Sinossi:
In un dialogo intimo e travolgente con il nostro più grande
poeta moderno, Alessandro D'Avenia porta a magnifico compimento l'esperienza di
professore,
la passione di lettore e la sensibilità di scrittore per
accompagnarci in un viaggio esistenziale sorprendente.
"Esiste un metodo per la felicità duratura? Si può
imparare il faticoso mestiere di vivere giorno per giorno in modo da farne
addirittura un'arte della
gioia quotidiana?" Sono domande comuni, ognuno se le
sarà poste decine di volte, senza trovare risposte. Eppure la soluzione può
raggiungerci, improvvisa,
grazie a qualcosa che ci accade, grazie a qualcuno. In
queste pagine Alessandro D'Avenia racconta il suo metodo per la felicità e
l'incontro decisivo che
glielo ha rivelato: quello con Giacomo Leopardi. Leopardi è
spesso frettolosamente liquidato come pessimista e sfortunato. Fu invece un
giovane uomo affamato
di vita e di infinito, capace di restare fedele alla propria
vocazione poetica e di lottare per affermarla, nonostante l'indifferenza e
perfino la derisione
dei contemporanei. Nella sua vita e nei suoi versi, D'Avenia
trova folgorazioni e provocazioni, nostalgia ed energia vitale. E ne trae lo
spunto per rispondere
ai tanti e cruciali interrogativi che da molti anni si sente
rivolgere da ragazzi di ogni parte d'Italia, tutti alla ricerca di se stessi e
di un senso
profondo del vivere. Domande che sono poi le stesse dei
personaggi leopardiani: Saffo e il pastore errante, Nerina e Silvia, Cristoforo
Colombo e l'Islandese...
Domande che non hanno risposte semplici, ma che, come una
bussola, se non le tacitiamo possono orientare la nostra esistenza.
Commento:
Alessandro D’Avenia è un professore di lettere al liceo, è
uno scrittore seguito da lettori di tutte le età, ma soprattutto è un uomo di
trentanove anni con un amore per la letteratura, la poesia, la bellezza. Nei
suoi precedenti libri D’Avenia ha affrontato temi importanti come la malattia,
la morte, la figura importantissima di Padre Pino Puglisi (suo insegnante di
religione al liceo), ma la costante di tutte le sue opere è l’attenzione che
dedica all’adolescenza. Anche in questo suo ultimo libro ne parla diffusamente,
cercando di dare ai ragazzi (e non solo) un insegnamento: è possibile trovare
la felicità, è possibile vivere la propria vita con gioia, è possibile usare
gli ostacoli che troviamo sul nostro cammino come opportunità di crescita. Basta
lasciarsi rapire… tutto sta in un incontro con qualcosa, con qualcuno.
Di cosa parla, in fin dei conti, questo libro? Di felicità,
di bellezza, di gratitudine, di vita. Ma D’Avenia non ne parla dall’alto di una
cattedra, con superiorità, in modo freddo ed aulico! Lo fa attraverso la sua
esperienza personale di docente e scrittore che ogni giorno riceve le
testimonianze di vita di tanti ragazzi; ma soprattutto attraverso la sua
esperienza di ragazzo di diciassette anni che un giorno fu rapito dalle parole
di un poeta, Leopardi, che sentiva sue. Questo rapimento gli ha salvato la vita
e dura ancora oggi. Nelle lettere contenute in questo libro D’Avenia ringrazia
Leopardi per tutto ciò che ha scritto, per i personaggi che ha creato e nei
quali non è difficile riconoscersi. Molti considerano questo poeta come lo “sfigato”,
il pessimista cosmico, ma D’Avenia ci mostra come, invece, egli fosse un “predatore
di felicità”, un’anima sensibile, profonda, in grado di vedere oltre le
apparenze, di descrivere con i suoi versi la bellezza, sia essa naturale o
spirituale.
Ripercorrendo le opere di Leopardi noteremo come egli non
sia poi così lontano da noi, da ciò che anche noi viviamo ogni giorno, dalle
fasi della nostra vita… e non sarà difficile immergerci nella natura da lui
così magistralmente descritta; e d’improvviso questo giovane sfigato con la
gobba lo sentiremo vicino, un compagno di vita, di gioie e di sofferenze.
Con la sua collaudata maestria nell’uso delle parole, D’Avenia
ci dona non solo un’immagine nuova e più vera di Leopardi, ma un’ancora per i
giorni bui e per quelli luminosi, una riserva inesauribile di emozioni: la
letteratura. Ma l’insegnamento più grande che si può trarre da queste pagine
affascinanti è questo: per affrontare al meglio la vita bisogna lasciarsi
rapire da qualcosa o da qualcuno, che sia Leopardi, il Rap, i film, lo sport,
bisogna vivere le proprie passioni e condividerle con gli altri. Solo così
potremo intraprendere la strada verso la felicità e fare della nostra fragilità
un’arte.
A conclusione, un piccolo consiglio personale: questo libro,
a mio parere, ha bisogno di almeno due letture. Come tutte le cose belle,
infatti, la prima lettura si fa d’un fiato: le parole, le pagine, i concetti
hanno un fascino che stordisce e dal quale non ci si può staccare. E’
necessario, però, assorbirne il senso profondo con una seconda lettura, magari
più attenta, calma e ragionata. Solo così, infatti, ci si potrà soffermare con
attenzione sulle citazioni leopardiane e sulla loro estrema attualità ed
aderenza al testo. Detto questo, ovviamente mi sento di consigliare questo
libro e di fare i miei complimenti al professor Alessandro D’Avenia che, ancora
una volta, mi ha emozionata.
Opera recensita: “l’arte di essere fragili” di Alessandro D’Avenia
Editore: Mondadori, 2016
Genere: epistolario
Ambientazione: non definita
Pagine: 216
Prezzo: 19,00 €
Consigliato: sì.
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