Sinossi:
Nasconderti
tra la folla non può impedirti di scoprire chi sei. Carminia non riesce a guardare nessuno
negli occhi. Vorrebbe che non le rivolgessero mai la parola, nemmeno per
augurarle buongiorno. Il minimo ritardo la infastidisce, un quadro storto la
infastidisce. Ha un menu fisso per ciascun giorno della settimana, un ordine
preciso per vestirsi ogni mattina, un modo corretto con cui la carta igienica
deve scorrere sul portarotolo, e diciotto copie del suo libro preferito in
soggiorno, su uno scaffale. Rifugge qualsiasi rumore o semplice contatto umano.
La verità è che le persone sono d’intralcio alla sua esistenza. Carminia ha la
trasparenza del camaleonte, la stessa capacità di adattarsi alle situazioni in
cui si trova e, in quelle, sparire. Eppure soffre per tutto ciò che non le
riesce, la disturba, non le viene naturale: ha la sindrome di Asperger, ma
ancora non lo sa. È solo quando finalmente le viene diagnosticata, e la madre
sembra riemergere da un’infanzia ormai lontanissima, che il suo mondo di ordine
e routine comincia a vacillare. Insieme a Rebecca, una bambina impertinente e
linguacciuta, Carminia si troverà allora a dover fare i conti con se stessa,
con il suo modo di abitare il mondo e con ciò che significa, alla fin fine,
normalità.
Commento:
Carminia. Dietro questo
bellissimo nome si nasconde un mondo, esattamente come dietro al nome di
ciascuno di noi. Il mondo di Carminia è complicato, ma solo se lo si guarda
dall'esterno, con gli occhi di chi non la conosce ed è abituato a guardare solo
il proprio, di mondo. Certo, Carminia ha le sue manie, ha giorni e orari fissi
per qualunque cosa, non sorride, non capisce le battute, non ama i convenevoli,
spesso non riconosce la gente, non socializza, ama il silenzio, ama l'armonia…
Per Carminia queste sono tutte cose normali, cose che costituiscono la sua
vita, il suo ordine mentale, lei è così, è questa, tutto il pacchetto o niente.
E Carminia non capisce perché le altre persone si comportino diversamente, non
la capiscano, la considerino strana, pazza, asociale, stronza. Non capisce
perché nella scelta tra pacchetto e niente, la maggior parte delle persone
scelga la seconda opzione. Ci si è abituata, però: è come le ha detto la nonna,
il mondo non la capisce, non è alla sua altezza, non è lei ad essere sbagliata,
non è lei ad avere un problema. E invece sì, Carminia ce l'ha un problema e
negarlo peggiora le cose: ha la sindrome di Asperger, tutte le sue
particolarità rientrano nello spettro autistico. Però attenzione, ora non
lasciamo volare la mente a quei casi di genialità supersonica di cui spesso
leggiamo in riviste o blog: non stiamo parlando di questo. Qui parliamo di
normalità, di come una persona con questa sindrome possa vivere la sua vita al
meglio delle possibilità, restando in contatto, per quanto tollerabile, col
mondo che la circonda senza isolarsi, senza chiudersi a riccio. Se la nonna,
dopo l'abbandono della madre, l'avesse giustificata meno ed avesse voluto
guardare in faccia la realtà, Carminia magari avrebbe potuto conoscere prima la
sua diagnosi e cercare di migliorare i suoi rapporti col mondo. Guardare in
faccia il problema a volte può essere la soluzione: se avesse saputo e potuto
spiegare agli altri il perché delle sue anomalie, forse questi ultimi non
l'avrebbero segnata a dito, non l'avrebbero considerata strana, pazza, stronza
e, di conseguenza, lei stessa avrebbe sofferto meno.
Ecco, mentre scrivo queste
parole sono costretta a bloccarmi perché realizzo di stare, almeno in teoria,
scrivendo la recensione di un libro. Dovrei, quindi, parlare di stile,
scrittura, personaggi… ma è così forte la storia di Carminia, questo
personaggio inventato è così reale e presente da uscire dalle pagine, da
materializzarsi alla scrivania vicino alla mia, da diventare persona viva,
fisica, con tutte le sue sofferenze, dolori, incomprensioni che diventano
intollerabili. Intollerabili perché intollerabile è il nostro modo di
approcciarci agli altri, di guardarli sempre col filtro delle nostre
convinzioni e convenzioni, senza porci mai il dubbio che possano non accettarle
o, molto più banalmente, non riuscire a capirle. E ancora una volta mi ritrovo
a chiedermi il senso di aggettivi come "strana, pazza, asociale,
psicopatica, stronza" e, specularmente, del peggiore, del più infido,
traditore e respingente di tutti: "normale"!.
Dalla scossa che mi hanno
dato queste riflessioni – che spero di essere riuscita in qualche modo a
trasmettervi – non è difficile capire che Anita Pulvirenti ha scritto un libro
di un'attualità, realtà, forza dirompente e sorprendente. Fluido, verosimile,
pertinente, La trasparenza del camaleonte rende perfettamente la vicinanza di
queste problematiche a noi, al nostro vivere quotidiano. Carminia sembra
proprio la signorina quarantenne che abbiamo incontrato alla cassa del
supermercato, quella che ha preteso l'euro del 2009 perché quello del 2010 ce l'aveva
già. Ci è sembrata pazza? Psicopatica? Beh, chiediamoci da dove viene questa
sua fissazione, chiediamoci il perché di questa sua necessità. Lo stesso dicasi
per la signora che strepita perché abbiamo chiamato l'ascensore prima di lei
proprio nel momento in cui le serviva, per la collega che non vuole mai venire
a prendere il caffè con noi… chiediamoci perché e cosa possiamo fare – o non
fare – noi. Facciamolo sempre quando siamo in relazione con gli altri: non
conosciamo le loro vite e ciò che potrebbe sembrare strano a noi, per loro
potrebbe essere parte di una necessità. E poi, infine, chiediamoci quanto costi
agli altri cambiare, modificarsi, soffocare se stessi per essere accettati da
noi, per entrare nella nostra tanto amata normalità.
Opera recensita: "La
trasparenza del camaleonte" di Anita Pulvirenti
Editore: Dea Planeta, 2020
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: non
definita, ma presumibilmente Sud Italia, Sicilia
Pagine: 223
Prezzo: 15,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9
Colonna sonora sperimentata: Bruce Springsteen.
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