venerdì 9 agosto 2019

RECENSIONE: PAOLO RUMIZ - MASCHERE PER UN MASSACRO


Sinossi:
Un reportage capace di svelare i veri meccanismi della guerra balcanica dietro i fraintendimenti e le mistificazioni. "La guerra mette a nudo la verità degli uomini e insieme la deforma. Ci sono tanti aspetti di questa verità; uno di essi è la cecità generale - cecità delle vittime, degli spettatori (i servizi d'informazione occidentale, oscillanti tra esasperazione, ignoranza o rimozione dell'orrore e fra cinismo e sentimentalismo) e della "grande politica", che nel libro di Rumiz fa una figura grottesca." (Claudio Magris). Con una nuova introduzione dell'autore.

Commento:
"A chi giova?". Quando si vuole davvero cercare di capire una guerra, forse la frase chiave è proprio questa, forse è questa la domanda da porsi. Paolo Rumiz, cercando di capire la guerra più assurda ed incomprensibile della storia, si chiede proprio questo. E diventa evidente, seguendo la sua analisi, che la guerra dei Balcani fu la prima e forse unica guerra a nascere dopo un accordo; è per questo che la si può definire senza tema di sbagliarsi, un imbroglio, una farsa a spese dei civili e della cultura. Eppure i segnali erano chiari da tempo, ma nessuno ha voluto vederli, né la gente comune che pure di guerre ne aveva viste tante, né l'Unione europea sempre troppo preoccupata del proprio feudo privato, non l'aveva capito la gente di montagna che poi fu usata come sobbillatrice, nessuno aveva voluto cogliere i segnali. Perché? Probabilmente perché “Il bene prevale numericamente sul male, ma non sa fiutare il pericolo”. Così la perfidia di pochi strateghi e la cecità di molti portarono ad uno dei conflitti più strani e meno chiari di tutto il Novecento. Maschere per un massacro non è una lettura facile, è un saggio/reportage, che si snoda con competenza e quasi nostalgia per ciò che è stato. Un libro ben scritto e un racconto autentico su un periodo buio della storia europea e mondiale.

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