giovedì 19 agosto 2021

RECENSIONE: DJAILI AMADOU AMAL - LE IMPAZIENTI

    Sinossi:

Camerun, Regione del Nord: tre donne, tre matrimoni, un unico destino. Ramla ha diciassette anni ed è costretta dal padre a lasciare gli studi e a sposare un uomo di cinquanta. Crede che sua cugina Hindou sia più fortunata di lei, perché il suo promesso sposo Moubarak di anni ne ha solo ventidue, e non è brutto, tutt’altro. Ma sbaglia, perché Hindou sa bene di che pasta è fatto suo cugino e qualsiasi sorte sarebbe per lei meglio che essere data in sposa a lui. Safira, trentacinque anni, per ventidue è stata la prima e unica moglie di Alhadji Issa, l’uomo più importante della città. Fino al giorno in cui Ramla non entra in casa sua come «co-sposa», e i suoi occhi cominciano a consumarsi dalla gelosia.

Per nessuna di loro c’è una via di fuga, una strada diversa che non le consegni all’istante alla riprovazione sociale, alla gogna pubblica. L’unico antidoto alla sofferenza, alla violazione, l’unica soluzione che viene loro additata, il basso continuo delle loro esistenze interrotte, è la pazienza, nel nome di Allah. La capacità senza limiti di sottomettersi, nascondere, accettare di buon grado, senza un pianto, un lamento, un grido. In questa prova sta il valore di una donna, su questa scala si misura la sua virtù. Grazie alla pazienza si può sopravvivere. Grazie alla pazienza di tante come loro, tutto un sistema sociale può sopravvivere.

Con questo romanzo polifonico Djaïli Amadou Amal ci riporta a un universo sommerso, tribale, in cui la femminilità non ha diritti e il rapporto fra i sessi è fondato sulla prepotenza. Scortica, disseziona, riduce all’osso i meccanismi di una cultura patriarcale progettata per schiacciare le donne, mostrandoci i danni irreparabili che produce, la sua intrinseca violenza. Una violenza cui le donne stesse si condannano, nel momento in cui rinunciano ai sogni per abbracciare i doveri, insegnando alle proprie figlie a fare lo stesso. Così Amal ci insegna a guardare con sospetto, sempre e ovunque, chi ci chiede di «pazientare » a ogni costo, mettendoci in guardia contro la subdola minaccia che in questo invito si annida.

 

Commento:

Ramla, Hindou, Safira. Tre donne, tre vite, tre storie intrecciate ed accomunate da un destino già segnato e indipendente dalla loro volontà: il matrimonio con un uomo che non hanno scelto, l'essere sottomesse, schiave di quell'uomo, doverlo rispettare, assecondare, venerare. E chi non ci sta? Chi si ribella? Viene punita, insultata, ricondotta alla ragione dalla sua stessa famiglia, da quel padre che ha deciso per lei, da quelle donne che l'hanno cullata da piccola e preparata per l'uomo a cui sarebbe andata in moglie.

Ramla, diciassette anni, sposa un cinquantenne che ha già una moglie, Safira, che crede di vedere in lei una nemica e fa di tutto per scacciarla, per riavere il suo matrimonio che credeva felice. Hindou sposa un cugino di ventidue anni, un violento che la umilia, la tradisce, la picchia e quando lei va a chiedere aiuto trova ad attenderla una porta in faccia.

Incomprensioni, dissidi, risentimento, grida d'aiuto inascoltate… e su tutto una parola, ripetuta fino allo sfinimento, salmodiata come un mantra… Munyal. Munyal significa pazienza, padronanza di sé, sottomissione. È questo che viene richiesto, o per meglio dire imposto, alle donne. E poco importa se soffrono, piangono, vengono maltrattate, picchiate, ferite, umiliate: sono in tutto e per tutto schiave del loro padrone, che sia il loro padre o il marito, l'uomo che il padre ha scelto per loro. Tutto ciò che di malvagio accade loro – le percosse, i tradimenti, le mancanze di rispetto – è colpa loro. E non c'è confidenza che tenga, perché molto spesso le nemiche delle donne sono proprio le altre donne. È proprio questo continuo fare appello alla pazienza che finisce per logorare ed annientare. E per chi si ribella, beh, la vita può diventare ancora peggiore.

 Quella raccontata in queste pagine è una storia di fantasia, basata però su fatti reali. L'autrice, DJAÏLI Amadou Amal, è stata a sua volta data in sposa ad un cinquantenne quando lei di anni ne aveva diciassette. È riuscita a liberarsi del primo ed anche del secondo marito fuggendo lontano, nella capitale ricostruendo la sua vita ed aiutando le altre donne. Sa di cosa parla, dunque. È per questo che Le impazienti è così toccante: è un romanzo vero in cui le donne, le vite, le storie escono dalle pagine ed arrivano dritte al cuore.

 

Opera recensita: "Le impazienti" di Djaili Amadou Amal

Editore: Solferino, 2021

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Camerun

Pagine: 224

Prezzo: 17,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 9.

      

Nessun commento:

Posta un commento