venerdì 21 agosto 2020

RECENSIONE: GASTON LEROUX - IL MISTERO DELLA CAMERA GIALLA


Sinossi:
Gaston Leroux... chi era costui? Alcuni Lo ricorderanno come autore de "II fantasma dell'Opera", d'altronde più conosciuto per le sue versioni teatrali e cinematografiche che per il romanzo originale. Ma c'è stato un lungo periodo, nei primi decenni del Novecento, nel quale Joseph Josephin, soprannominato Rouletabille, giovanissimo reporter di cronaca giudiziaria de "L'Epoque" e detective dilettante, protagonista della maggior parte dei romanzi di Leroux, era altrettanto famoso dei vari Mrs. Marple, Hercule Poirot, Nero Wolfe, Philo Vance e degli altri grandi eroi della letteratura poliziesca. Fernando Savater - che nella sua personale lista di thrillers preferiti include "La camera gialla" assieme a "I delitti della rue Morgue" di Edgar Allan Poe, "Il mastino dei Baskerville" di Arthur Conan Doyle, "L'assassinio di Roger Ackroyd" di Agatha Christie e "L'arciere verde" di Edgar Wallace - osserva che "i romanzi di Leroux presentano situazioni terribili, truculente o macabre, ma venate di un particolarissimo umorismo. Joseph Rouletabille viaggia tra paesi e misteri come una sorta di Tintin adulto. In particolare, la sua prima avventura la incontriamo ne "La camera gialla, che pure inaugura un sotto-genere famoso: il delitto apparentemente impossibile all'interno di una camera chiusa". A conferma del suo grande successo, dal 1919 "II mistero della camera gialla" ha conosciuto ben quattro versioni cinematografiche.

Commento:
Era da tempo che volevo leggere questo giallo della camera chiusa, sia perché è considerato tra i migliori del genere (e per chi come me sta cercando di farsi una cultura del proprio genere letterario preferito è un dovere non tralasciare le basi), sia perché le ambientazioni e le metodologie del giallo classico mi affascinano e mi incuriosiscono in modo particolare. E poi non avevo ancora letto un enigma della camera chiusa scritto da un autore francese, quindi… inutile dire che non sono rimasta delusa. Il mistero della camera gialla è veramente un giallo con la G maiuscola, permeato di mistero, logica, deduzione, ragionamento. Ma ciò che più di tutto ho apprezzato in quest'opera, al di là del complicato intrico della camera chiusa, sono stati i personaggi, tutti molto ben caratterizzati, in particolare il giovane, sveglio, acutissimo e simpaticissimo Rouletabille. Rouletabille è un diciottenne cronista del giornale l'époque che dimostra un'innata predisposizione al ragionamento logico, nonché alla soluzione di enigmi. Questo, unito all'intelligenza, alla temerarietà, alla spregiudicatezza, all'irriverenza, non solo gli permetteranno di risolvere sorprendentemente e brillantemente questo caso impedendo che venga imprigionato un innocente, ma lo rendono, a parer mio, uno dei personaggi più interessanti della letteratura gialla. Il caso di per sé è, come dicevo, intricato: Mathilde Stangerson, figlia e collaboratrice dell'illustre scienziato di fama mondiale professor Stangerson, è vittima di un tentato omicidio nella sua camera gialla nel padiglione attiguo al castello di Glandier. La camera è chiusa dall'interno, non v'è alcuna possibilità di entrare o di uscire; all'esterno, nel laboratorio comunicante, lavorano il padre della vittima, il professor Stangerson, e il domestico fidato Compare Jacques. La camera è apparentemente impenetrabile, eppure in piena notte si sente distintamente la donna gridare "all'assassino, aiuto!" e subito due colpi di rivoltella. Quando si riesce, con fatica, a sfondare la porta, l'unica traccia di vita è la signorina Stangerson agonizzante sul pavimento. Nessuna traccia dell'assassino. Il famoso ispettore della polizia parigina, Frédéric Larsan, all'uopo convocato per risolvere il caso, propenderebbe per la colpevolezza del fidanzato della giovane, Monsieur Robert Darzac e una serie di circostanze fisiche sembrerebbero effettivamente far supporre che abbia ragione… ma Rouletabille non è per niente dello stesso avviso. Egli è convinto che il "Grande Fred" stia sbagliando, stia ragionando dal senso sbagliato della ragione, quello che porta l'investigatore a farsi guidare dalle prove fisiche verso il colpevole, asservendo così il ragionamento ai "segni sensibili". Egli invece operaa al contrario: dapprima ragiona, poi verifica se le tracce concrete rientrino nel suo ragionamento o siano, invece, fuorvianti. E il tempo e la pervicacia gli daranno ragione. Complesso, intricato, affascinante, Il mistero della camera gialla è davvero un giallo istruttivo e godibile che vale la pena leggere.

Opera recensita: "Il mistero della camera gialla" di Gaston Leroux
Editore: vari, prima ed. 1908
Genere: giallo
Ambientazione: Castello di Glandier, Francia, 1892
Pagine: 270
Prezzo: 16,50 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.


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