Sinossi:
Il romanzo ruota attorno alla vedovanza di dona Flor e al
suo lutto stretto, vissuto nel ricordo di Vadinho, delle loro ambizioni, del
fidanzamento e dello
sposalizio. Coglie l'intimità della giovane vedova, il suo
riserbo, le sue notti insonni e la sua insoddisfazione. Racconta di come arrivò
onorata al suo
secondo matrimonio, quando il fardello del defunto
cominciava a pesare sulle sue spalle, e di come visse in pace e armonia, senza
dispiaceri né soprassalti,
con il suo bravo secondo marito, nel mondo della
farmacologia e della musica. E mentre lei brilla nei salotti e il coro dei
vicini le ricorda la sua felicità,
Vadinho, nel suo corpo astrale, la visita, la corteggia, le
elargisce gioie eccezionali e consigli formidabili.
Commento:
Cosa vi viene in mente se dico “Brasile”? Beh, di certo i
colori, i sapori, la sensualità, le feste, i bagordi… e in questo libro c’è
tutto ciò che assoceremmo al Brasile e c’è molto, molto di più.
C’è la vivacità e quel perenne velo di malinconia di un Paese
e di un popolo in cui convivono le anime più diverse, l’estrema povertà e l’estrema
ricchezza, la lussuria, la perdizione ed anche una radicata cultura popolare
fatta di buona cucina, superstizione e una buona dose di magia. E’ questa la
ricetta che Jorge Amado ci fornisce nella cronaca della vita e dei patimenti
della bella Flor, maestra di arte culinaria, dapprima sposata a Vadino,
eclettico viveur, fedele amico della roulette e frequentatore assiduo di bische
e case di piacere – poi vedova onesta e pudica squassata da notti insonni in
preda a desideri ardenti ed inconfessabili, poi sposa felice e pacifica del
buon dottor Teodoro, infine preda di fantasmi e vittima dell’eterna lotta tra
corpo e spirito. Tutto questo ci dà Jorge Amado, tutto condito con quell’ironia
mordace e burlona tipica di chi è abituato a vivere la vita fino in fondo,
intensamente, ed è maestro nell’arte di arrangiarsi sempre e comunque. Pagine
che traboccano di carnalità, passione sfrenata descritta senza inibizioni, cronaca
dettagliata e goduriosa della vita della bella ed interessante Flor. Lettura
piacevole e con parecchi spunti di approfondimento. Tutto bene, se non fosse
che questo libro ha un unico, grande difetto: è davvero troppo, troppo, troppo
lungo! La nota di demerito per quanto mi riguarda è proprio questa: tutto
interessante, sì, ma oltre cinquecento pagine sono davvero troppe ed anche la
penna virtuosa e irriverente di Amado alla lunga finisce per stancare… a fine
lettura, giuro, non ne potevo più! Nonostante quest’handicap, tuttavia, consiglio
la lettura di questo libro, perché è un’iniezione di buon umore e semplicità e
permette di immergersi in una cultura completamente sui generis in tutte le sue
sfaccettature. Bello, nonostante la lunghezza eccessiva in definitiva mi è
piaciuto.
Opera recensita: “Dona Flor e i suoi due mariti” di Jorge
Amado
Editore: Garzanti, prima ed. 1966
Genere: letteratura Sud Americana
Ambientazione: Bahia, Brasile
Pagine: 524
Prezzo: 19,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.
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