giovedì 11 aprile 2019

RECENSIONE: GIULIO PERRONE - L'AMORE FINCHé RESTA


Sinossi:
Quartiere Parioli. Tommaso è in mezzo alla strada, una valigia fatta alla bell’e meglio, l’immancabile abbonamento per la Roma in tasca e nient’altro. Ha quarant’anni e non avrebbe mai pensato di trovarsi improvvisamente senza moglie, casa e lavoro. La vita che Tommaso ha attentamente costruito negli anni, in equilibrio su un lavoro poco impegnativo e poco redditizio (psicoterapeuta per un ristretto numero di scombinati pazienti) e sulla rendita elargita dai facoltosi suoceri, crolla nei pochi minuti in cui sua moglie Lucrezia liquida il loro matrimonio come un completo fallimento. Adesso si ritrova solo, schiacciato da quello che ha fatto, ma soprattutto da quello che non ha fatto. Costretto a tornare ad abitare a casa della madre, in un quartiere popolare, inseguito dai creditori, Tommaso prova a reinventarsi in un saliscendi di equivoci, opportunità mancate e idee geniali non coltivate fino all’ultima, incredibile idea… 
Un romanzo agrodolce e ironico che racconta chi scopriamo di essere quando non c’è più nessuno che riflette la maschera che abbiamo indossato per compiacere gli altri.

Commento:
Capire l'amore si può, si può sempre cercare di prevenire le delusioni o le trappole nei rapporti a due… basta dotarsi di una serie di regole ferree da non trasgredire mai, per nessun motivo… almeno in teoria!
Prendiamo, ad esempio, la storia di Tommaso, psicoterapeuta egoista e scafato (pensa lui): quarant'anni, un matrimonio nato più per calcolo che per amore, undici anni passati a cercare di non perdere i benefici derivanti dalla famiglia della moglie e a tradirla giocando all'equilibrista tra lei e le amanti più o meno occasionali con cui cerca di non impegnarsi. Un bel giorno, come un fulmine a ciel sereno, la decisione della moglie di porre fine al matrimonio-pantomima lo coglie alla sprovvista: sa di essere stato sprovveduto, ma in un primo momento accoglie come una liberazione il fatto che lei l'abbia sostituito e che tutto sia finito; gli dispiace solo per il figlio Piero, con cui condivide solo la passione per la Roma… lui no, non vuole perderlo. Ben presto Tommaso e le sue regole si ritrovano intrappolati in una realtà che non avevano preso in considerazione: dai Parioli alla borgata dell'adolescenza è un attimo, così il nostro psicoterapeuta si ritrova in men che non si dica a vivere in casa della madre, rimediare un lavoro di fortuna, aver bisogno di soldi che non sa proprio come trovare. Ci sarebbe l'amico Lorenzo… e ci sarebbero Mario e Vanessa, due pazienti ostinati con un'idea che lo riguarda… e poi c'è Lia che è arrivata inaspettata e sembra voler sovvertire tutte le sue regole. E allora che fare? Per citare Battisti, Tommaso lo scoprirà solo vivendo, ma vivendo davvero la sua vita, seguendo davvero le sue idee, non un mucchio di stereotipi ansiogeni.
"L'amore finché resta" è un buon libro, scritto in modo scorrevole e schietto, che ci mostra come si possa ripartire dopo una falsa partenza (che nel caso di Tommaso sembra più una debagle) e che nei rapporti umani – tutti diversi e unici - non serve trincerarsi dietro inutili stereotipi, ma vivere come viene, in modo vero, spontaneo, perché se qualcuno conta veramente sarà il coraggio dei sentimenti a guidarci. Lettura agevole che fa riflettere… consigliata.


Opera recensita: "L'amore finché resta" di Giulio Perrone
Editore: HarperCollins, 2019
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: Roma
Pagine: 280
Prezzo: 16,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8.


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