domenica 10 gennaio 2021

RECENSIONE: HORACIO VERBITSKY - L'ISOLA DEL SILENZIO

Sinossi:

Buenos Aires, settembre 1979. Prima dell’ispezione della Commissione interamericana per i diritti umani viene smantellato in poche ore il centro di detenzione clandestina per gli oppositori politici costituito all’interno della Scuola di Meccanica della Marina. Nella notte, tutti i detenuti sono trasferiti in un’isola dell’arcipelago del Tigre, fino ad allora utilizzata come luogo di riposo dal Cardinale di Buenos Aires. Ad accogliere i prigionieri un cartello: El Silencio. Nell’isola di El Silencio i detenuti saranno vittime di un misterioso programma di “disintossicazione e rieducazione”. Attraverso le agghiaccianti testimonianze dei sopravvissuti e dei parenti dei desaparecidos, Horacio Verbitsky – uno dei più autorevoli giornalisti argentini, impegnato a denunciare i crimini del regime militare – ricostruisce per la prima volta la storia di questo terribile campo di concentramento finora nascosto al mondo. Con una prosa avvincente, Verbitsky parte da El Silencio per svelare retroscena inediti del rapporto che ci fu negli anni della “guerra sporca” argentina tra il regime militare e le gerarchie ecclesiastiche. L’inchiesta, che ha suscitato enorme clamore in Argentina, incrocia alcune delle figure più importanti del Vaticano, dal nunzio apostolico Pio Laghi al cardinale Jorge Bergoglio, fino ad analizzare il ruolo di Papa Paolo VI. Dopo aver raccolto nel suo precedente libro Il volo la sconvolgente confessione di Adolfo Scilingo, che eliminò numerosi oppositori politici lanciandoli in mare dagli aerei, Verbitsky firma una nuova, coraggiosa e documentata inchiesta che getta luce sull’assordante silenzio della Chiesa rispetto ad una delle pagine più drammatiche della storia del Novecento.

 

Commento:

Esce oggi, per Fandango libri, la nuova edizione di questa inchiesta dettagliata, importante ed inquietante in cui il giornalista Horacio Verbitsky ripercorre con precisione spietata gli anni della Guerra sporca e della dittatura militare in Argentina. Furono anni bui, quelli, per l'Argentina, ma non solo: sono molte le personalità e le istituzioni coinvolte a vario titolo nei crimini commessi dai militari in quegli anni. Verbitsky non può non soffermarsi, per l'importanza che ebbe e per quanto è sconvolgente, sul ruolo della Chiesa a vari livelli, dai semplici sacerdoti, ai gesuiti, alle alte sfere vaticane: in tanti sapevano, speculavano, servivano due padroni o forse uno solo, loro stessi. In particolare viene in luce la doppiezza, purtroppo/per fortuna documentata e dimostrata, di figure universalmente note come Jorge Bergoglio. Non solo la Chiesa, tuttavia, figura fra i complici della persecuzione posta in essere dal regime nei confronti di oppositori, militanti o semplici cittadini attivisti: Verbitsky ci guida attraverso le maglie di una tela intricatissima nella quale in troppi hanno finito per perdersi. L'isola del silenzio è un libro interessante, incalzante, molto preciso, quasi tecnico, però presenta un problema: non può essere letto se si è completamente digiuni di ciò che accadde in Argentina negli anni Settanta ed Ottanta. Il libro non contestualizza, non analizza come si arrivò alla dittatura, cosa c'era prima e chi effettivamente governava il Paese in quegli anni. Occorre, perciò, prima di addentrarsi in questa lettura, avere un'infarinatura storica del periodo, dopo di che, questa è una lettura ottima.

 

 

Opera recensita: "L'isola del silenzio" di Horacio Verbitsky

Editore: Fandango, 2021

Genere: reportage

Ambientazione: Argentina

Pagine: 224

Prezzo: 18,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 7,5.

      

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