martedì 23 giugno 2020

RECENSIONE: JOEL DICKER - L'ENIGMA DELLA CAMERA 622


Sinossi:
Un fine settimana di dicembre, il Palace de Verbier, lussuoso hotel sulle Alpi svizzere, ospita l'annuale festa di una importante banca d'affari di Ginevra, che si appresta a nominare il nuovo presidente. La notte della elezione, tuttavia, un omicidio nella stanza 622 scuote il Palace de Verbier, la banca e l'intero mondo finanziario svizzero. L'inchiesta della polizia non riesce a individuare il colpevole, molti avrebbero avuto interesse a commettere l'omicidio ma ognuno sembra avere un alibi; e al Palace de Verbier ci si affretta a cancellare la memoria del delitto per riprendere il prima possibile la comoda normalità. Quindici anni dopo, un ignaro scrittore sceglie lo stesso hotel per trascorrere qualche giorno di pace, ma non può fare a meno di farsi catturare dal fascino di quel caso irrisolto, e da una donna avvenente e curiosa, anche lei sola nello stesso hotel, che lo spinge a indagare su cosa sia veramente successo, e perché, nella stanza 622 del Palace de Verbier.

Commento:
Conoscevo già Joël Dicker per aver letto due dei suoi precedenti romanzi e finora lo consideravo uno scrittore bravo, ma a cui mancava qualcosa. Con questo romanzo, invece, non ho avuto questa sensazione ed anzi, l'ho apprezzato ben più dei precedenti. Trovo che Dicker si sia superato, probabilmente grazie all'ambientazione che conosce senz'altro meglio di altre descritte in precedenza perché è quella in cui è nato e vive; inoltre probabilmente anche il fatto di essere egli stesso in parte protagonista del libro e di parlare più volte del suo editore defunto e qui compianto lo ha messo nelle condizioni di esprimere meglio la creatività che pure si ravisava nei romanzi precedenti. Questo thriller, in particolare, è incentrato attorno all'elezione del presidente di una delle più importanti banche private di Ginevra, la banca Ebezner. A contendersi l'ambita carica ci sono banchieri dai caratteri e dai temperamenti tra loro diversissimi: c'è l'ingenuo e vanesio Macaire che quell'incarico se l'aspetterebbe di diritto; c'è Jean Benedict che è il più incerto e indeciso tra i contendenti; c'è Lev Levovitch, outsider che teoricamente non avrebbe diritto di concorrere, ma che per intelligenza e abilità si è guadagnato il posto che occupa ed è il più temuto tra i banchieri; poi c'è Sinior Tarnogol, figura misteriosa e oscura che minaccia di sovvertire piani e contropiani con il suo potere. Queste sono solo alcune delle tante dinamiche sapientemente confezionate ad arte da Dicker e che si concluderanno con un omicidio.
Omicidio che resterà irrisolto, per quanti tentativi ed indagini siano stati fatti, e sul quale si ritroverà ad indagare anni dopo, e in modo assolutamente fortuito,  proprio il nostro Joël, in compagnia di un'avvenente e curiosa signora inglese. Un thriller corposo, ma godibilissimo che appassiona e coinvolge. Di sicuro avrà successo in questa lunga estate.


Opera recensita: "L'enigma della camera 622" di Joël Dicker
Editore: La nave di Teseo, 2020
Genere: thriller
Ambientazione: Svizzera
Pagine: 640
Prezzo: 22,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.


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