mercoledì 25 gennaio 2023

Recensione: Louise Glück - Averno

Sinossi:

È di nuovo inverno, è di nuovo freddo. Il lago Averno, dove gli antichi credevano si trovasse la porta dell'aldilà, è scuro come il cielo sopra le nostre teste. Ad aguzzare gli occhi, riusciamo appena a distinguere la migrazione notturna di uno stormo di uccelli. All'alba, le colline brillano di fuoco, ma non è più il sole di agosto: i nostri corpi non sono stati salvati, non sono sicuri. In Averno, Louise Glück canta la solitudine e il terrore per l'ignoto, lo splendore della notte e l'amore, il desiderio: perché, sembra dirci, anche quando tutto è muto e spento, capita a volte di sentire musica da una finestra aperta, in una mattina di neve, e allora il mondo ci richiama a sé, e la sua bellezza è un invito.

 

Commento:

E' un viaggio oscuro e solitario, questo libro di Louise Glück. Un libro di poesie piene di nero, di disagio, di dolore. La poesia della Glück è scarna, tetra, tribolata, quasi che lei non volesse farci entrare nel suo dolore, ma una volta che vi abbiamo avuto accesso, ce lo sbattesse in faccia nella sua crudele verità. È un libro al femminile, Averno, che parla di dolore e desiderio dal punto di vista di una donna, legata alla terra come a quelle forze primordiali che tengono in bilico la vita e la morte. Non so se ci sia redenzione qui, io non ne ho trovata, così come non ho trovato speranza, ma solo frustrazione e buio. Stranamente, contrariamente a quanto pensassi, non ho apprezzato la poesia della Glück… non è il mio genere, troppo slegato, troppo poco lirico, troppo sporcato e umanizzato. Se qualcuno di voi dovesse invece amare questo tipo di sensazioni, si accomodi: Averno e il suo viaggio infinito di dolore son lì che aspettano.

 

Opera recensita: "Averno" di Louise Glück

Editore: Il saggiatore, 2020

Traduzione: Massimo Baccigalupo

Genere: Poesia

Pagine: 160

Prezzo: 14,00 €

Consigliato: no

Voto personale: 5.

  

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