venerdì 25 maggio 2018

RECENSIONE: IRVIN D. YALOM - IL SENSO DELLA VITA


Sinossi:

«Ascoltate i vostri pazienti; lasciate che siano loro a insegnare a voi. Per diventare saggi dovete rimanere studenti». Queste parole di John Whitehorn,

suo mentore negli anni giovanili trascorsi al Johns Hopkins Hospital di Baltimora, sono risuonate a lungo nella mente di Irvin D. Yalom. Ne ha, però, pienamente

afferrato la verità soltanto quando, nel corso degli anni, si è imbattuto in alcuni casi clinici che si sono mostrati più rivelatori per lui – l’analista,

il medico – che per il paziente in cura. Le sei storie contenute in questo volume narrano di questa scoperta. Toccano momenti cruciali dell’esistenza,

come nel caso di Paula, una malata terminale che svela a Yalom come la paura sia soltanto uno dei tanti colori che illuminano il nostro lungo addio alla

vita. Concernono i nodi fondamentali dello sviluppo e della formazione della personalità, come nel caso di Magnolia, una settantenne afroamericana che,

confessando le proprie delusioni e il proprio passato di figlia abbandonata, offre all’autore l’occasione per riflettere sulla relazione con la propria

madre; o come nel caso di Myrna, in cui il confronto con i rispettivi lutti genitoriali giunge, per paziente e medico, attraverso una vicendevole attrazione

erotica. Riguardano i disturbi della sfera emotiva, come nella vicenda di Irene, un chirurgo intelligente e di successo, che si scopre incapace di superare

la morte del marito utilizzando le sole armi del suo raziocinio.

Selezionando sei storie tra le tante affiorate nei suoi cinquant’anni di pratica analitica,

Yalom conduce il lettore lungo i sentieri delle emozioni umane, così come si rivelano nell’affascinante e complessa relazione tra paziente e psichiatra.

E, attraverso una scrittura capace di affrontare con levità i temi del lutto, del dolore e della perdita, ma anche quelli del coraggio, della guarigione

e dell’autoconsapevolezza, tesse, come Oliver Sacks, i labirintici fili della coscienza in un arazzo molto più ricco e solenne.

 

 

Commento:

Sei racconti, sei storie selezionate tra le tante vissute da psicoterapeuta. E’ questo il modo con cui Irvin Yalom tenta di spiegarci la sua personale accezione del tanto cercato “senso della vita”. Ed il tentativo risulta convincente e, sorpresa delle sorprese, davvero utile. I temi affrontati sono, tendenzialmente, legati alla morte: la morte non è vista qui come aspetto negativo, ma come fatto della vita, qualunque sia la causa per la quale noi vi entriamo in contatto. La perdita di una persona cara, i conti in sospeso che abbiamo con lei, la malattia – nostra o di chi ci è vicino – sono tutti fenomeni naturali che, per quanto faccia male e sia difficile, dobbiamo interiorizzare e superare fino ad arrivare all’accettazione che, un giorno, anche noi dovremo morire.

E’ questo, in estrema e banale sintesi, il tema centrale che Yalom affronta in questo libro. Il bello è che lo fa in modo assolutamente naturale, godibile, interessante, portandoci non solo ad apprezzare le storie raccontate, ma anche a porci degli interrogativi su noi stessi e su ciò che ci circonda. Una lettura davvero stimolante e per nulla “pesante” o banale, come avrebbe rischiato di diventare stando al titolo.

Personalmente consiglio questo libro, ho apprezzato molto la scrittura di Yalom e leggerò certamente ancora di lui.

 

 

Opera recensita: “Il senso della vita” di Irvin D. Yalom

Editore: Neri Pozza, 2016

Genere: raccolta di racconti

Ambientazione: California, Stati Uniti

Pagine: 304

Prezzo: 17,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8,5.

 

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