giovedì 27 aprile 2017

RECENSIONE: ELIF SHAFAK - TRE FIGLIE DI EVA


Sinossi:

Peri ha trentacinque anni, tre figli, un marito e una vita agiata nella città dov'è nata, Istanbul. Si sta recando a una cena lussuosa quando le viene

rubata la borsa. Lei reagisce, i ladri scappano e dalla borsa cade una vecchia polaroid in cui compaiono quattro volti: un uomo e tre giovani ragazze a

Oxford. Una è Shirin, bellissima iraniana, atea e volitiva; la seconda è Mona, americana di origini egiziane, osservante, fondatrice di un gruppo di musulmane

femministe e poi Peri, cresciuta osservando il laico secolarismo del padre e la devota religiosità islamica della madre, incapace di prendere posizione

sia nella disputa famigliare sia nel suo stesso conflitto interiore. Tre ragazze, tre amiche con un retroterra musulmano, eppure così diverse: la Peccatrice,

la Credente e la Dubbiosa. L'uomo nella foto invece è Azur, docente di filosofia ribelle e anticonformista, e sostenitore del dubbio come metodo di comprensione

della realtà. A Oxford la giovane Peri cercava la sua «terza via», la stessa che predicava e professava Azur, di cui si innamora. Sarà questo incontro

a sconvolgerle la vita, fino allo scandalo che la riporterà in Turchia. "Tre figlie di Eva" è un romanzo intenso e ambizioso che affronta e indaga temi

importanti come la spiritualità, la politica, l'amicizia, i sogni infranti e la condizione della donna. Ma soprattutto è un romanzo sulla Turchia contemporanea,

su quei contrasti che agitano oggi il paese - nelle parole di Elif Shafak - «delle potenzialità inespresse».

 

Commento:

Elif Shafak ha la capacità di affrontare temi importanti con la giusta dose di serietà e leggerezza. Su questo libro, dopo le prime trenta pagine, non avrei scommesso, ma ora, a lettura terminata, devo ricredermi: è un buon libro che tratta argomenti spinosi senza esagerare con la pesantezza.

E’ la storia di Peri, una giovane donna turca cresciuta in una famiglia divisa tra le idee progressiste del padre e quelle iper religiose e conservatrici della madre. Da sempre Peri, con la sua intelligenza viva e curiosa, ha cercato di capire, di conoscere Dio e la sua ricerca raggiunge il culmine quando va a studiare ad Oxford ed incontra il professor Azur. Quest’uomo eclettico, questo docente di filosofia fuori dalle righe che insegna ad entrare “nella mente di Dio e Dio nella mente” sconvolge la psiche di Peri già provata da tanti traumi e da una pressione costante, derivante da una vita fatta di sensi di colpa, passata a mediare tra i genitori, nella continua incapacità di prendere posizione. E Peri finisce per crollare e trascina con sé tutti, l’amato professore, le amiche Shirin e Mona, il giovane disturbato Troy, la sua stessa famiglia. Peri scappa da Oxford, torna ad Istanbul ed erige un muro tra il passato ed il futuro. Tutto torna a galla per caso, per colpa di un incidente prima di una cena importante, una di quelle serate che in un modo o nell’altro, ti cambiano la vita.

Il tema portante di questo libro è la riflessione culturale sulla religione, sull’approccio che ogni credente ha con la propria fede e con quella degli altri. Una parte importante delle pagine di questo romanzo è dedicata proprio ai pensieri di Peri, ai litigi tra la peccatrice Shirin e la credente Mona ed alle lezioni del professor Azur con le loro domande ed il calderone di esperienze e novità che porta con sé. E poi c’è un aspetto che è sottilmente presente in tutto il libro: l’esaltazione delle contraddizioni. Le contraddizioni le troviamo nella famiglia di Peri, nella città in cui vive (Istanbul è la città delle contraddizioni per eccellenza), nel paragone tra la caotica ed instabile Istanbul e la rassicurante ed ordinata Oxford, tra la società turca dei tempi moderni, divisa tra conservazione e progresso. Credo che tutta questa contrapposizione sia stata incrementata dall’autrice proprio per sottolineare i concetti religiosi espressi nel libro. Nel complesso devo dire che “tre figlie di Eva” ha confermato le aspettative, mi è piaciuto, mi ha incuriosita e l’ho letto volentieri. E’ un libro che fa riflettere, pone molti interrogativi profondi ed attuali, perciò merita di essere letto. Lo stile della Shafak, poi, incentiva la lettura perché è camaleontico: si adatta ad ogni situazione, è moderno e spigliato quando serve, ed all’occorrenza è serio e profondo. Lettura consigliata, dunque!

 

Opera recensita: “tre figlie di Eva” di Elif Shafak

Editore: Rizzoli, 2016

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Istanbul-Oxford

Pagine: 448

Prezzo: 20,00 €

Consigliato: sì.

 

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