martedì 26 dicembre 2017

RECENSIONE: JULIAN FELLOWES - BELGRAVIA


Sinossi:

Nel giugno del 1815, Bruxelles appare 'en fête', con le affollate bancarelle nei mercati e le carrozze aperte pitturate a colori vivaci. Nessuno immagina

che l'imperatore Napoleone sia in marcia, pronto ad accamparsi sul limitare della città da un momento all'altro. La diciottenne Sophia Trenchard, tipica

bellezza inglese bionda dagli occhi azzurri, non ha alcun interesse per le questioni belliche; i suoi pensieri sono rivolti a Lord Edmund Bellasis, erede

di una delle famiglie più importanti della Gran Bretagna, che le ha appena procurato gli inviti per il ballo della duchessa di Richmond. La guerra ha alterato

gli schemi, permettendo di tralasciare le solite regole, e l'ambiziosa Sophia è intenzionata a non lasciarsi sfuggire questa occasione, insperata per una

ragazza con i suoi natali. Suo padre, James Trenchard, è "il Mago", un abile commerciante che fornisce pane e birra ai soldati. Partito da una bancarella

a Covent Garden, grazie a un vero talento per gli affari, ha compiuto una vertiginosa scalata sociale, spinto dall'insopprimibile desiderio di appartenere

al bel mondo. Anne, la moglie di James, sembra essere l'unica della famiglia Trenchard ad aver conservato un po' di buon senso e a ostacolare l'unione

tra la figlia e Edmund Bellasis. Durante il ballo un aiutante di campo irrompe nella sala recando con sé una missiva. Le truppe francesi hanno oltrepassato il confine e gli ufficiali inglesi, le uniformi da gala ancora indosso, vengono richiamati ai propri reggimenti. Le sale piene di fiori, tanto

profumate ed eleganti a inizio serata, diventano teatro di strazianti scene di commiato, compreso quello tra Sophia e Lord Bellasis, ignari della piega

che sta per prendere la loro vita. Venticinque anni dopo i Trenchard, tornati in Inghilterra, vivono a Belgravia, un quartiere di nuova costruzione edificato

da James, che ha fatto fortuna nel campo dell’edilizia. Non lontano da loro sorge la dimora dei conti di Brockenhurst, i genitori di Edmund Bellasis. Le

due famiglie appaiono tanto distanti per estrazione sociale quanto unite da un segreto diventato oggetto di un curioso interesse nei salotti londinesi,

scatenando i pettegolezzi della servitù e mettendo in moto una catena di eventi non privi di colpi di scena e rivelazioni. Con uno stile impeccabile, tra

personaggi irresistibili e descrizioni magistrali, Fellowes – già autore dell’acclamato Downton Abbey – ha scritto un romanzo che, con sagacia e ironia,

affronta le tensioni tra le nuove famiglie benestanti e la vecchia aristocrazia nell’Inghilterra vittoriana.

 

Commento:

La quarta di copertina riassume molto bene il punto di partenza di questa storia che si dipana nella Londra vittoriana di metà Ottocento, in cui le differenze di classe, che ai nostri occhi potrebbero apparire inezie incomprensibili, erano tenute oltremodo in considerazione. E’ fondamentalmente questo il tema portante del libro: la figlia di un mercante arrampicatore sociale e costruttore di case ebbe l’ardire di intrattenersi con l’erede di un’importante famiglia nobile e venticinque anni dopo vengono a galla trame e segreti di quell’unione e di quel periodo.

Questi eventi danno origine a nuovi intrighi, macchinazioni, pettegolezzi, supposizioni sbagliate e piccole vendette che vedono al centro un inconsapevole giovane commerciante con il talento per gli affari, Charles Pope. Chi è questo giovane che attira l’interesse di tanti variegati personaggi? Questa è la domanda cruciale che permette al bravissimo Julian Fellowes di condurci in un intricato dedalo di vicende che sarà difficile ed affascinante districare. Dopo un inizio non esattamente avvincente che farebbe pensare ad un romanzetto senza infamia e senza lode, la lettura migliora e ci si ritrova a seguire con interesse le vicende dei personaggi.

Più che di un romanzo storico, si tratta di un romanzo di ambientazione storica, che unisce le ambientazioni tipiche della classe medioalta della società londinese ottocentesca e uno stile svecchiato e – essendo stato scritto oggi - privo dell’ampollosità tipica dei romanzi scritti in quel periodo. Tutto questo rende “Belgravia” un libro apprezzabilissimo: ben inteso, è ben lungi dall’essere un capolavoro, ma è comunque una lettura leggera e molto gradevole in cui si trova un po’ di tutto, dall’amore alla differenza di classe, dall’ambientazione già pregevole di per sé ad un accenno di colonialismo, da una saga familiare ad uno spaccato del mondo e del vissuto di una Londra diversa da quella che conosciamo oggi. Per tirare le somme, quindi, una lettura consigliata a chi cerchi un libro leggero ma non banale ed ami le ambientazioni ottocentesche. Se poi avete visto Downton Abbey ci ritroverete molto in queste pagine: sebbene ambientato un po’ più indietro nel tempo, “Belgravia” nasce proprio dalla penna dello stesso sceneggiatore, quindi se la serie vi era piaciuta non potrete non apprezzare questo libro.

 

Opera recensita: “Belgravia” di Julian Fellowes

Editore: Neri Pozza, 2016

Genere: narrativa straniera, romanzo storico

Ambientazione: Bruxelle 1815-Londra 1841

Pagine: 414

Prezzo: 18,00 €

Consigliato: sì.

 

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