sabato 20 gennaio 2018

RECENSIONE: PAOLO COGNETTI - LE OTTO MONTAGNE


Sinossi:

La montagna non è solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all'altro, silenzio,

tempo e misura. Lo sa bene Paolo Cognetti, che tra una vetta e una baita ambienta questo potentissimo romanzo.

«Qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa.»

Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po' scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento.

Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia. I genitori di Pietro sono uniti da una passione

comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti

da sempre, anche nella tragedia, e l'orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia. Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi

del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quel luogo "chiuso a monte da creste grigio ferro e a valle

da una rupe che ne ostacola l'accesso" ma attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento. E li, ad aspettarlo, c'è Bruno, capelli biondo

canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche. Iniziano così estati di esplorazioni

e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri più aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, "la cosa più

simile a un'educazione che abbia ricevuto da lui". Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il suo lascito più vero:

"Eccola li, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino". Un'eredità che dopo tanti anni lo riavvicinerà a Bruno.

 

Commento:

Questa è la storia di un’amicizia nata per caso o per destino, quella tra Pietro – ragazzo di città viziato e pigro – e Bruno – montanaro dentro e fuori, avvezzo alla fatica, alle ristrettezze e alla solitudine. Ma questa è anche una storia di rapporti difficili, di parole non dette, di incomprensioni non risolte. E poi è una storia di passione per la montagna che, come ci spiega Cognetti tramite Bruno, è un vero e proprio stile di vita che non ha niente a che vedere con lo sci fatto ogni tanto per mero divertimento, ma che invece è fatica quotidiana e bellezza.

Tanti spunti per una bella storia, dunque, Cognetti aveva avuto proprio una bella idea… peccato che, a mio modesto parere, non sia riuscito a concretizzarla al meglio: un libro ben scritto, senza dubbio, ma che non mi ha lasciato molto. Indubbiamente Cognetti conosce la montagna, sa di cosa parla, ma la trama – la storia dei due amici, dell’incomunicabilità e dei rapporti complicati – non brilla per originalità, non decolla mai, non ha quel guizzo che catturi il lettore. Risultato? Un libro discreto che scivola via fra stereotipi e belle descrizioni, ma che non mi ha emozionato.

E ripeto, peccato perché gli elementi per una buona storia c’erano tutti! Non brutto, ma neppure un libro da ricordare. Mi dispiace.

 

Opera recensita: “Le otto montagne” di Paolo Cognetti

Editore: Einaudi, 2016

Genere: narrativa italiana

Ambientazione: montagna

Pagine: 208

Prezzo: 18,50 €

Consigliato: sì/no

Voto personale: 6,5.

 

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