mercoledì 16 gennaio 2019

RECENSIONE: PRIMO LEVI - SE QUESTO è UN UOMO


Sinossi:
Primo Levi, reduce da Auschwitz, pubblicò "Se questo è un uomo" nel 1947. Einaudi lo accolse nel 1958 nei "Saggi" e da allora viene continuamente ristampato ed è stato tradotto in tutto il mondo. Testimonianza sconvolgente sull'inferno dei Lager, libro della dignità e dell'abiezione dell'uomo di fronte allo sterminio di massa, "Se questo è un uomo" è un capolavoro letterario di una misura, di una compostezza già classiche. È un'analisi fondamentale della composizione e della storia del Lager, ovvero dell'umiliazione, dell'offesa, della degradazione dell'uomo, prima ancora della sua soppressione nello sterminio.

Commento:
Che sia per conoscenza diretta, approfondimento e interesse personale, conoscenza scolastica, parziale o approssimativa o per semplice sentito dire, tutti sappiamo (o crediamo di sapere) cos'è stato l'Olocausto. Tutti, di certo, abbiamo sentito parlare di Primo Levi, il chimico torinese che fu deportato nel lager della Buna perché ebreo, e del suo libro più famoso, "Se questo è un uomo". Ebbene, c'è qualcosa di particolare, di intrinseco e sfuggente che rende quest'opera diversa e in qualche modo superiore rispetto alle tante testimonianze letterarie su quella pagina della storia: riflettendoci attentamente, sono arrivata a pensare che la sua particolarità sia da rinvenirsi nell'atteggiamento con cui Levi racconta le atrocità e la barbarie del campo. E', come lo definisce lo stesso autore nella postfazione scritta nel 1976, "l'atteggiamento pacato e sobrio del testimone": Levi qui non si erge mai a giudice di quanto accadde; non si trova mai in questo scritto una parola d'odio contro i tedeschi; tutto viene analizzato, ricordato e descritto quasi con distacco, con qualcosa di simile all'assuefazione di chi si è abituato a vedere ogni giorno le scene descritte. L'unico obiettivo qui è raccontare, testimoniare al mondo ciò che si è visto e vissuto, obiettivo che sarà forse uno dei pochi appigli che permetteranno a Levi e ad altri come lui di sopravvivere per ritornare. L'altro appiglio, come ci rivela l'autore, fu quello di vedere sempre in se stessi e nell'altro un uomo, non una cosa o una bestia, ma un essere umano. Sgomenta, ancora, una volta di più,  la lucidità con cui Levi imprime i suoi ricordi in queste pagine, nonostante raccontino cose già lette, atrocità conosciute eppure difficili da digerire.
E' forse proprio questa sobrietà a rendere questo libro quanto di più vicino a ciò che oggi usiamo definire "capolavoro letterario". Di sicuro, capolavoro o no, "Se questo è un uomo" è un'opera pregevole che ciascuno di noi dovrebbe leggere e rileggere, ancor più che per il contenuto, per il modo pacato e insieme tagliente con cui è stata scritta. Difficile, per me, staccarmi da queste pagine.

Opera recensita: "Se questo è un uomo" di Primo Levi
Editore: Einaudi, ed. originale 1947
Genere: autobiografia
Ambientazione: Polonia, 1943-1945
Pagine: 209
Prezzo: 10,50 €
Consigliato: sì
Voto personale: 10.


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