martedì 30 ottobre 2018

RECENSIONE: MICHEL FABER - IL PETALO CREMISI E IL BIANCO


Sinossi:
Londra 1875. Dall'esile candela della sua stanza nel bordello della terribile Mrs Castaway, Sugar, una prostituta di diciannove anni, la più desiderata in città, cerca la via per sottrarre il proprio corpo e l'anima al fango delle strade. Dai vicoli luridi e malfamati Michel Faber ci guida, seguendo la scalata di Sugar, fino allo splendore delle classi alte della società vittoriana, dove violiamo l'intimità di personaggi terribili e fragili, comunque indimenticabili. Come Rackam, il giovane erede di una grande fortuna che diverrà l'amante di Sugar, e sua moglie, l'angelica e infelice Agnes.

Commento:
Questo voluminoso romanzo avrebbe, a parer mio, il potenziale per essere stupendo – e si vede che l'autore ce l'ha messa tutta per far sì che lo fosse – ma purtroppo non lo è neanche lontanamente… E' il classico esempio di libro che potrebbe essere tante cose nelle intenzioni, ma patisce una realizzazione lacunosa e comunque al di sotto delle aspettative. Premetto che, con tutti i suoi difetti di realizzazione, mi sono mio malgrado affezionata a Sugar, la protagonista femminile di questo romanzo, tuttavia le cose che non mi sono piaciute sono troppe per consigliarne la lettura. Ma partiamo dal principio: "iIl petalo cremisi e il bianco" è un romanzo pubblicato da Michel Faber nel 2003, ma ambientato nella Londra vittoriana del 1875-1876. In un emblematico viaggio l'autore ci guida dai vicoli più malfamati di Londra alla ristretta cerchia dell'Elite inglese, e lo fa seguendo la storia di Sugar, una prostituta diciannovenne assolutamente sui generis: è stata avviata alla professione costretta dalla madre e da quel momento è diventata tanto depravata quanto colta arrivando ad essere la più desiderata e richiesta. A lei si affida il frustrato e confuso William Rackam, ex rampollo della Londra-bene, con una moglie troppo persa nei suoi deliri metafisici e un futuro da industriale in fieri, ma senza la minima voglia di immergervisi. Sarà proprio la voglia di potersi permettere il lusso dei servigi di Sugar che lo spingerà a prendere in mano l'azienda del padre a lui destinata e a diventare finalmente un ricco capitano d'impresa. E Sugar, dal canto suo, gli diventa – e fa di tutto per esserlo – sempre più indispensabile… gli si avvicina tanto da entrare nella sua stessa famiglia.
Ecco, con queste premesse voi direte:"Caspita, che romanzo interessante!" e avreste anche ragione, se non fosse che, a dispetto delle lunghe e particolareggiate descrizioni dei luoghi, delle persone e dei loro comportamenti, ci sono veri e propri buchi narrativi, scene lasciate a se stesse, dettagli trascurati o non svelati che, man mano che le pagine scorrono, fanno crescere la perplessità. In fin dei conti, ci si trova a fine libro con una trama esile e non troppo originale, un fastello di descrizioni (alcune anche superflue) che non portano a molto, un finale del tutto deludente… perché dunque sobbarcarsi quasi mille pagine di lettura? Avrebbe potuto essere un romanzo dell'Ottocento, ma non ne ha lo spirito essendo stato scritto due secoli dopo… pazienza, se almeno fosse stato un romanzo d'amore o un romanzo erotico – come pure forse aspirerebbe ad essere – degno di questo nome… il risultato è un libro senza infamia e senza lode, la cui presunta gradevolezza finisce per risultare vana a fronte della conclusione. Per tutti questi motivi, a malincuore, non posso consigliare questa lettura… e, fidatevi, me ne dispiaccio.


Opera recensita: "Il petalo cremisi e il bianco" di Michel Faber
Editore: Einaudi, 2003
Genere: narrativa europea
Ambientazione: Londra, 1875
Pagine: 985
Prezzo: 18,00 €
Consigliato: no
Voto personale: 5,5


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