lunedì 8 ottobre 2018

RECENSIONE: MARGARET ATWOOD - IL RACCONTO DELL'ANCELLA


Sinossi:
In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione. Mito, metafora e storia si fondono per sferrare una satira energica contro i regimi totalitari. Ma non solo: c'è anche la volontà di colpire, con tagliente ironia, il cuore di una società meschinamente puritana che, dietro il paravento di tabù istituzionali, fonda la sua legge brutale sull'intreccio tra sessualità e politica. Quello che l'ancella racconta sta in un tempo di là da venire, ma interpella fortemente il presente.

Commento:
"Il racconto dell'ancella" è quello che si definisce un romanzo distopico, ambientato in una realtà possibile, in un futuro non troppo lontano, che richiama e ricorda fortemente il nostro presente e il passato.
Il libro è ambientato negli Stati Uniti, soggiogati da un regime totalitario, fondato sulla fede, il rigore, il controllo, la sottomissione femminile. Le donne sono divise in Nondonne, ossia coloro che non sono in grado di procreare o hanno condotto comportamenti immorali, perciò vengono abbandonate nelle colonie ad invecchiare rapidamente lavorando; economogli, categoria non ben definita; Marte, ossia donne che non possono procreare, relegate ai lavori di casa; Mogli, le effettive compagne degli uomini, quindi la casta privilegiata; e ancelle, ossia coloro che hanno l'unico compito di fare da contenitore al figlio degli uomini, dei comandanti, che non cresceranno perché srà affidato immediatamente alle mogli. Colei che ci racconta questa storia è proprio una di loro, Difred, ossia l'ancella appartenente a Fred. Difred ripercorre il suo passato insieme a Luke e alla bambina, ricorda la madre, il momento preciso in cui tutto è cambiato, il giorno in cui è stata prelevata e condotta al Centro Rosso per assumere il suo nuovo ruolo di ancella. Qui ha conosciuto altre donne, tra cui l'intrepida Moira, e le zie, sorta di guardiane/insegnanti acide e spietate. Tutto, dei loro insegnamenti, rivela la volontà di ridurre la donna ad un mero contenitore per la procreazione, nulla più di questo, compito che peraltro viene ammantato di un'aura di sacralità poiché serve ad assicurare la discendenza. Le conseguenze per chi si ribella o per chi non riesce a partorire sono atroci. Tutto è sotto controllo, persino i sentimenti. Eppure, anche in una situazione così complicata, le donne riescono, in qualche modo, a coalizzarsi…
"Il racconto dell'ancella" è certamente un libro da leggere, poiché accende una riflessione oculata e profonda sulla nostra società da più punti di vista; è un libro che parla di donne, di uomini, di amore, sessualità, amicizia, coraggio. Tuttavia, personalmente sono perplessa: il libro non mi è dispiaciuto, però confermo l'opinione non proprio positiva che ho della scrittura della Atwood, troppo cinica, fredda e asettica per i miei gusti, anche in una storia come questa che non può non trasmettere empatia. Mi sarebbe piaciuto, poi, che il punto di vista degli uomini – sia quello di Nick che del comandante – fossero stati approfonditi di più… per non parlare del finale che ho trovato mozzato, quasi sfuggente. Pur con tutte le mie perplessità, comunque, consiglio questo libro che, sia come sia, fa riflettere.

Opera recensita: "Il racconto dell'ancella" di Margaret Atwood
Editore: Ponteallegrazie, ed. originale 1985
Genere: distopico
Ambientazione: Stati Uniti
Pagine: 400
Prezzo: 16,80 €
Consigliato: sì
Voto personale: 7.


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