lunedì 9 settembre 2019

RECENSIONE: MALIN PERSSON GIOLITO - SABBIE MOBILI. TRE SETTIMANE PER CAPIRE UN GIORNO


Sinossi:
«C’è puzza di uovo marcio. L’aria è grigia e densa di fumo di polvere da sparo. Hanno tutti almeno una pallottola in corpo, a parte me. Io non ho neanche un livido».
Stoccolma, il quartiere più elegante. Nella classe di un liceo cinque persone sono a terra, colpite da una raffica di proiettili. Accanto a loro, Maja Norberg: diciotto anni appena compiuti, brava studentessa, popolare, ragazza di buona famiglia. Tra le vittime ci sono il suo fidanzato, Sebastian Fagerman, il figlio dell’imprenditore più ricco di Svezia e la sua migliore amica, Amanda.
Nove mesi dopo, il processo sta per cominciare. Maja è accusata della strage e ha trascorso un lungo periodo in custodia cautelare. I giornali non le hanno dato tregua, nessuno crede alla sua innocenza, la ragazza della porta accanto si è trasformata nella teenager più odiata di Svezia. Peder Sander, l’avvocato difensore, ha il difficile compito di mettere in discussione quello che ormai sembra scontato per tutti, la colpevolezza della ragazza, e di fare emergere la verità di Maja. Che cosa ha fatto? O, forse, è quello che non ha fatto ad averla condotta a questo punto? Attraverso la voce di Maja, irriverente, dura, unica, ripercorriamo i fatti fino ad arrivare a quel terribile giorno. L’incontro con Sebastian, un amore malato e totalizzante, feste, tradimenti. E, mentre il racconto prosegue, si sgretola la facciata rassicurante di una comunità agiata in cui gli adulti si voltano dall'altra parte per non vedere i loro figli che – tra violenza, tensioni razziali e problemi di droga – affondano sempre di più nelle sabbie mobili. Un crime avvincente e fuori dagli schemi, ma non solo. Sabbie mobili è un romanzo che dipinge con cruda acutezza i risvolti più bui della società occidentale di oggi.
Dopo il grande successo in Svezia, verrà presto pubblicato in 28 Paesi. Da questo romanzo è stata tratta la serie televisiva Netflix, Quicksand.

Commento:
C'è stata una sparatoria in una classe di un liceo di Stoccolma. L'insegnante e tre ragazzi sono morti, uno è ferito e privo di conoscenza, un'altra è illesa. E' Marja Norberg, Maja, in mano ha un'arma. Nove mesi dopo, il processo che stabilirà se Maja è colpevole di aver organizzato la sparatoria e di aver istigato il suo fidanzato Sebastian a farlo con lei sta per cominciare, ma Maja è già stata condannata. L'hanno condannata i giornali che su di lei hanno scritto articoli su articoli ogni giorno; l'ha condannata la gente che non c'era e che non sa, ma parla, influenzata dai media e convinta di sapere tutto; l'ha già condannata il procuratore "Chiamami Lena" che, insieme alla polizia, ha rovistato nella sua vita, fin nell'intimo, senza chiedere permesso e che per questo crede di conoscere tutto di lei. Hanno parlato e scritto tutti, tutti tranne lei, Maja l'assassina, Maja la stronza ragazzina ricca, l'egoista, insoddisfatta, drogata, viziata Marja Norberg che tutti etichettano, additano, accusano, ma che nessuno conosce. Nessuno conosce cos'è stato, per lei, innamorarsi del ragazzo più perfetto ed esserne ricambiata; nessuno sa cos'è stato averlo accanto mentre stava male per la droga e l'alchool, vederlo spavaldo e sbruffone con tutti e completamente sottomesso ad un padre detestabile. Nessuno sa cos'ha voluto dire, per Maja, non poter fuggire dalla trappola che le è scattata intorno. Tutti dicono che la cosa più grande è l'amore, che Maja ha ucciso per amore di Sebastian… ma non sanno che non è così. E Maja è qui per raccontarlo, per parlare, finalmente. La sua voce è dura, adulta, lucida, scava e lacera nelle nostre certezze preconfezionate, pianta dubbi duri come chiodi nelle menti di chi preferisce non guardare, girare la testa, non farsi domande; ferisce, affilata come una lama chi si erge a giudice implacabile di ciò che non ha mai voluto conoscere. Con chirurgica accuratezza ed sicurezza di chi conosce ciò di cui parla, l'ex avvocatessa scrittrice Malin Persson Giolito lancia una bomba contro una società perbenista, rassicurante, ipocrita. E la deflagrazione squarcia la cortina di indifferenza e satura l'aria. Un legal thriller da brivido che scardina ogni preconcetto su temi importanti come l'adolescenza, l'amore, l'approccio dei genitori nella società occidentale dei giorni nostri, troppo improntata all'apparenza, troppo impegnata a ben pensare e a fare la cosa giusta per preoccuparsi davvero di ascoltare e capire gli altri.
Sabbie mobili è un libro che non si dimentica, scritto magistralmente, duro, sincero, un muro contro le scappatoie e le scusanti. Assolutamente da leggere.

Opera recensita: "Sabbie mobili. Tre settimane per capire un giorno" di Malin Persson Giolito
Editore: Salani, 2017
Genere: legal thriller
Ambientazione: Svezia
Pagine: 449
Prezzo: 16,90 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9,5.


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