sabato 18 giugno 2016

RECENSIONE: ANNELI SCHINKEL - FIGLIA DELLA SETA


Sinossi:

"La lettera è arrivata a marzo: è stato un miracolo che sia arrivata, visto che era indirizzata al vecchio recapito di Colonia dove non abitiamo più da tredici anni. Lo Stato coreano offre la possibilità a trenta ragazzi adottati in tutto il mondo di visitare il loro Paese d'origine e di familiarizzare con la sua cultura." Anneli Schinkel ha 21 anni quando questa lettera le offre la possibilità di compiere un viaggio in Corea, il suo Paese natale e dove fu abbandonata appena nata sui gradini di un orfanotrofio. Per lei si realizza un sogno, e così, con le poche notizie che ha a disposizione - un nome assegnatole dalle autorità coreane e una data di nascita vaga - decide di sfruttare l'occasione per mettersi alla ricerca dei propri genitori. Una ricerca che la porta non soltanto a conoscere l'incredibile verità sul suo passato, ma anche a ritrovare una famiglia numerosa e ansiosa di riabbracciarla. 0

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Il libro di cui vi parlo oggi è un’autobiografia. E’ la storia di Anneli, una ragazza nata in Corea, ma tedesca d’adozione.
Anneli, così l’hanno chiamata i suoi nuovi genitori tedeschi, è arrivata a Colonia quando aveva appena quattro mesi; Ha trovato ad accoglierla una famiglia molto aperta, disponibile a sostenerla ed accompagnarla in tutto. I suoi genitori adottivi ci sono anche quando Anneli riceve, come molti altri giovani adottati, la lettera del governo coreano che la invita a trascorrere un periodo in Corea, a Seul, per conoscere di più sul suo Paese d’origine, sulle tradizioni, gli usi, la lingua.
Anneli accetta l’invito sia per una sorta di curiosità, di ricerca di risposte a cose semplici e banali che l’hanno accompagnata nei primi 21 anni di vita (un naso e dei lineamenti diversi per esempio), sia perché in cuor suo spera di riuscire a scoprire qualcosa in più sulle sue radici e sulla sua famiglia naturale. Per questo, una volta in Corea, Anneli partecipa ad una trasmissione Tv molto seguita, che si occupa di riunire famiglie divise e nel suo caso la ricerca va a buon fine. Anneli riesce a trovare la sua famiglia naturale e comincia una lunga e cauta opera di conoscenza tra la ragazza e le sue due famiglie. Finalmente Anneli troverà tante risposte ai tanti interrogativi sui primi mesi della sua vita e scoprirà di essere sempre stata desiderata e di esserlo ancora. In particolare Anneli stringerà un legame affettivo fortissimo con la sua madre naturale, che va al di là della diversità linguistica e culturale ed anche al di là della distanza fisica. Ecco perché Anneli soffrirà molto quando la vita la metterà di fronte all’ennesima separazione.
L’autrice racconta la sua storia di ragazza adottata, di figlia di due famiglie e lo fa con estrema semplicità e linearità. Anneli Schinkel ci mette davanti alle sue emozioni con assoluta umiltà, senza remore o filtri di sorta. Credo che questo sia il modo giusto di trattare un argomento spinoso e delicato come l’adozione, difficile soprattutto per chi lo vive in prima persona: non è facile scoprire i misteri del proprio passato, non è facile accettare le decisioni altrui, specialmente se condizionano la nostra vita. Bisogna darsi tempo di riflettere, di capire se davvero si vuole sapere e di metabolizzare ciò che si scoprirà. Mi ha molto colpita il rapporto tra Anneli e il fratello adottivo, anche lui coreano ed adottato dalla famiglia tedesca di Anneli. Entrambi partecipano al soggiorno offerto dal governo coreano, ma lo fanno con spirito diverso: lei va alla ricerca della sua famiglia naturale, lui invece non è ancora pronto a sondare questo campo e preferisce interessarsi al Paese natio, alle tradizioni ed alla lingua, tanto che tornando in Germania comincia a studiare coreanistica. Entrambi sono, a mio parere, comportamenti accettabili e condivisibili.
Ciò che ho apprezzato di più è stata, in queste pagine, la delicatezza e semplicità dell’autrice che ha deciso di raccontare la sua storia per lasciare una testimonianza di vita a chi voglia informarsi sull’adozione e a chi la vive o l’ha vissuta in prima persona.
Una lettura da consigliare, magari per un week-end estivo: impegnativa, ma non troppo.

Opera recensita: “figlia della seta” di Anneli Schinkel

Editore: Tea, esperienze, 2009

Genere: romanzo autobiografico, narrativa internazionale

Ambientazione: Germania, Corea del Sud

Pagine: 247

Consigliato: sì.

 

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