Sinossi:
C’è un vuoto nella memoria di Dorothea. Quella sera voleva
uscire a tutti i costi ma i suoi l’avevano costretta a fare la babysitter al
fratello minore
mentre loro erano a teatro. Ricorda che lui non ne voleva
sapere di dormire e urlava come un pazzo. Ricorda una telefonata che l’aveva
sconvolta, ricorda
di aver perso la testa, e poi più niente. Più niente fino
agli occhi sbarrati del fratellino, senza più vita. C’è un abisso in quel vuoto
di memoria, un
abisso che parole come «arresto cardiaco» non riescono a
colmare. Perché la verità è che lei non sa cosa ha fatto in quel vuoto. Ma sa
che sarebbe stata
capace di tutto… Solo adesso, dopo mesi di ospedale psichiatrico,
di terapie, di psicologi, ha raggiunto faticosamente un equilibrio precario. Ha
cambiato
casa, scuola, città: si aggrappa alla speranza di una vita
normale. Ma una notte vede in giardino un ragazzo terrorizzato che le chiede
aiuto e poi scompare
senza lasciare traccia. E quando, dopo qualche giorno,
Dorothea scopre l’identità del ragazzo e viene a sapere che in realtà lui si
sarebbe suicidato prima
del loro incontro, le sembra di impazzire di nuovo. I
fantasmi del passato si uniscono a quelli del presente precipitandola in un
incubo atroce in cui
non capisce di chi si può fidare, e in cui la sua peggiore
nemica potrebbe rivelarsi propri lei stessa…
Incalzante, avvincente, il nuovo psicothriller di Wulf Dorn
spiazza il lettore lasciandolo con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
Commento:
Dorotea, che preferisce essere chiamata Doro, è una
diciottenne con una capacità particolare, la sinestesia: per lei ogni persona
ha un colore, il bruno ambrato della madre, l’avorio del padre, il
tranquillizzante color sabbia per il dottor Nord, lo stabilizzante marrone
terra fresca del dottor Fornstner, il rosso per la follia. Rosso follia come
quella che ricollega a quattordici mesi prima, quando suo fratello è morto:
Doro non ricorda quasi nulla di quella sera, sa solo che i suoi l’avevano
obbligata a fargli da baby sitter, che lei avrebbe voluto andare a una festa, e
poi sente una voce inquietante che le chiede cos’ha fatto. Ma lei, lei che
tutti considerano pazza, non lo sa cos’ha fatto, non lo ricorda. Trasferitasi
con la madre in un’altra città, dopo i mesi in ospedale psichiatrico, Doro
prova a recuperare l’equilibrio, a riprendere in mano la sua quotidianità, a
recuperare il rapporto con la madre e a farsi nuovi amici. Ma qualcosa di
strano accade nella nuova casa: in piena notte, nel capanno del suo giardino,
Doro trova un ragazzo ferito che le chiede aiuto dicendo di essere inseguito da
un demonio. Quando però Doro va a chiedere aiuto il ragazzo scompare: è l’unica
ad averlo visto e lo spettro della pazzia la perseguita. Nessuno le crede… ma
qualcuno la aiuta nelle ricerche: Julian, il vicino di casa figlio del suo
nuovo psichiatra, David, il ragazzo del lido dove va a lavorare, lo stesso
dottor Nord… ma man mano che le “visioni” e le scoperte aumentano la
credibilità di Doro diminuisce e la sua storia sembra sempre più assurda,
sempre più frutto di una mente malata. Ma questo ragazzo esiste davvero o è solo
un’allucinazione di Doro? E chi ha maltrattato il cane Nero? E chi c’era nella
cantina della vecchia fabbrica? Troppe domande e troppe poche persone a dover
trovare le risposte, fino a quando la
sinestesia di Doro e la sua tenacia saranno le sue uniche armi. Un thriller
incalzante, inquietante, con un finale imprevedibile. Un altro esercizio di
stile del grande Wulf Dorn che non delude mai.
Consigliato a chi ama i thriller psicologici, a chi non
disdegna velocità e pathos e a chi ama lasciarsi sedurre e sorprendere dalla
storia anche se qualche volta potrebbe risultare poco verosimile.
Opera recensita: “Il mio cuore cattivo” di Wulf Dorn
Editore: Corbaccio, 2014
Genere: thriller psicologico
Ambientazione: Germania
Pagine: 352
Prezzo: 14,90 €
Consigliato: sì.
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