lunedì 28 novembre 2016

RECENSIONE: SIMONA AHRNSTEDT - RITRATTO DI DONNA IN CREMISI


Sinossi:

Stoccolma, 1880. È una sera di dicembre e la città è come incantata sotto una coltre di neve bianchissima. Nel foyer luccicante del Teatro dell'Opera,

gremito di dame in abiti eleganti e gentiluomini dell'alta società, tra il profumo delle ciprie e l'aroma dei sigari, un uomo e una donna si incontrano.

Lei è Beatrice Löwenström, dai meravigliosi capelli rosso fuoco e il viso spruzzato di lentiggini, una ragazza volitiva e ribelle che mal sopporta le rigide

convenzioni borghesi degli zii con cui vive. Lui è Seth Hammerstaal, lo scapolo più discusso della capitale, con un debole per le donne belle e per le

regole da infrangere. Un incontro fuggevole, eppure destinato a cambiare per sempre due vite. Perché quella sera nasce la più travolgente passione che

la fredda Stoccolma abbia conosciuto: da allora le strade di Seth e Beatrice si incrociano più volte, per caso, nelle mille occasioni mondane dei salotti

bene della città. Seth è incantato dall'intelligenza di Beatrice, una donna che non assomiglia a nessun'altra, e Beatrice spaventata e insieme sedotta

da quest'uomo affascinante e inaffidabile, che non ha mai vissuto secondo gli schemi. Lungo le vie scivolose per la brina, dinanzi alla baia ghiacciata

scintillante di luci, tra convegni notturni e passeggiate in carrozza, si consuma così un amore segreto, e per questo ancor più bruciante. Ma su Beatrice

sono già stati fatti progetti e conclusi accordi che non includono né la libertà, né la felicità e tantomeno Seth...

 

“Ritratto di donna in cremisi” è ambientato nel passato, tra il 1880 e il 1882, ma non è un romanzo storico; racconta una storia d’amore, ma non è un semplice romanzo rosa; contiene scene d’amore molto esplicite per l’epoca in cui è ambientato, ma non è un romanzo erotico. Cos’è? E’ tutte queste cose insieme! E’ una fiaba dal sapore antico, ma scritta da un’abile penna moderna.

Beatrice è una diciottenne di una bellezza non perfetta, ma esuberante, dalla chioma rosso fiammante e dal viso tempestato di efelidi. Ma oltre che bella, la ragazza è soprattutto colta, di un’intelligenza vivace ed incontenibile; è poco incline a rispettare le regole e le convenzioni sociali ed a lasciare che altri decidano per lei.

Seth è uno degli scapoli più ambiti di Stoccolma, ha buon gusto, ama le belle donne e sa come farle felici, è passionale, virile, ma anche estremamente sensibile.

Beatrice e Seth vivono a Stoccolma, in una Svezia che attraversa, come tutta Europa, un periodo di profondi cambiamenti culturali: esistono le classi sociali e le distinzioni tra aristocrazia e fasce meno abbienti, ma il confine non è così netto come in altri romanzi di qualche decennio prima. Ci sono uomini che considerano le donne come oggetti da usare e commerciare e uomini che ne apprezzano l’intelligenza e la vivacità. Sono sostanzialmente questi i cardini della struttura di questo romanzo: la concezione della donna, la distinzione di classe, il matrimonio combinato e quello d’amore.

Beatrice e Seth si incontrano per caso all’Opera, ma l’attrazione tra loro è immediata ed irresistibile. A quell’incontro fugace ne seguiranno molti altri, più o meno fortuiti, e il legame tra i due cresce fino a diventare travolgente ed inevitabile. Ma Beatrice, la sagace, intelligente, ribelle Beatrice deve sposare un altro uomo, molto diverso dal suo amato Seth. Lei non lo sa ancora, ma alle sue spalle è stato concluso un accordo, firmato un contratto che la consegna al suo aguzzino in cambio di un posto nell’alta società per la sua famiglia adottiva: Beatrice, infatti, non ha più i genitori e vive in casa di uno zio che dovrebbe darle affetto, invece non vede l’ora di sbarazzarsi di lei e la consegna al miglior offerente come fosse merce di scambio. La ragazza non ha scelta: le condizioni che le vengono poste sono terribili, ma lei è obbligata ad accettarle. Da questo momento si aprirà una serie di malintesi ed ostacoli che impediranno a Seth e Beatrice di amarsi come vorrebbero.

Rabbia, orgoglio, passione, umiliazione, amore si mescolano in queste pagine creando un mix di sensazioni esplosivo: la profonda tristezza ed apprensione per le sorti dei due amanti si contrappone alla passione elettrica e bruciante irradiata dagli incontri proibiti tra i due che attraversa le pagine investendo il lettore come una scarica di adrenalina. Il lieto fine sembra non arrivare mai, perciò quando finalmente il cielo si rischiara su Stoccolma la gioia è ancora più intensa e pervasiva.

A volerle trovare, ci sarebbero tante lacune da riscontrare in questo libro… qualche esempio? La storia in sé risulta un tantino troppo fantasiosa ed a tratti poco verosimile; inoltre è un po’ strano che una ragazza di buona famiglia in quegli anni avesse così tante occasioni (seppur fortuite) di intrattenersi da sola con un uomo… Inoltre, le descrizioni delle scene d’amore, che pure ho molto apprezzato, potrebbero risultare fuoriposto in un romanzo ambientato a fine Ottocento e mettono in risalto il fatto che l’opera è stata scritta in tempi moderni. C’è chi paragona quest’autrice a Jane Austen, solo più provocante. In parte concordo con questo paragone, ma bisogna tener conto del fatto che si tratta di un’autrice dei giorni nostri: Jane Austen, sebbene fosse anticonformista ed innovatrice, non si sarebbe mai sognata di descrivere il sesso in modo tanto esplicito.

Veniamo alle considerazioni personali… Mi è piaciuto? Sì, molto! Sarà anche molto fantasiosa, a tratti non proprio fedele al periodo storico, sarà anche estremamente triste, ma questa storia è bellissima! E’ bello, ogni tanto, tuffarsi in una fiaba, far finta che sia vera e sognare che tutto possa finire bene! E’ bello emozionarsi leggendo, rivivere le vicende dei protagonisti, piangere, ridere, indignarsi e gioire con loro al punto che non vorresti più separartene! Ognitanto ci vogliono anche queste belle storie per allontanarsi un po’ dal mondo reale e rifugiarsi in un mondo parallelo, diverso.

Mi sento di consigliare questo libro a chi abbia voglia di una lettura non impegnativa, lunga, spesso triste, ma di certo appassionante.

P.S. Una considerazione molto soggettiva: non linciatemi, mi piacciono diversi romanzi della Austen, ma il fuoco sprigionato da certe pagine della Ahrnstedt mi ha emozionato troppo!

 

Opera recensita: “ritratto di donna in cremisi” di Simona Ahrnstedt

Editore: Sperling & Cupfer, 2011

Genere: romanzo

Ambientazione: Svezia, Normandia 1880

Pagine: 433

Prezzo: 19,90 €

Consigliato: sì.

 

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