domenica 14 aprile 2019

RECENSIONE: SIMONA CASTIGLIONE - L'ETà DEL FERRO


Sinossi:
Di fronte a un aperitivo, nel cuore di Bari, Barbara e Lucrezia si ritrovano, assieme a un vecchio compagno di studi in sedia a rotelle, dopo oltre vent'anni: Barbara ora vive a Milano e conduce un'esistenza fatta di delusioni e solitudine, Lucrezia è sempre bellissima nonostante la malattia progressiva che la affligge l'abbia resa quasi cieca. È la ricorrenza della morte della loro più cara amica ad averle ricongiunte: Lucrezia, Barbara e Mariarosa, un trio inseparabile sin dalla scuola media. E assieme sono cresciute, facendosi largo tra i dolori e le ingiustizie di questo mondo a testa alta e con un amaro sorriso, hanno vissuto le prime scoperte e le prime trasgressioni, le delusioni e le violenze della dura età del ferro, l'adolescenza, vissuta tra famiglie assenti, padri violenti e austeri, personaggi subdoli e amori pericolosi. Sullo sfondo, si muove una Puglia viva e cupa di fine anni Ottanta, tra buona musica, campi di ulivi assolati, il morbo dell'eroina, la mafia, i tradimenti e la paura di un futuro incerto. Il desiderio di andare a fondo e di scoprire, attraverso il diario di Mariarosa, i veri motivi della sua morte porterà Barbara e Lucrezia a rivangare il passato e le condurrà alla riscoperta dei valori dell'amicizia. In un continuo alternarsi di piani temporali e rincorrersi di dettagli e ricordi, la scrittura cruda e potente di Simona Castiglione afferra il lettore per un braccio e lo costringe a guardare, a pensare, a vivere quanto narrato sulla pagina, restituendogli tutte le emozioni prepotenti e delicate di un periodo chiave della vita.

Commento:
L'età del ferro è un romanzo crudo, potente, che si impone al lettore e lo cattura suo malgrado; è, in sintesi, un romanzo che non è scritto per piacere, ma per colpire dritto e duro. Dritto e duro, proprio come la droga, la malavita, il sesso denaturato di ogni piacere, le botte, i rifiuti, i non detti, la competizione, le ingiustizie, i rapporti morbosi e i complessi di inferiorità hanno segnato le vite delle tre protagoniste e di tanti ragazzi nella Puglia degli anni Ottanta. C'è tutto questo e molto altro in queste pagine: ci sono i sogni spezzati, le amicizie andate a rotoli, gli amori mancati e una morte pesante e dolorosa che, a distanza di venticinque anni, ancora tormenta chi c'era e non ha potuto impedirla. E più di tutto ci sono le vite di tante persone forgiate nell'età più difficile, l'adolescenza, dalla durezza, dal degrado di un mondo che da loro pretende ma si cura poco o niente… a cominciare dalle famiglie. L'età del ferro è un libro scritto magnificamente, Simona Castiglione è stata bravissima a rendere con lucida chiarezza una realtà che non doveva essere ammorbidita, edulcorata. Ci ha raccontato, in queste pagine, una storia di fantasia che risulta, però, estremamente realistica nella sua angosciosa precisione; personaggi tratteggiati con perizia ed accuratezza in un caos voluto di storie e di intrecci. Dicevo che è un libro scritto magnificamente, però non posso affermare che sia un bel libro, anzi dirò di più: non mi è piaciuto e non lo rileggerei. Eppure lo consiglio, perché è una lettura da affrontare almeno una volta, perché la realtà è là e non si può ignorare, perché un libro non deve piacere per forza, ma deve trasmettere qualcosa e questo, credetemi, non avrebbe potuto né dovuto essere diverso da ciò che è.

Opera recensita: "L'età del ferro" di Simona Castiglione
Editore: Morellini, 2017
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: provincia di Bari-Milano, anni 80-giorni nostri
Pagine: 246
Prezzo: 14,90 €
Consigliato: sì
Voto personale: 7,5.


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