domenica 8 maggio 2016

RECENSIONE: MARGARET MAZZANTINI - MARE AL MATTINO


Sinossi:

"Pensava soltanto a quello. Riportare la sua vita a quel punto. Nel punto dove si era interrotta. Si trattava di unire due lembi di terra, due lembi di tempo. In mezzo c'era il mare. Si metteva i fichi aperti sugli occhi per ricordarsi quel sapore di dolce e di grumi. Vedeva rosso attraverso quei semi. Cercava il cuore del suo mondo lasciato". Farid e Jamila fuggono da una guerra che corre più veloce di loro. Angelina insegna a Vito che ogni patria può essere terra di tempesta, lei che è stata araba fino a undici anni. Sono due figli, due madri, due mondi. A guardarlo dalla riva, il mare che li divide è un tappeto volante, oppure una lastra di cristallo che si richiude sopra le cose. Ma sulla terra resta l'impronta di ogni passaggio, partenza o ritorno che la scrittura, come argilla fresca, conserva e restituisce. Un romanzo di promesse e di abbandoni, forte e luminoso come una favola.

 “Cerca un punto fisso all’orizzonte!” E’ la raccomandazione che Jamila fa a suo bambino, Farid, per proteggerlo dal “male del mare”.
Farid il mare non l’aveva mai visto prima: lui finora aveva sempre vissuto nel suo deserto, con il nonno Mussah, la mamma e il papà… ma ora il papà non c’è più, l’ha portato via la guerra, Farid l’ha visto cadere. Ed ora lui e Jamila devono scappare, lasciare la loro casa, la loro città, il loro deserto alla volta dell’Italia. Ma ora che è notte e non c’è nemmeno la luna, il mare sembra carta nera, si incolla addosso e fa paura.
Dall’altra parte del mare c’è Vito. Lui, Vito, ha 18 anni, vive con Angelina, una madre che non è italiana né araba, una madre che da una vita, da quando aveva 11 anni, aspetta di ripartire, di ritornare a Tripoli, in quella Libia che le ha dato i natali, a sentire l’odore dell’asfodelo e del carrubo, a modellare la cera per fare candele profumate, a giocare con Alì. Angelina è nata a Tripoli da genitori italiani deportati prima della guerra; Angelina e la sua famiglia sono stati scacciati da Gheddafi e rispediti in Italia dove sono stati trattati da clandestini, da reietti, da stranieri. Ed ora Vito, il figlio di Angelina, li vede sbarcare ancora quegli stranieri sulle coste siciliane, su barconi di fortuna, in una lotta incessante di poveri tra poveri.
Un racconto breve ma intensissimo, questo “mare al mattino”, in cui le emozioni si susseguono incessanti dalla prima all’ultima parola. Un racconto tanto bello quanto struggente, così antico eppure così attuale, come sono tutte le tragedie umane. Un libro bellissimo, insomma, che tratta temi di grande attualità: l’immigrazione, l’emigrazione, la guerra, i viaggi della speranza sono, purtroppo, temi di cui si parla ogni giorno e si tratta di realtà molto vicine a noi: sono tanti i migranti che giungono, praticamente ogni giorno, sulle nostre coste e non tutti, purtroppo, ce la fanno. Non tutti riescono a guardare quel punto fisso all’orizzonte che permette loro di resistere, di non farsi risucchiare via dal mare della vita.


Opera recensita: “Mare al mattino” di Margaret Mazzantini

Editore: Einaudi, (L’arcipelago di Einaudi), 2011

Genere: narrativa italiana
Ambientazione: Libia, Mediterraneo, Italia
Pagine: 127.

Consigliato: decisamente sì

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Film: “Terraferma” di E. Crialese;

Consiglio musicale: Crifiu, Rock & Rai.

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