lunedì 12 novembre 2018

RECENSIONE: ANTONIO TABUCCHI - REQUIEM


Sinossi:
In uno stato a metà tra la coscienza e l'incoscienza, l'esperienza del reale e la percezione del sogno, un uomo si trova a mezzogiorno, senza sapersi spiegare come, nella Lisbona deserta e torrida dell'ultima domenica di luglio. Sa di avere delle azioni da compiere, soprattutto l'incontro con un personaggio illustre e scomparso, ma non ha idea di come compierle. Si affida così al flusso del caso e seguendo le libere associazioni dell'inconscio si trova a seguire un percorso che lo porta a ricordare (a vivere il ricordo nell'attualità di quella giornata) alcune tappe fondamentali della sua vita, spingendolo a cercare di sciogliere i nodi irrisolti all'origine del suo stato allucinatorio. Il romanzo è stato scritto in portoghese.

Commento:
Arriva un momento, che sia presto o tardi, in gioventù o in punto di morte, che ciascuno di noi avverte il bisogno – fisico e morale – di fare i conti con la propria coscienza e con le persone che, per qualsiasi ragione, ha lasciato indietro col passare della vita. Per Tabucchi questo momento arriva in una torrida domenica di luglio, mentre suda copiosamente per le vie di una Lisbona che sembra star lì in attesa, solo per lui. E la mente attraversa molte fasi, passa per molti incontri, reali o immaginari, in un viaggio pluritemporale fra ciò che è stato e ciò che accade ora, confondendo le dimensioni del ricordo e del vivere presente.
Un libro che si legge in un paio d'ore e che si lascia leggere senza affanni, pervaso di quella sobria malinconia che è il retrogusto dei sogni e sempre si nasconde dietro un'allucinazione.

Opera recensita: "Requiem" di Antonio Tabucchi
Editore: Feltrinelli, prima ed. 1991
Genere: autobiografia, narrativa europea
Ambientazione: Portogallo
Pagine: 142
Prezzo: 8,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.


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