dolce e graziosa Yaoyoi, si è rotta oggi improvvisamente come un filo. Nell’ingresso di casa, davanti alla faccia insopportabilmente

insolente di Kenji,  il marito che ha dilapidato tutti i suoi risparmi, Yaoyoi si è tolta la cinghia dei pantaloni e l’ha stretta intorno al collo del

disgraziato. Kenji ha tentato di afferrare la cintura, ma non ne ha avuto il tempo. La cinghia gli è penetrata subito nella carne.

È stato buffo vedere come il collo di Kenji si sia piegato all’indietro e le mani abbiano cominciato ad annaspare disperatamente nell’aria. Sì, buffo,

veramente buffo,  poiché un uomo così, un infelice che beve e gioca, non si cura dei figli, è attratto da donne impossibili e picchia la moglie, non meritava

certo di vivere!

Le gambe abbandonate storte  sul pavimento di cemento dell’ingresso, accasciato sulla soglia, la testa tutta girata, Kenji, a un certo punto, non si è

mosso più. Yaoyoi gli ha messo allora una mano sul collo per sentire le pulsazioni. Niente. Sul davanti dei pantaloni ha visto una macchia bagnata. E ha

riso, stupefatta della forza furiosa, della crudeltà di cui era stata capace. Ha riso anche quando Masako e Yoshie, le fedeli amiche, l’hanno aiutata trasportando

il cadavere a casa di Masako, tagliandolo a pezzetti e gettando poi i resti in vari bidoni d’immondizia.

Straordinario thriller che ha per protagoniste quattro amiche (la dolce e graziosa Yayoi, l’ intelligente e coraggiosa Masako, Yoshie, la madre angariata

da una figlia capricciosa e da una suocera invalida, Kuniko, la trentenne derubata dal marito e minacciata da un usuraio) che si conoscono in una puzzolente

fabbrica di cibi precotti e che scoprono insieme il gusto della rivolta e il fascino e il business del crimine, Le quattro casalinghe di Tokyo, come accade

spesso nei buoni romanzi polizieschi, illumina ciò che accade in un mondo in cui la tradizione si rompe come la pazienza di Yaoyoi: improvvisamente come

un filo.

 

Commento:

Beh, non c’è che dire: questo è decisamente un romanzo singolare e sui generis, sia per ambientazione sia per stile. Abituata alle atmosfere eteree ed allo stile lieve di altri autori orientali, non avrei mai pensato di imbattermi in una vicenda così truculenta scritta da un’autrice giapponese e devo dire che la cosa ha il suo fascino. Questo romanzo unisce la crudezza e la spregiudicatezza dei noir occidentali con la capacità tutta orientale di assorbire e rendere terribilmente normali anche gli eventi più truci.

Il risultato è che qui si parla della morte, dell’omicidio e dello smembramento di cadaveri con una freddezza disarmante che, tuttavia, rende tutto più intenso e delirante.

I protagonisti sono tanti, tutti diversi e ben caratterizzati: ci sono le quattro casalinghe impiegate nei turni di notte in uno stabilimento dove si preparano colazioni industriali, tutte con problemi familiari ed economici e tutte tra loro diverse ed interessanti; c’è Satake, l’oscuro ed affascinante proprietario di una casa da gioco con un passato insondabile e terribile; c’è il giovane piccolo malavitoso dal colletto bianco, dalla coscienza torva e dall’animo tutt’altro che intrepido. Questa varietà di soggetti, che contribuiscono a rendere la narrazione altrettanto varia con il loro punto di vista, imprime al romanzo una dimensione più umana, quotidiana, inquietante. Se vi piace il genere e non avete problemi di stomaco… beh, ve lo consiglio: è un’esperienza di lettura da fare!

 

 

Opera recensita: “Le quattro casalinghe di Tokyo” di Natsuo Kirino

Editore: Neri Pozza, prima ed. 2003

Genere: noir

Ambientazione: Tokyo

Pagine: 656

Prezzo: 14,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 9.

 

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