sabato 4 febbraio 2017

RECENSIONE: MICHAIL BULGAKOV - IL MAESTRO E MARGHERITA


Sinossi:

"Un miracolo che ognuno deve salutare con commozione". Così Eugenio Montale accoglieva nel 1967 il romanzo postumo che consacrava di colpo Bulgakov, fino

ad allora sconosciuto, tra i grandi scrittori russi del Novecento, e forniva un quadro indimenticabile della Russia di Stalin. Nella Mosca degli anni '30

arriva Satana in persona e sotto le spoglie di un esperto di magia nera, accende una girandola di eventi tragicomici.

 

Commento:

Beh, che dire? Un vero e proprio capolavoro della letteratura! Geniale, dissacrante, visionario ed attualissimo. Mi sono innamorata di questo libro!

Il titolo è “il maestro e Margherita”, perciò ci si aspetterebbe che l’opera narrasse solo la storia di questi due personaggi… niente di più sbagliato! Il vero protagonista di questa storia è lui, il Messere, il principe del male, Woland… alias? Satana! Tutto comincia durante il plenilunio di primavera, quando, nel pomeriggio, agli stagni Patriarsie, avviene un incontro alquanto singolare tra il poeta Ivan Besdomni, il direttore dell’associazione letteraria Massolit, Berliotz e uno strano viaggiatore che dice di essere un professore, un consulente di magia nera… Questo incontro attiva una serie di eventi a catena che coinvolgono le più alte personalità del teatro moscovita, ma anche letterati, impiegati e gente comune. Dall’arrivo di questo strano consulente e del suo variopinto seguito, la città di Mosca precipita nella follia e nel delirio. Ben presto il lettore comprenderà che il misterioso straniero altri non è che il diavolo in persona, venuto in città per osservare i comportamenti dei moscoviti che si rivelano estremamente manipolabili, influenzabili e sensibili al denaro, alla corruzione, all’egocentrismo ed all’accidia. Woland ed i suoi (un gatto dalle sembianze molto umane, uno spilungone col vestito a quadretti e dei finti occhiali a molla, un ometto fulvo e dalla voce nasale, una cameriera nuda) troveranno terreno fertile per le loro magagne nella città dove regnano la corruzione e la perdizione. Fra i tanti personaggi colpiti dall’influenza del maligno troviamo poi il maestro (uno scrittore ostracizzato per un romanzo sui fatt Ponzio Pilato e la crocifissione di Jeshua) e la sua bella amante, Margherita… la loro sorte è esemplare per capire lo stato di follia in cui versa la città di Mosca nel periodo stalinista.

La trama principale, con il susseguirsi degli eventi tragicomici causati da Woland e dai suoi, è intervallata da stralci del romanzo del maestro, ambientati a Gerusalemme ai tempi di Pilato e di Jeshua Hanozri, utili a far comprendere quanto poco sia cambiata la natura dell’uomo nonostante siano passati millenni. Ed anche noi, lettori moderni, non fatichiamo a giungere alla stessa considerazione leggendo questo libro così visionario ed attuale: non è difficile, infatti, cogliere le analogie con i comportamenti in uso anche nella quotidianità della nostra società. Lo stile di Bulgakov, poi, è davvero pregevole: non una parola in più, né una in meno; tutto è funzionale alla narrazione puntuale, precisa ed evocativa. Proprio Bulgakov, in un passo di questo libro, si definisce “narratore veridico, ma estraneo”: proprio così, veridico, estraneo, ma molto, molto acuto ed intelligente!

Inutile aggiungere che mi è piaciuto moltissimo e che lo consiglio vivamente a tutti… un’imperdibile fiaba realista che ci fornisce un ritratto impietoso e veritiero della società del primo Novecento, ma anche della nostra!

 

Opera recensita: “Il maestro e Margherita” di Michail Bulgakov

Editore: Einaudi, prima ed. italiana 1967

Genere: letteratura russa

Ambientazione: Russia degli anni Trenta

Pagine: 390

Prezzo: 11,00 €

Consigliato: assolutamente sì.

 

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