martedì 6 settembre 2016

RECENSIONE: MICHAEL DOBBS - HOUSE OF CARDS (LIBRO I)


Sinossi:

"La politica richiede sacrificio. Il sacrificio degli altri, ovviamente. Per quanto un uomo possa ottenere, sacrificandosi per il suo paese, è comunque più conveniente lasciare che siano gli altri a farlo per primi. Il tempismo, come dice sempre mia moglie, è tutto". Questa è una delle massime di Francis Urquhart, per alcuni semplicemente FU, una specie di patrizio solitario, aristocratico molto vecchio stile, che ha passato l'età della maturità, dopo aver dedicato la propria vita alla politica, all'ombra di Westminster. È arrivato ai vertici del suo partito, pur incarnando un ruolo in apparenza lontano dai riflettori. È il più stretto consigliere del primo ministro e anche il custode dei segreti degli uomini che gli siedono accanto. Segreti molto personali, debolezze, fragilità, vizi: parole che nella carriera di un uomo politico rappresentano pericoli mortali, perché incompatibili con il ruolo di potere che riveste. Ed è questo materiale che Francis decide di sfruttare per raggiungere la sua vetta personale. Da dietro le quinte di una fase politica difficile e incerta, questo regista impeccabile riesce a muovere tutti, pedine di un gioco spietato, dove il ricatto diventa un raffinato intreccio narrativo. Di quale materia siano fatti potere e ambizione, quali siano i legami tra l'informazione e i destini politici di un paese, lo scoprirà Mattie Storin, tagliente cronista politica, decisa a stanare la verità su una crisi di governo in cui nulla sembra accadere per caso.
 
 

Politica. Politica allo stato puro è quella che troviamo nelle 447, stupende pagine di questo romanzo. Un libro freddo, lucido, distaccato, proprio come il suo protagonista, Francis Urquhart. Francis, anche detto FU, è il più stretto collaboratore del primo ministro, il chief wip, colui che conosce tutti i parlamentari, le loro abitudini, i loro difetti, i loro segreti. Non fa parte del governo, ma agisce nell’ombra, regista incontrastato e perfetto conoscitore di tutte le cospirazioni, macchinazioni, truffe e giochetti delle stanze del potere. Un personaggio, insomma, che sarebbe meglio non far arrabbiare o, almeno, non contrariare… ma il primo ministro Harry Colinridge, neoeletto con una maggioranza piuttosto risicata, questo non l’ha considerato e non ha dato al suo Chief Wip l’incarico che desiderava. E’ proprio allora che Francis, astuto, calcolatore ed intelligente come pochi, deluso dal trattamento ricevuto, ordisce un piano per rovesciare il primo ministro e raggiungere il potere a modo suo. Sulla sua strada incontra, però, una giovane giornalista, Mattie Storin, che ambisce a diventare la migliore cronista parlamentare del Paese e, forse, del mondo. Tra i due si instaura un gioco molto pericoloso, fatto di equilibri instabili tra desiderio e controllo, tra verità e complotto... fino all’ultimo, sconvolgente, capitolo. Sono tanti i personaggi che punteggiano il mondo di FU e la politica londinese del dopo Tatcher, e sono tanti i fili che Francis dovrà tirare per raggiungere il suo scopo, ma la mente geniale di un leader non si ferma davanti a niente e nessuno e “se si decide di essere crudeli, è inutile essere crudeli solo a metà”.

Dopo le prime pagine in cui si fa fatica ad entrare nella storia ed a familiarizzare con lo stile stringato ed a tratti criptico di Dobbs, il libro esplode in un climax ascendente di interesse, fascino e suspence. Si arriva alla fine in un lampo, con un misto di sensazioni contrastanti: pena per le tante ambizioni spazzate via, sdegno per certi comportamenti abietti, ammirazione per la tenacia di Mattie e la genialità di Francis ed anche una buona dose di brivido! Più si alza la posta in gioco, più aumenta la tensione vibrante delle pagine e ci si chiede, come fa Mattie, fino a dove arrivi l’ambizione, di cosa sia fatto il potere e di quali compromessi si nutra. Ed il risvolto inquietante del romanzo è dato dal fatto che a scriverlo sia stato un politico, un uomo che è stato ai vertici del potere e che ha visto ciò che accade nel mondo dei potenti. Il racconto di Dobbs è assolutamente verosimile e si fa davvero fatica a distinguere il confine tra realtà e fantasia.

Qualche curiosità: “house of cards” è il primo di tre libri che hanno come protagonista Francis Urquhart; fu scritto da Dobbs nel 1989, ma l’autore lo ha rimaneggiato e ridato alle stampe nel 2014. Dal libro è stata tratta una fortunata serie Tv che ha ridato notorietà a queste pagine. Ogni capitolo è corredato da una massima di Francis Urquhart... queste massime, da sole, meriterebbero un'analisi a parte, tanti sono gli spunti di riflessione che forniscono.

Personalmente ho molto apprezzato l’approccio cinico e disilluso di Dobbs e leggerò anche gli altri due libri… e voi? Cominciate dal primo, ne vale la pena!

 

Opera recensita: “House of cards” di Michael Dobbs

Editore: Fazzi, 2014

Genere: romanzo

Ambientazione: Londra

Pagine: 447

Prezzo: 14,90 €

Consigliato: sì.

 

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