martedì 1 maggio 2018

RECENSIONE: JEFFERY DEAVER - LA LUNA FREDDA (LINCOLN RHYME 07)


Sinossi:

In una gelida notte di dicembre, con una luna piena che si staglia nel cielo nero di New York e la paura diffusa tra la gente di un nuovo 11 settembre,

un killer spietato colpisce due volte a poche ore di distanza. Sulle scene dei delitti lascia il suo "biglietto da visita", un costoso orologio con le

fasi lunari sul quadrante e un messaggio firmato "L'orologiaio". Tutto lascia supporre che i due omicidi non siano destinati a rimanere gli unici. Il criminalista

Lincoln Rhyme e i suoi collaboratori hanno a disposizione solo poche ore per fermare quel killer geniale e meticoloso ossessionato dal tempo, che pianifica

i suoi delitti con precisione cronometrica. E Amelia Sachs fatica a conciliare la caccia all'Orologiaio con la sua prima indagine autonoma, il caso di

un apparente suicidio che la porterà a scoprire inquietanti rivelazioni sul proprio passato che potrebbero minare alle basi il particolarissimo rapporto

con Lincoln. Fortunatamente compare sulla scena dell'inchiesta un'inattesa quanto provvidenziale alleata per Rhyme: l'agente speciale del Bureau of Investigation

della California Kathryn Dance, esperta nella lettura del linguaggio non verbale negli interrogatori. Nonostante Rhyme si mostri scettico sull'attendibilità

delle testimonianze e Kathryn nutra poca fiducia sulle prove fornite dai rilievi effettuati, la loro bizzarra collaborazione riesce a smontare quello che

via via si configura come un meccanismo a scatole cinesi fatto di inganni e doppi giochi.

 

Commento:

Che cos’è il tempo? Un meccanismo apparentemente ineluttabile, ma in realtà relativo e modificabile? Una variabile in grado di cambiare il corso degli eventi? Un periodo lunghissimo o brevissimo a seconda di chi lo misuri? Deaver ci dimostra, in questo thriller dai ritmi sostenuti e dai tempi scanditi dal ticchettio di un orologio, che il tempo è tutto questo e molto di più. Basta anticipare un’azione pianificata con maestria per sventare un massacro e salvare tante vite; basta ritardare una visita programmata con rigore per evitare di essere catturati. Basta hackerare un computer per mandare in tilt l’intero sistema di trasporti statunitense. Ed un uomo, un volto che nasconde mille piani architettati con ordine e rigore, è in grado di fare tutto questo. E’ l’orologiaio, colui che agisce per creare complicazioni che nascondano il suo vero obiettivo, è il mentitore freddo che si fa beffe della polizia, ma che è in grado di riconoscere la bravura di chi lo combatte alla pari. Chi è? Dov’è diretto? Quando colpirà? Tocca a Lincoln ed Amelia scoprirlo e per farlo dovranno stare allerta ancora per parecchio tempo.

Settimo caso della saga che vede all’opera Rhyme e Sachs, tra crimini sventati e vicende personali, questo thriller dalla tensione costantemente crescente ci porta a conoscere due personaggi che incontreremo certamente ancora: l’Orologiaio che farà certo parlare ancora di sé, e la bravissima esperta di cinesica Kathryn Dance, protagonista di un’altra saga ideata dalla brillante penna del nostro Jeffery. Personalmente ho apprezzato molto sia i toni “tranquilli” – se così si può dire – di questo libro (nel senso di non particolarmente efferati), sia l’incursione della Dance con cui Deaver ci ha furbescamente presentato un altro dei suoi personaggi chiave instillandoci sapientemente la curiosità di leggere ancora di lei. E mi è piaciuta anche la sottigliezza e la pulizia dell’Orologiaio, mente finissima che dà e darà ancora filo da torcere a Lincoln.

In definitiva, lettura piacevolissima ed appassionante, un po’ come tutti i thriller di Deaver, ma particolarmente apprezzata se paragonata al precedente caso della serie, “La dodicesima carta”, che invece mi aveva convinta meno. Ora sono curiosa di leggere i prossimi per capire quando e come ricomparirà l’Orologiaio!

 

Opera recensita: “La luna fredda” di Jeffery Deaver

Editore: Bur, prima ed. Sonzogno 2006

Genere: thriller

Ambientazione: New York

Pagine: 465

Prezzo: 10,90 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8,5.

 

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