mercoledì 22 marzo 2017

RECENSIONE: ALESSANDRO D'AVENIA - L'ARTE DI ESSERE FRAGILI. COME LEOPARDI PUò SALVARTI LA VITA.


Sinossi:

In un dialogo intimo e travolgente con il nostro più grande poeta moderno, Alessandro D'Avenia porta a magnifico compimento l'esperienza di professore,

la passione di lettore e la sensibilità di scrittore per accompagnarci in un viaggio esistenziale sorprendente.

"Esiste un metodo per la felicità duratura? Si può imparare il faticoso mestiere di vivere giorno per giorno in modo da farne addirittura un'arte della

gioia quotidiana?" Sono domande comuni, ognuno se le sarà poste decine di volte, senza trovare risposte. Eppure la soluzione può raggiungerci, improvvisa,

grazie a qualcosa che ci accade, grazie a qualcuno. In queste pagine Alessandro D'Avenia racconta il suo metodo per la felicità e l'incontro decisivo che

glielo ha rivelato: quello con Giacomo Leopardi. Leopardi è spesso frettolosamente liquidato come pessimista e sfortunato. Fu invece un giovane uomo affamato

di vita e di infinito, capace di restare fedele alla propria vocazione poetica e di lottare per affermarla, nonostante l'indifferenza e perfino la derisione

dei contemporanei. Nella sua vita e nei suoi versi, D'Avenia trova folgorazioni e provocazioni, nostalgia ed energia vitale. E ne trae lo spunto per rispondere

ai tanti e cruciali interrogativi che da molti anni si sente rivolgere da ragazzi di ogni parte d'Italia, tutti alla ricerca di se stessi e di un senso

profondo del vivere. Domande che sono poi le stesse dei personaggi leopardiani: Saffo e il pastore errante, Nerina e Silvia, Cristoforo Colombo e l'Islandese...

Domande che non hanno risposte semplici, ma che, come una bussola, se non le tacitiamo possono orientare la nostra esistenza.

 

Commento:

Alessandro D’Avenia è un professore di lettere al liceo, è uno scrittore seguito da lettori di tutte le età, ma soprattutto è un uomo di trentanove anni con un amore per la letteratura, la poesia, la bellezza. Nei suoi precedenti libri D’Avenia ha affrontato temi importanti come la malattia, la morte, la figura importantissima di Padre Pino Puglisi (suo insegnante di religione al liceo), ma la costante di tutte le sue opere è l’attenzione che dedica all’adolescenza. Anche in questo suo ultimo libro ne parla diffusamente, cercando di dare ai ragazzi (e non solo) un insegnamento: è possibile trovare la felicità, è possibile vivere la propria vita con gioia, è possibile usare gli ostacoli che troviamo sul nostro cammino come opportunità di crescita. Basta lasciarsi rapire… tutto sta in un incontro con qualcosa, con qualcuno.

Di cosa parla, in fin dei conti, questo libro? Di felicità, di bellezza, di gratitudine, di vita. Ma D’Avenia non ne parla dall’alto di una cattedra, con superiorità, in modo freddo ed aulico! Lo fa attraverso la sua esperienza personale di docente e scrittore che ogni giorno riceve le testimonianze di vita di tanti ragazzi; ma soprattutto attraverso la sua esperienza di ragazzo di diciassette anni che un giorno fu rapito dalle parole di un poeta, Leopardi, che sentiva sue. Questo rapimento gli ha salvato la vita e dura ancora oggi. Nelle lettere contenute in questo libro D’Avenia ringrazia Leopardi per tutto ciò che ha scritto, per i personaggi che ha creato e nei quali non è difficile riconoscersi. Molti considerano questo poeta come lo “sfigato”, il pessimista cosmico, ma D’Avenia ci mostra come, invece, egli fosse un “predatore di felicità”, un’anima sensibile, profonda, in grado di vedere oltre le apparenze, di descrivere con i suoi versi la bellezza, sia essa naturale o spirituale.

Ripercorrendo le opere di Leopardi noteremo come egli non sia poi così lontano da noi, da ciò che anche noi viviamo ogni giorno, dalle fasi della nostra vita… e non sarà difficile immergerci nella natura da lui così magistralmente descritta; e d’improvviso questo giovane sfigato con la gobba lo sentiremo vicino, un compagno di vita, di gioie e di sofferenze.

Con la sua collaudata maestria nell’uso delle parole, D’Avenia ci dona non solo un’immagine nuova e più vera di Leopardi, ma un’ancora per i giorni bui e per quelli luminosi, una riserva inesauribile di emozioni: la letteratura. Ma l’insegnamento più grande che si può trarre da queste pagine affascinanti è questo: per affrontare al meglio la vita bisogna lasciarsi rapire da qualcosa o da qualcuno, che sia Leopardi, il Rap, i film, lo sport, bisogna vivere le proprie passioni e condividerle con gli altri. Solo così potremo intraprendere la strada verso la felicità e fare della nostra fragilità un’arte.

A conclusione, un piccolo consiglio personale: questo libro, a mio parere, ha bisogno di almeno due letture. Come tutte le cose belle, infatti, la prima lettura si fa d’un fiato: le parole, le pagine, i concetti hanno un fascino che stordisce e dal quale non ci si può staccare. E’ necessario, però, assorbirne il senso profondo con una seconda lettura, magari più attenta, calma e ragionata. Solo così, infatti, ci si potrà soffermare con attenzione sulle citazioni leopardiane e sulla loro estrema attualità ed aderenza al testo. Detto questo, ovviamente mi sento di consigliare questo libro e di fare i miei complimenti al professor Alessandro D’Avenia che, ancora una volta, mi ha emozionata.

 

Opera recensita: “l’arte di essere fragili” di Alessandro D’Avenia

Editore: Mondadori, 2016

Genere: epistolario

Ambientazione: non definita

Pagine: 216

Prezzo: 19,00 €

Consigliato: sì.

 

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