mercoledì 30 novembre 2016

RECENSIONE: WULF DORN - PHOBIA


Sinossi:

Londra, una fredda notte di dicembre nell'elegante quartiere di Forest Hill. Sarah sta dormendo quando sente rientrare il marito, che sarebbe dovuto restare

via per lavoro ancora qualche giorno. Ma l'uomo che trova in cucina intento a prepararsi un panino non è Stephen. Eppure indossa gli abiti di Stephen,

ha la sua valigia, ed è arrivato fin lì con l'auto di Stephen, parcheggiata come al solito davanti alla casa. Sostiene di essere Stephen, e conosce particolari

della loro vita che solo lui può conoscere. Elemento ancora più agghiacciante, l'uomo ha il volto deturpato da orribili cicatrici. Per Sarah e per Harvey,

il figlio di sei anni, incomincia un incubo atroce, anche perché lo sconosciuto scompare così come era apparso e nessuno crede alla sua esistenza. Anche

la polizia è convinta che Sarah sia vittima di un forte esaurimento nervoso e che non voglia accettare che il marito sia andato via di casa volontariamente

e che presto tornerà. Sola e disperata, Sarah si rivolge all'unica persona che, forse, può aiutarla, il suo amico d'infanzia Mark Behrendt, psichiatra

che conosce gli abissi dell'animo umano. Insieme Mark e Sarah iniziano a indagare, mentre il misterioso sconosciuto è sempre un passo avanti a loro e sembra

divertirsi a tormentarli, a lasciare piccoli segnali e scomparire. Chi è l'uomo sfigurato? Che cosa vuole da Sarah?

 

E’ il meno psicologico e, a mio parere il meno avvincente fra i thriller di Wulf Dorn che ho letto finora, ma non per questo è meno bello! E’ la storia della giovane Sarah e di suo figlio Harvey, che in una fredda notte di dicembre si ritrovano in casa uno sconosciuto con il viso sfregiato da orribili cicatrici. L’uomo è entrato in casa con le chiavi di Stephen, il marito di Sarah, partito quel pomeriggio per un viaggio di lavoro; l’uomo indossa i suoi vestiti, ha la sua valigia e la sua macchina, dice di essere Stephen e conosce la quotidianità di Sarah ed Harvey come se avesse sempre vissuto con loro. Da questo momento per Sarah cominceranno giorni di terrore, incertezza, paura. E’ proprio questa paura che è al centro dell’intera storia, la paura che viene dal passato e che, dal giorno in cui si è dimessa dalla casa editrice in cui lavorava, segue Sarah come un’ombra: è la paura di fallire, di non essere all’altezza. Ed è proprio questa paura che lo sconosciuto con le cicatrici vuole combattere, anche se Sarah ancora non lo sa. Ora è spaventata per sé e per il figlio e vuole ad ogni costo trovare suo marito. La polizia, però, non le crede e l’unica persona che può aiutarla è il suo amico d’infanzia, lo psichiatra Mark Berendt, che da sempre ha un’attitudine naturale a capire le persone. Casualmente anche lui è a Londra, venuto dalla Germania per il funerale del suo relatore, ma quando Sarah lo cerca per chiedergli aiuto scopre che anche lui ha subito un’esperienza traumatica dalla quale fatica ad uscire. Mark, infatti, può capire benissimo, meglio di chiunque altro, cosa si prova quando uno sconosciuto entra d’improvviso nella tua vita e ti ruba la tranquillità.

Chi ha letto “la psichiatra” ricorderà certamente l’anticonformista dottor Mark Berendt, in servizio alla Walt Klinik; lo ritroviamo in questo romanzo con più esperienze e più turbamenti. Cambio di ambientazione, dunque, per Dorn che dalla grigia Germania si sposta nella piovosa Londra per una storia altrettanto intricata ed apparentemente inspiegabile. Qui, al contrario dei libri precedenti, non abbiamo una vera e propria devianza psichica, ma “solo” l’ossessione di uno sconosciuto che definire “pazzo” sarebbe troppo banale: come ci insegna Dorn, infatti, bisogna sempre chiedersi il perché delle azioni che ci sembrano folli ed indagare nel profondo dell’animo umano per capirne il significato. Ma questo è soprattutto un libro che affronta le paure, quelle ataviche che si annidano dentro ognuno di noi e che inesorabilmente condizionano la nostra vita. E poi ci sono anche le paure sociali, quelle che ci impediscono di guardare con serenità un volto deturpato, quelle che minano la nostra tranquillità, i nostri equilibri sempre precari, quelle che non accettiamo perché sarebbe troppo duro sopportarne le conseguenze…

Anche in “Phobia” Dorn fa un’analisi a tutto tondo della psiche umana e delle sue mille sfaccettature. Sebbene, come anticipavo all’inizio, mi sia sembrato il meno avvincente tra i thriller di quest’autore, probabilmente per alcune lunghe digressioni che avrei evitato, “phobia” non è meno affascinante e profondo: ancora una volta Dorn ci mostra che la verità può essere più complessa di quanto immaginiamo e che dietro ad ogni azione possono celarsi i motivi più disparati, ma comunque un motivo c’è sempre e spetta a noi ricercarlo.

Ad ogni modo, bello… consigliato.

 

Opera recensita: “Phobia” di Wulf Dorn

Editore: Corbaccio, 2014

Genere: thriller psicologico

Ambientazione: Londra

Pagine: 324

Prezzo: 16,60 €

Consigliato: sì.

 

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