Sinossi:
Il cielo in gabbia racconta l’inesauribile fertilità della
bugia attraverso la vertiginosa ambiguità dei suoi protagonisti, ma riflette
anche sul labile confine tra volontà di possesso e amore. Christine Leunens
rivela uno stile ironico, pungente, pronto a cambiare repentinamente
prospettiva per offrirci un nuovo scorcio di libertà “da un cielo in gabbia”
Nel 1938, anno dell’annessione austriaca al Reich, Johannes
Betzler è un timido adolescente. Il ragazzo, dopo anni di propaganda a scuola,
sedotto dal fascino del Führer, abbraccia l’ideale nazista. Diventa un membro
della Gioventù hitleriana, ma a soli diciassette anni, sfigurato da
un’esplosione, è costretto a ritirarsi.
Nella sua grande casa a Vienna fa una scoperta
devastante. I suoi genitori, fervidi antinazisti, nascondono dietro a un finto
muro Elsa, una giovane donna ebrea. Johannes, feroce antisemita, comincia a
spiarla, eccitato dall’idea di poter controllare il destino di chi ha imparato
a odiare. Elsa, costretta nella soffitta, dipinge e sogna a occhi aperti
guardando un angolo di cielo dalla finestra. Ben presto l’astio iniziale di
Johannes si trasforma in interesse, poi amore e infine ossessione.
Tra i due si instaura una sorta di “gioco
amoroso”, fatto di brevi battute e lunghi silenzi, slanci d’affetto, dispetti e
accese discussioni. Elsa è prigioniera del suo nascondiglio e delle attenzioni
di lui, ma la sua mente è libera di viaggiare. Johannes, invece, per quanto
libero, si scopre sempre più prigioniero dell’ossessione per lei.
Improvvisamente la guerra finisce, Vienna si
trasforma, e Johannes si accorge che, caduto il nazismo, Elsa non ha più
motivo di rimanere lì. Così, per non perdere quella particolarissima
relazione, che spazia tra passione e follia, dipendenza e indifferenza, decide
di non farle scoprire la verità, manipolandola a suo favore.
Commento:
Claustrofobia. È questa la
sensazione prevalente che ho provato leggendo questo libro sul quale non è
facile esprimere un giudizio.
Il cielo in gabbia è ciò
che, dal cubicolo in cui era nascosta, vedeva Elsa, una giovane donna ebrea che
la famiglia Betzler ha protetto durante la seconda guerra mondiale. Il figlio
dei Betzler, Johannes, giovane ed insicuro che trova forza ed identificazione
negli insegnamenti nazisti, la scopre e, se dapprima è diviso tra la vergogna
di ospitare un'ebrea in casa sua e l'eccitazione di poter decidere la vita di
una nemica, in seguito si innamora di colei che gli hanno insegnato ad odiare,
fino a divenirne ossessionato. E quando la guerra, dopo aver cambiato
completamente le sorti dei Betzler e dell'intera Vienna, finisce, Johannes
capisce che se le dice che il nazismo è stato sconfitto e che è libera, Elsa se
ne andrà e lui la perderà per sempre. Forse è proprio da qui, da questa scelta
cruciale, che comincerà la sua carriera di mentitore seriale. Mentire divverà
per Johannes un'abitudine oltre che una necessità, la sua mente produrrà
menzogne in modo quasi autonomo, indipendente dal suo raziocinio. E
l'ossessione per Elsa non tramonterà, non gli passerà mai. Ma quali conseguenze
hanno prodotto le sue bugie? Cosa prova, pensa, vede, sa, sente Elsa? È sicuro,
Johannes, di conoscere davvero la donna per cui prova un amore così turbolento
e morboso? Una storia di fantasia che, per quanto è assurda e folle, potrebbe
tranquillamente essere vera: Christine Leunens riesce ad imbastire, senza mai
tralasciare la cura e l'attenzione per i fatti storici, una trama verosimile e
devastante, con una prosa in grado di far sentire il lettore davvero "in
gabbia". La drammaticità della mistificazione con cui Johannes viene in
contatto da piccolo, i concetti e gli allenamenti della Gioventù Hitleriana
contrapposti a quelli dei suoi genitori, l'identificazione del Fuhrer come
figura paterna, l'odio inconsistente e superficiale eppure totalizzante per
l'altro che gli fa vedere Elsa come "un'eccezione", il crescendo
della sua confusione interna e del dramma esterno, la sorte di quella giovane
costretta a nascondersi, le manie e gli egoismi di lei, la vecchia nonna che
sembra una regina decaduta… tutto questo genera un crescendo di emozioni, un
vortice inesauribile che condurrebbe chiunque alla follia. E l'epilogo non può
che essere desolazione, stanchezza, apatia, incapacità di riportare tutto alla
normalità. Un libro non facile da giudicare, dicevo, che va interiorizzato
piano, analizzato, lasciato lì a decantare nella riflessione. Un libro che
consiglio perché, al di là delle vicende narrate, fa riflettere soprattutto
sulla potenza del desiderio di possesso spinto agli estremi e sulle conseguenze
della menzogna come abitudine di vita.
Opera recensita: "Il
cielo in gabbia" di Christine Leunens
Editore: SEM-Società
Editrice Milanese, 2019
Genere: romanzo storico
Ambientazione: Austria,
1938-1969
Pagine: 408
Prezzo: 18,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 7,5.