giovedì 2 febbraio 2023

RECENSIONE: ESHKOL NEVO - NOSTALGIA

Sinossi:

Un tempo campo di transito per i nuovi immigrati dal Kurdistan, Maoz Tzion, detto il Castel per via di un fortino in cima a una collina, è ora un insieme indistinto di villette e baracche, di case e macerie, strade linde e vicoli fatiscenti. Dopo tante catapecchie condivise, i litigi per i conti e i turni per la doccia, Amir, studente di psicologia a Tel Aviv, e Noa, studentessa di fotografia a Gerusalemme, hanno preso casa al Castel. L'appartamento trovato non è, certo, quanto di meglio si possa desiderare. Un bilocale con un salotto grande quanto una cucina, una cucina grande quanto un vano doccia e un vano doccia con la spatola per tirare via l'acqua quando si allaga. Ma per Amir e Noa è un palazzo dove possono vivere come un re e una regina, girare per il salotto in mutande e fare l'amore dappertutto, a qualunque ora, senza temere che il coinquilino rientri in anticipo.

Dietro il muro del loro appartamento abita il padrone di casa, Moshe Zakian. Moshe ha soltanto due anni più di Amir, anche se è già marito di Sima e padre di due bambini. Non parla granché, preferisce fare, aggiustando qualunque cosa: serrature, elettricità, tubature otturate. E sua moglie Sima, che al contrario parla sempre e ha la battuta pronta, è il suo grande amore. Si vede a chilometri di distanza.

Nell'appartamento di fronte vive il piccolo Yotam che si sente trascurato da quando Ghidi, il fratello grande, è morto soldato in Libano. Sua madre, infatti, non fa altro che singhiozzare e mormorare «Ghidi, oh Ghidi» circondata dalle amiche che cercano di calmarla.

Nei paraggi si aggira Saddiq, il muratore arabo. Per prenderlo in giro, gli altri muratori lo chiamano Shaikh Saddiq, perché non sgarra di un millimetro quando si tratta di fare le misurazioni. Saddiq non ha una casa al Castel, ma vorrebbe averla, anzi riaverla. Nell'appartamento sopra il bilocale di Amir e Noa, quello costruito come una volta, pietra su pietra, prima che arrivassero i coloni ebrei, vivevano, infatti, i suoi. Sotto il mattone sopra la porta d'ingresso, dentro un sacchettino avvolto nella carta da giornale, sua madre ha nascosto qualcosa di importante per lei che, sia lodato Allah, Saddiq vorrebbe riportarle indietro.

Quattro case e un desiderio struggente di trovare il proprio posto nel mondo, nel momento in cui il proprio mondo - Israele e le infinite anime che lo compongono - è sconvolto dall'assassinio del Primo Ministro Yitzhak Rabin: così potrebbe essere descritta quest'opera che ha rivelato il talento di Eshkol Nevo sulla scena letteraria internazionale. Vincitore di numerosi premi, tradotto in numerosi paesi, il romanzo appare ora in una rinnovata traduzione italiana, rivista sulla base delle preziose indicazioni dell'autore.

 

Commento:

Di Eshkol Nevo apprezzo molte cose. In primis mi piace il fatto che i suoi romanzi siano così fortemente caratterizzati territorialmente: sono ambientati in Israele, non ci sono dubbi e non potrebbe essere altrimenti, non si possono prendere i suoi personaggi e le sue storie e traslarli in un altro luogo. Intendiamoci, non sempre quest'aspetto è positivo, ma per scrittori come Nevo è un plus, per quanto mi riguarda. Inoltre mi piace la sua scrittura… il fatto che sembri sempre così impersonale, priva di giudizi, eppure sia così capace di raccontarci l'umanità segmentata in forma di persone in un modo tanto personale e profondo. E anche in Nostalgia ho trovato questo Nevo, capace di raccontare un ambiente claustrofobico e chiuso come un quartiere periferico e isolato come se fosse il centro del mondo, ma senza decontestualizzarlo o farlo passare per un'autarchia, ed anzi collocandolo all'interno di una società che influenza e da cui è influenzato. E qui Nevo si spinge oltre, creando un parallelismo fra gli stati d'animo dei personaggi – che seguono agli sconvolgimenti piccoli e grandi che costellano le loro vite - e quello generale, di tutta Israele, a seguito dei numerosi attentati che scuotono l'opinione pubblica. E più che la nostalgia del titolo, lo stato d'animo che registro maggiormente è l'incertezza, quello stato di equilibrio precario che si realizza subito prima che le cose cambino, nel momento in cui ancora non sappiamo come e quando cambieranno. Nostalgia è un romanzo corale complesso e potente che vi conquisterà se, come me, avete amato altre opere di Nevo. Consigliato.

 

Opera recensita: "Nostalgia" di Eshkol Nevo

Editore: Beat, ed. originale 2004

Traduzione: Elena Loewenthal

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Israele

Pagine:  416

Prezzo: 10,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

  

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