venerdì 28 dicembre 2018

RECENSIONE: FRANK MCCOURT - LE CENERI DI ANGELA


Sinossi:
Non capita spesso che la passione, condivisa da innumerevoli lettori, per il libro di uno sconosciuto si manifesti con tanta, travolgente, immediatezza. E dire che Frank McCourt, un sessantenne al suo esordio letterario, aveva previsto che Le ceneri di Angela sarebbe stato definito «come per lo più avviene con i libri irlandesi di memorie, “incantevole e lirico”» e che avrebbe avuto come unico esito un certo numero di «brevi e simpatiche recensioni».
Ma che cosa incontriamo nelle pagine delle Ceneri di Angela? La storia di «un’infanzia infelice irlandese», il che «è peggio di un’infanzia infelice qualunque, e un’infanzia infelice irlandese e cattolica è peggio ancora». Siamo negli anni fra le due guerre e le travagliate vicende coinvolgono una famiglia così misera che può guardare dal basso alla povertà, fra un padre perennemente ebbro e vociferante contro il mondo e gli inglesi e i protestanti e una madre che sbrigativamente trascina la sua tribù verso la sopravvivenza. Materiale pregiato per ogni sorta di patetismo. E invece qui avviene uno stupendo rovesciamento. Tutto ci arriva attraverso gli occhi e la voce del protagonista mentre vive le sue avventure. Questo ragazzino indistruttibile, sfrontato, refrattario a ogni sentimentalismo, implacabile osservatore – come solo certi bambini sanno esserlo –, crea con le sue parole, con il suo ritmo, un prodigio di comicità e vitalità contagiose, dove tutte le atrocità, pur senza perdere nulla della loro spesso lugubre asprezza, diventano episodi e apparizioni di un viaggio battuto dal vento verso una terra promessa che sarà, nei sogni infantili di quegli anni come in quelli del Karl Rossmann di Kafka, l’America.
Le ceneri di Angela è apparso per la prima volta nel 1996.

Commento:
Qual è il limite alla povertà? Quando si può davvero dire di aver toccato il fondo della miseria? Leggendo questo romanzo autobiografico sembrerebbe proprio che non ci sia fondo all'ingiustizia ed alla sfortuna dell'uomo. Ormai adulto ed al sicuro in America, Frank McCourt ci racconta la sua infanzia ed adolescenza con gli occhi e con le parole di un bambino nato in America da genitori irlandesi, trasferitosi in Irlanda con tutta la famiglia, un ragazzino che ha visto morire i suoi fratelli di fame e di stenti, un ragazzo dei vicoli abituato a fare di tutto per sopravvivere e inseguire il suo sogno: tornare in America. Un racconto straziante di povertà, stenti, rifiuto e porte sbattute in faccia da chi avrebbe dovuto accogliere, alcoolismo, sopraffazione, incapacità di rimboccarsi le maniche e rialzare la testa… il tutto raccontato con un'ironia commovente che a tratti fa ridere e a tratti tocca nel profondo. "Le ceneri di Angela" è un libro angosciante e tristissimo che racconta l'estremo: l'estrema povertà, l'estremizzazione dell'ideale patriottico, la divisione della fede in fazioni, l'estremo abbrutimento di uomini e donne incapaci di reagire e di non soccombere. Se devo essere sincera, avrei tagliato qua e là qualche scena ripetitiva che non fa altro che appesantire un racconto già non leggero di suo… tuttavia questo è un libro che consiglio, non foss'altro che per il fatto che, anche attraverso un libro, anche tramite il racconto delle sventure altrui, bisogna imparare dagli errori, di qualunque natura siano.


Opera recensita: "Le ceneri di Angela" di Frank McCourt
Editore: Adelphi, prima ed. 1996
Genere: autobiografia
Ambientazione: America-Irlanda, tra le due guerre
Pagine: 377
Prezzo: 18,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 7,5.


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