mercoledì 12 ottobre 2016

RECENSIONE: SOMALY MAM - IL SILENZIO DELL'INNOCENZA


Sinossi:

Mi chiamo Somaly; o, per lo meno, così mi chiamo adesso. Come tutti, in Cambogia, di nomi ne ho avuti parecchi. Un nome deriva da una scelta provvisoria, lo si cambia come si cambia vita se la sfortuna si accanisce contro di noi, per esempio. Ma non mi ricordo bene dei nomi che ho avuto quando ero piccola. Del resto, non ricordo quasi niente della mia prima infanzia; non so granché delle mie origini e ho ricostruito a posteriori, da vaghi ricordi, quel minimo di storia che sto per raccontarvi... Nata nella poverissima campagna cambogiana, dove i genitori arrivano a vendere i propri figli all'età di cinque o sei anni per pochi soldi, Somaly Mam, oggi trentacinquenne, ha vissuto parte dell'adolescenza in un bordello, in condizione di schiavitù. Violentata, picchiata e torturata, è riuscita a sottrarsi al suo destino e insieme al marito Pierre Legros ha creato nel 1997 un'associazione no-profit, la AFESIP (Agir pour les femmes en situation précaire) che dalla Cambogia, dove ha la sede principale, si è rapidamente sviluppata in Tailandia, Vietnam e Laos. Nonostante abbia subito numerose minacce, finora Somaly Mam è riuscita a salvare dalla prostituzione e dalla schiavitù migliaia di ragazze. "Il silenzio dell'innocenza" racconta la sua storia, la storia di migliaia di persone come lei, il dolore e la rabbia, ma anche la speranza che il mondo possa cambiare.

 

Duro, crudo, angosciante proprio come la storia che racconta. Questo libro è un pugno nello stomaco dal quale è difficile riprendersi. Tuttavia leggerlo serve: serve a noi per capire che il mondo non è solo quello civilizzato ed ordinato che ruota intorno a noi, ma anche quello povero, disastrato e corrotto in cui vivono milioni di persone poco al di là del nostro naso. E serve anche a Somaly Mam che lo ha scritto: dobbiamo dimostrarle che le infinite sofferenze che ha vissuto non sono state vane. Anche scrivere questo libro e ricordare le atrocità di cui è stata vittima per lei è stato difficile: non ricorda quasi nulla della sua infanzia, ricorda solo gli odori, i colori ed i sapori della foresta e del villaggio in cui ha trascorso i primi anni della sua vita. Dall’età di otto anni è stata venduta, costretta a lavorare per portare soldi ad un vecchio che li spendeva in alchool e la picchiava, ma al quale lei doveva rispetto. E’ stata violentata più e più volte, venduta da un bordello all’altro, il suo corpo ha subito le umiliazioni più atroci da cambogiani e bianchi di ogni fazione politica o etnia. Ma è riuscita ad uscirne, con sommi sforzi e difficoltà indicibili che le hanno lasciato segni indelebili ed ha fondato un’associazione, l’Afesip, che si occupa di salvare quante più bambine e raggazze possibile dal traffico delle donne e dal giro della prostituzione.

I suoi nemici più grandi sono la corruzione, l’indifferenza, la mentalità ristretta e la grande pressione economica. Ma lo sono anche il doppiogioco della polizia, i poteri forti di personalità intoccabili, la lentezza nell’arrivo dei fondi, la burocrazia che seppellisce la speranza. Eppure lei non si è arresa, nonostante le minacce di morte rivolte a lei, alla sua famiglia ed ai suoi collaboratori, Somaly porta avanti la sua battaglia: salvare quante più ragazze possibile ed aiutarle a raggiungere un’indipendenza finanziaria attraverso il reinserimento sociale e professionale.

Questo libro, in cui Somaly racconta in prima persona la sua storia, è una testimonianza forte e dura da mandar giù, soprattutto per noi occidentali che poco sappiamo del degrado e dell’umiliazione ancora così presente e radicata in certe parti del mondo. Confesso che non è stato facile portare a termine la lettura, sia per lo stile a tratti non esattamente scorrevole, sia per la crudezza delle vicende raccontate. Tuttavia credo che non bisogna sottrarsi a storie come questa: conoscere è il primo passo per cambiare le cose, anche nel nostro piccolo, anche attraverso le pagine di un libro.

Perciò vi dico: farà male, ma leggetelo.

 

Opera recensita: “il silenzio dell’innocenza” di Somaly Mam

Editore: Corbaccio, 2007

Genere: autobiografia

Ambientazione: Cambogia

Pagine: 192

Prezzo: 13,60 €

Consigliato: sì.

 

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