giovedì 6 settembre 2018

RECENSIONE: ALICE MUNRO - LA VITA DELLE RAGAZZE E DELLE DONNE


Sinossi:
La vita delle ragazze e delle donne , pubblicato per la prima volta in Canada nel 1971, è l'unica incursione di Alice Munro nella forma-romanzo, seppure declinata secondo il metodo e lo stile inconfondibile dell'autrice. In principio Del ha nove anni, l'età delle curiosità complesse di un bambino che anticipa la propria pubertà. Sono gli anni Quaranta: da qualche parte è in corso una guerra i cui echi contaminano anche l'egloga rude di un Ontario lontanissimo dal precipizio della Storia. Quali e quanti sono i riti di passaggio dall'infanzia alla giovinezza, dall'inesperienza all'ingresso nel solco della vita? Non esiste un'età edenica per le ragazze e le donne di Alice Munro: la bambina Del fiuta il pericolo senza saperlo nominare; l'adolescente Del gioca con il sacro animata dal desiderio di contraddire la laicità di sua madre e dallo zelo di un sentimento acerbo e acceso come ogni primo amore. Del rifiuta e insieme difende le stravaganze della madre che illuministicamente si ostina a vendere enciclopedie nel medioevo fanatico di religione di una campagna inospitale. Ha nostalgia di Dio, ma registra il Suo eterno scacco nella vita degli uomini e degli animali. A quattordici anni Del è attratta dai languidi misteri del sesso fantasticato, conosce l'agrodolce di una complicità tradita con l'amica Naomi, e nel fervore con cui anno dopo anno un'insegnante si dedica ad allestire la recita della scuola, intuisce il seme tragico di una vita senza sbocchi. Poco dopo Del è pronta per un privato rito di iniziazione sessuale, come la Gerty MacDowell di James Joyce, una Nausicaa corrotta dal desiderio di sapere, vedere, piacere. L'Eden che non c'è mai stato è ora comunque inesorabilmente alle spalle; è tempo di battesimi, di vere e proprie deliberate rinascite. Del ha diciassette anni e già intravede anche il concludersi dell'adolescenza. Sperimenta la perdita e l'amore; si tuffa nel delirio di una relazione senza ossigeno. E infine accetta per sé la necessità della scrittura e si congeda con la promessa di un'integrità scintillante che rimanda i lettori al dono di storie radiose, credibili, sublimi.

Commento:
Pallido, smorto, sciapito… se dovessi descrivere questo romanzo userei questi aggettivi. Vi si raccontano le vicende e i turbamenti di una ragazza, Del, che passa dall'infanzia alla pubertà, all'adolescenza, all'età adulta e deve confrontarsi con la volontà di staccarsi dal modello offerto dai genitori, con i dubbi sulla fede, con la curiosità del sesso.
Un libro che, sebbene tratti un argomento a me caro qual è la condizione femminile e sebbene sia ben scritto, con uno stile tutto sommato inconsueto ed originale, non mi ha lasciato assolutamente nulla. Ho concluso la lettura senza scossoni né entusiasmi; non è assolutamente brutto, ma, per citare Dante, senza infamia e senza lode, perciò non mi sento di consigliarlo. Unica figura appena interessante eppure, a mio parere, incompiuta è la madre di Del, una donna non convenzionale, dura, combattiva, della quale però abbiamo solo un ritratto parziale. Tutto, in questo romanzo, mi dà l'idea di incompiuto, slegato, non omogeneo… perciò mi dispiace, ma non incontra il mio gusto.


Opera recensita: "La vita delle ragazze e delle donne" di Alice Munro
Editore: Einaudi, 1971-2018
Genere: narrativa americana
Ambientazione: Kanada
Pagine: 293
Prezzo: 20,00 €
Consigliato: no
Voto personale: 5.


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