martedì 14 luglio 2020

RECENSIONE: JEFFERY DEAVER - GLI ELETTI (COLTER SHAW 02)


Sinossi:
Persone da ritrovare, vite da salvare. Su questo è incentrata la carriera - o meglio, l'intera esistenza - del cacciatore di ricompense Colter Shaw. Per chi lo ingaggia rappresenta un'ottima alternativa alla polizia, ma ti devi fidare dell'uomo, uno allergico alle burocrazie e capace di sovvertire le regole del buon senso. Come accade in una giornata estiva di giugno. C'è stata una vittima, un ragazzo che Colter doveva riportare a casa e che aveva inseguito fino alla zona selvaggia nel nord dello Stato di Washington. Qui, al riparo tra le valli delle Montagne Rocciose, ha sede la Fondazione Osiride, che promette felicità a chi ha sofferto. Farsi accettare al suo interno riesce facile a Colter perché, in fondo, è vero: anche lui ha un segreto che non lo fa dormire, un ricordo che brucia. Ma ben presto scopre che, una volta entrati nella schiera degli eletti di Osiride, è quasi impossibile uscirne. O almeno, uscirne vivi.

Commento:
Quando il tuo autore preferito sbaglia il colpo, pubblicando un libro che sarebbe stato meglio in un cassetto o nel cestino del computer e tu non puoi girarti dall'altra parte perché devi recensirlo, no, non sei felice. Se poi la defayance riguarda una serie, con un personaggio nebuloso, debole, inverosimile e dopo avergli dato fiducia, al secondo romanzo della serie capisci che non c'è speranza, beh, in quel caso non solo non sei felice, sei più che altro frustrata. Ecco con quale stato d'animo mi ritrovo seduta qui, in questo soffocante pomeriggio di luglio, a parlarvi de Gli eletti, il secondo romanzo della serie con protagonista il cacciatore di ricompense Colter Shaw, il temerario, survivalista, super intelligente, super osservatore, improbabilissimo Colter Shaw. Ci abbiamo provato, io ed altri recensori, a dargli fiducia quand'è uscito il primo capitolo, Il gioco del mai, ma già sentivamo che c'era qualcosa che non andava in Shaw: interessante, ma nebuloso, troppo vago il sostrato, troppo eterea la sua storia, troppo poco solida la base su cui si teneva in piedi… abbiamo sperato di saperne di più su di lui nel secondo romanzo, questo qui, ma purtroppo le informazioni che Deaver ha aggiunto sono scarse, poco concrete, sembrerebbe che le abbia inserite per fornirsi un aggancio facile alla prossima storia… ma non aggiungono nulla all'impianto narrativo del personaggio, non aggiungono solidità e concretezza ad un Colter Shaw che più che un uomo in carne e ossa sembra un ibrido, un'idea, un personaggio costruito su misura per questa serie. Se poi aggiungiamo che la trama del thriller in sé è alquanto prevedibile e che il tema affrontato, quello delle sette, è tutt'altro che innovativo… ahi… non ci siamo, e poco importa che la forma sia buona, che la lettura scorra, che tutto sommato la costruzione sia interessante. Se questo thriller l'avesse scritto un esordiente, un autore agli inizi, forse l'avrei incoraggiato, l'avrei consigliato, ma non se l'ha scritto uno che ha fatto decisamente di meglio, non se l'ha scritto uno come Deaver che, non per niente, è diventato il mio scrittore preferito in assoluto. Quindi, continuerò a leggere i prossimi romanzi della serie di Shaw perché non esiste che io non legga qualcosa che Deaver ha pubblicato, ma per ora, per me è no.

Opera recensita: "Gli eletti" di Jeffery Deaver
Editore: Rizzoli, 2020
Genere: thriller, seriale
Ambientazione: Stati Uniti
Pagine: 496
Prezzo: 20,00 €
Consigliato: no
Voto personale: 6.


Nessun commento:

Posta un commento