sabato 19 giugno 2021

RECENSIONE: ILARIA TUTI - FIGLIA DELLA CENERE

Sinossi:

«La mia è una storia antica, scritta nelle ossa. Sono antiche le ceneri di cui sono figlia, ceneri da cui, troppe volte, sono rinata. E a tratti è un sollievo sapere che prima o poi la mia mente mi tradirà, che i ricordi sembreranno illusioni, racconti appartenenti a qualcun altro e non a me.
È quasi un sollievo sapere che è giunto il momento di darmi una risposta, e darla soprattutto a chi ne ha più bisogno. Perché i miei giorni da commissario stanno per terminare.
Eppure, nessun sollievo mi è concesso.
Oggi il presente torna a scivolare verso il passato, come un piano inclinato che mi costringe a rotolare dentro un buco nero.
Oggi capirò di dovere a me stessa, alla mia squadra, un ultimo atto, un ultimo scontro con la ferocia della verità.
Perché oggi ascolterò un assassino, e l’assassino parlerà di me.» 
Dopo Fiori sopra l’inferno e Ninfa dormiente, torna il commissario Teresa Battaglia in una storia intrisa di spietatezza e compassione, di crudeltà e lealtà, di menzogna e gentilezza. L’indagine più pericolosa per Teresa, il caso che segna la fine di un’epoca.

 

Commento:

Ritrovare Teresa Battaglia è, ormai, un piacere cui è difficile sottrarsi, tantomeno rinunciare: questa commissaria dall'autorevolezza naturale e dall'umanità debordante ha conquistato i cuori di tanti lettori, compreso il mio, sin dalla sua prima comparsa in Fiori sopra l'inferno. La ritroviamo, in questo nuovo romanzo, più provata, fragile, coraggiosa che mai: la sua malattia è giunta ad un punto cruciale, che le rende difficile – se non impossibile – continuare nel suo lavoro. Teresa lo sapeva che questo momento sarebbe arrivato e che sarebbe stato difficile, ma non immaginava che a complicare le cose ci sarebbe stato il passato, un passato struggente e pericoloso, un nodo doloroso che le cambiò la vita e che resta ancora da sciogliere… un nodo incarnato da un uomo che ha ucciso e salvato e che torna a far parlare di sé.

Figlia della cenere è un noir diverso dai precedenti della serie, sebbene ugualmente intenso e trascinante: è diverso perché il suo fascino non si concentra tanto sulla natura circostante, sul territorio, sul male che viene da fuori, quanto invece su quello che tocca Teresa da vicino, da dentro. È un romanzo profondamente introspettivo, una specie di resa dei conti che ci permette di conoscere meglio Teresa, il suo passato, ciò che l'ha resa la roccia che è, per poter scendere all'inferno con lei, per tenerla per mano mentre affronta i suoi demoni. Non è l'ultima volta che la incontriamo, per fortuna: il finale è più che aperto e guida verso nuovi spunti, nuovi sviluppi e – c'è da scommetterlo – nuove emozioni.

 

Opera recensita: "Figlia della cenere" di Ilaria Tuti

Editore: Longanesi, 2021

Genere: noir, seriale

Pagine: 368

Prezzo: 18,60 €

Consigliato: sì

Voto personale: 9.

  

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