Sinossi:
Torna in
libreria, in una nuova edizione curata da Angelo Pellegrino, il secondo romanzo
di Goliarda Sapienza, rivelatasi due anni prima con Lettera aperta.
Pubblicato per la prima
volta nel 1969, Il filo di mezzogiorno precorre con straordinaria attitudine al
futuro alcuni tratti dell’autofiction e del memoir, raccontando l’esperienza
psicoanalitica vissuta dall’autrice dell’Arte della gioia dopo il periodo di
depressione, sfociato in un tentativo di suicidio. Attraverso le parole che la
protagonista rivolge al suo medico – con cui instaurerà un rapporto intimo e
appassionato –, ricostruiamo tutto il suo percorso: la partenza da casa, le
pensioni di terza categoria, i corsi d’arte drammatica, la persecuzione
fascista, la “follia” della madre, la difficoltà nei rapporti con l’altro
sesso, l’amore devastante per Citto (“non facemmo la sciocchezza di sposarci ma
il giuramento di restare insieme fino a quando l’amore ci avrebbe tenuti
uniti”). Emerge da queste pagine una consapevolezza che è al tempo stesso
personale e universale, una riflessione acuta e sensibile sulla condizione
femminile, priva di ogni pregiudizio morale: la scoperta delle fragilità e
delle paure, dell’amore, della vita.
Commento:
Il filo di mezzogiorno è,
a volerlo etichettare, un romanzo autobiografico: racconta, infatti, la vita
dell'autrice non in forma canonica, non segue una linea cronologica precisa, ma
in forma romanzata, basandosi sul lungo percorso di analisi a cui la stessa
Goliarda Sapienza fu sottoposta. Ma Il filo di mezzogiorno è, decisamente, ben
più di questo: è parte di un tutto, giacché è parte di una serie di scritti che
andranno a costituire il lascito autobiografico dell'autrice; è un affresco insolito,
originale e per certi versi rivoluzionario sulla condizione femminile nell'Italia
(soprattutto meridionale) dagli anni Trenta alla fine dei Sessanta; è una
sottile, ma tagliente critica alla "fredda e selvaggia analisi",
ossia quel modo così retorico, supponente, inconsulto di psicanalizzare la
gente che l'autrice descrive benissimo per conoscenza diretta; è uno j'accuse
nei confronti di molte persone, incluso l'analista, la madre troppo rigida e
distaccata, i perbenisti, quelli che "non sposarsi è un'eresia",
quelli che giudicavano chi bisognasse amare e chi no…; è un tuffo nella Sicilia
incontaminata e calda, dietro storie di famiglia, amicizia, tentativi di
rivalsa; è, infine, il riassunto di un'autoanalisi complessa e ben più profonda
di quella che l'autrice avrebbe potuto fare con qualunque professionista.
Il filo di mezzogiorno è
tutto questo, sì, ma non si pensi che sia un libro facile, innanzitutto perché
porta con sé un bagaglio di emozioni profondamente intime, spesso negative e
frustranti, difficile da sopportare, specie se si sa poco della persona che si
ha difronte; inoltre la scrittura stessa non facilita la lettura, giacché segue
gli stati d'animo dell'autrice: più lei è turbata, più le pagine si fanno
spasmodiche, più lei è positiva, più le parole sbocciano come fiori in
primavera. È, questo libro, un'immersione complessa eppure non ancora completa
nell'anima dell'autrice, della donna, della persona Goliarda: non completa
perché, a parer mio, il fatto che a questo libro segua qualcosa e che da
qualcosa sia preceduto, si sente, sebbene – a quanto leggo nella prefazione –
tutte le parti dell'autobiografia di Goliarda Sapienza sono indipendenti e
scritte in modo da poter essere lette autonomamente.
Finora mi pare di aver –
giustamente - tessuto le lodi di quest'opera, eppure noterete certamente una
valutazione media, non troppo alta: ciò è dato, appunto, dal fatto che le mie
valutazioni non sono mai obiettive, ma strettamente personali. Pur essendo un
ottimo libro, sebbene non di facile lettura, a me Il filo di mezzogiorno ha
disturbato non poco, probabilmente perché io stessa non ero nello stato d'animo
giusto per reggere la claustrofobia delle altrui emozioni negative. Il
consiglio che posso dare, quindi, è di leggere questo libro, ma di farlo quando
ci si sente forti, non fiaccati da pensieri personali negativi. Per il resto,
buona lettura.
Opera recensita: "Il
filo di mezzogiorno" di Goliarda Sapienza
Editore: La nave di Teseo,
2019 (prima ed. originale 1969)
Genere: autobiografico
Ambientazione: Roma-Sicilia
Pagine: 200
Prezzo: 15,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 7,5.
Nessun commento:
Posta un commento