mercoledì 26 dicembre 2018

RECENSIONE: JEFFERY DEAVER - IL GIARDINO DELLE BELVE


Sinossi:
New York, 1936. L'America e il mondo intero guardano con apprensione l'inarrestabile ascesa di Hitler. A Paul Schumann, killer di origine tedesca, è stato catturato dall'FBI e gli viene fatta una strana proposta: le autorità federali gli offrono l'immunità per i suoi crimini in cambio dell'omicidio di Reinhard Ernst, uomo di fiducia del Führer. Paul ha quarantotto ore per individuare il suo obiettivo, eliminarlo, e intanto difendersi dall'apparato di sicurezza nazista. Intanto a Berlino, il detective Willy Khol lavora per fermare la scia di sangue che Schumann si lascia alle spalle.

Commento:
Quando uno scrittore di thriller può davvero definirsi "bravo"? A mio parere quando scrive un romanzo accurato, dettagliato, appassionante riuscendo ad adattare la sua scrittura al contesto in cui si svolge la vicenda; quando riesce ad essere pressocché perfetto, ma anche solo credibile, in un contesto diverso da quello che tratta abitualmente; quando riesce a far parteggiare il lettore per il "cattivo", senza fargli detestare il "buono". Stando a questi personalissimi parametri di giudizio, non posso che affermare che Jeffery Deaver non è solo bravo: è magnificamente geniale.
"Il giardino delle belve" è un appassionante thriller storico ambientato fra l'America e la Germania nazista poco prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale. Paul Schumann è un sicario tedesco-americano che viene assoldato dal Bureau per uccidere un alto papavero del Reich, il colonnello responsabile del riarmo, un essere tanto intelligente quanto spregevole. Sulla sua strada, però, Schumann incontrerà di tutto: SS, SA, giovani della gioventù hitleriana, traditori che credeva collaboratori, poliziotti molto zelanti come l'ispettore Khol, un bravissimo membro della Cripo che a sua volta si rivelerà una vittima del sistema. E incontrerà anche degli amici, come Kate e Otto… e dovrà improvvisare, mantenere il suo cuore di ghiaccio, fare delle scelte talvolta vitali. Tutto questo in un Paese in continua, rapida evoluzione, in cui la malattia più grave sembra essere la cecità mentale. Un thriller davvero ben scritto, a tratti un po' lento, ma questa lentezza invece che demotivare fa pregustare le scene di tensione narrativa.
Come al solito Deaver rivela la sua maestria nel sorprendere, dosare la tensione, colpire con uno stravolgimento: nei suoi romanzi nulla e nessuno è mai ciò che sembra; i buoni non sono mai completamente buoni, i cattivi mai troppo cattivi e comunque tutti sono dotati di un grado di intelligenza ed astuzia invidiabili che non permettono mai all'attenzione di calare. Un altro romanzo che vale la pena leggere… Deaver colpisce ancora!


Opera recensita: "Il giardino delle belve" di Jeffery Deaver
Editore: Rizzoli, 2008
Genere: thriller storico
Ambientazione: New York-Berlino, 1936
Pagine: 485
Prezzo: 10,90 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9.


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