mercoledì 2 settembre 2020

RECENSIONE: ISRAEL J. SINGER - A ORIENTE DEL GIARDINO DELL'EDEN


Sinossi:
Mattes Ritter è un venditore ambulante che percorre le campagne della Polonia barattando cianfrusaglie con cibo, pelli e qualche spicciolo. Per poi tornare al suo villaggio, alla sua capanna e alla sua famiglia per il Shabbath. La moglie, Sara, è stremata dalle gravidanze e dalle fatiche domestiche. Non ci si stupisce quindi che nella nascita di un figlio maschio, Nachman, Mattes riponga le speranze di una vita, deciso a fare del piccolo un dotto e stimato rabbino. Quando però Nachman viene sedotto da Hannah, e dalla sirena non meno potente del credo socialista, le speranze di Mattes cominciano a svanire. Ancora di più quando la bella, intelligente a avventurosa figlia Sheindel, rimane incinta di un soldato russo, costringendo tutta la famiglia a trasferirsi nella grande città. Dove l'altra figlia, Reisel, incontra un destino ancora peggiore. A Mattes, chiamato a combattere nella prima guerra mondiale, resta solo un desiderio, che si porta dietro scritto su un pezzetto di carta: alla morte, venire sepolto come un ebreo. Ma anche questa speranza finirà in una fossa comune. Nachman, diventato un agitatore socialista, finirà nelle prigioni polacche, e poi, rilasciato, inseguirà il suo sogno in terra sovietica, accolto a braccia aperte solo dal Commissariato del Popolo per gli Affari Interni. Di nuovo arrestato e poi rilasciato con l'aiuto di Daniel, un leader socialista polacco, verrà alla fine espulso dal paradiso sovietico e si troverà a vagare nella terra di nessuno tra il confine russo e quello polacco.

Commento:
"Così Egli scacciò l’uomo; e pose a oriente del giardino di Eden cherubini che roteavano d’ogni parte una spada fiammeggiante, per custodire la via all’albero della vita".
Con questa citazione biblica tratta dalla Genesi, capitolo 3, versetto 24 si apre il bel romanzo di Israel Joshua Singer e con essa, in qualche modo, si sintetizza la triste storia degli ebrei polacchi. Scacciati, umiliati, derisi, essi instancabilmente tentano di raggiungere il Paradiso perduto: cercano di risollevarsi dalla povertà e dalla miseria, provano a raggiungere una condizione di vita un po' più tollerabile, un lavoro più stabile, la pace nella fede, quell'equilibrio di vita che permetta loro di vivere dignitosamente, ma puntualmente ripiombano nella miseria più nera, la sorte li ricolloca in una gabbia sociale dalla quale non c'è verso di uscire. Esattamente questo pare essere il destino della famiglia Ritter, a cominciare da Mattes, il padre ambulante e fervente credente, passando per la giovane madre Sarah morta prematuramente nell'angoscia per il futuro dei suoi figli, proseguendo con la bella e coraggiosa Sheindel che mai ha potuto gioire dopo tanti sacrifici e privazioni, e finendo a Nachman, l'unico figlio maschio che rinnegò lo studio del Talmud per dedicarsi anima e corpo al socialismo, salvo poi venirne brutalmente tradito. Con grande franchezza, onestà e forza, Singer ci racconta la loro drammatica storia di ultimi tra gli ultimi e critica ferocemente il socialismo, l'unica strada che almeno teoricamente avrebbe potuto riscattarli, ma che si rivela solo un'illusione insidiosa e traditrice. Non arriva alle vette narrative de I fratelli Ashkenazi, ma anche in questo romanzo, con la sua prosa scorrevolissima e profonda, ironica e schietta, evocativa e partecipe, Singer riesce a coinvolgere, emozionare, stimolare, incuriosire. E ancora una volta si conferma un grande scrittore e un grande narratore.

Opera recensita: "A oriente del giardino dell'Eden" di Israel Joshua Singer
Editore: Bollati Boringhieri, ed. originale 1939, ed. italiana 2015
Genere: letteratura straniera
Ambientazione: Polonia-Russia
Pagine: 477
Prezzo: 18,50 €
Consigliato: sì
Voto personale: 8,5.


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