Sinossi:
Camerun, Regione del Nord: tre
donne, tre matrimoni, un unico destino. Ramla ha diciassette anni ed è
costretta dal padre a lasciare gli studi e a sposare un uomo di cinquanta.
Crede che sua cugina Hindou sia più fortunata di lei, perché il suo promesso sposo
Moubarak di anni ne ha solo ventidue, e non è brutto, tutt’altro. Ma sbaglia,
perché Hindou sa bene di che pasta è fatto suo cugino e qualsiasi sorte sarebbe
per lei meglio che essere data in sposa a lui. Safira, trentacinque anni, per
ventidue è stata la prima e unica moglie di Alhadji Issa, l’uomo più importante
della città. Fino al giorno in cui Ramla non entra in casa sua come «co-sposa»,
e i suoi occhi cominciano a consumarsi dalla gelosia.
Per nessuna di loro c’è una via di
fuga, una strada diversa che non le consegni all’istante alla riprovazione
sociale, alla gogna pubblica. L’unico antidoto alla sofferenza, alla
violazione, l’unica soluzione che viene loro additata, il basso continuo delle
loro esistenze interrotte, è la pazienza, nel nome di Allah. La capacità senza
limiti di sottomettersi, nascondere, accettare di buon grado, senza un pianto,
un lamento, un grido. In questa prova sta il valore di una donna, su questa
scala si misura la sua virtù. Grazie alla pazienza si può sopravvivere. Grazie
alla pazienza di tante come loro, tutto un sistema sociale può sopravvivere.
Con questo romanzo polifonico
Djaïli Amadou Amal ci riporta a un universo sommerso, tribale, in cui la
femminilità non ha diritti e il rapporto fra i sessi è fondato sulla prepotenza.
Scortica, disseziona, riduce all’osso i meccanismi di una cultura patriarcale
progettata per schiacciare le donne, mostrandoci i danni irreparabili che
produce, la sua intrinseca violenza. Una violenza cui le donne stesse si
condannano, nel momento in cui rinunciano ai sogni per abbracciare i doveri,
insegnando alle proprie figlie a fare lo stesso. Così Amal ci insegna a
guardare con sospetto, sempre e ovunque, chi ci chiede di «pazientare » a ogni
costo, mettendoci in guardia contro la subdola minaccia che in questo invito si
annida.
Commento:
Ramla, Hindou, Safira. Tre donne, tre vite, tre storie
intrecciate ed accomunate da un destino già segnato e indipendente dalla loro
volontà: il matrimonio con un uomo che non hanno scelto, l'essere sottomesse,
schiave di quell'uomo, doverlo rispettare, assecondare, venerare. E chi non ci
sta? Chi si ribella? Viene punita, insultata, ricondotta alla ragione dalla sua
stessa famiglia, da quel padre che ha deciso per lei, da quelle donne che
l'hanno cullata da piccola e preparata per l'uomo a cui sarebbe andata in
moglie.
Ramla, diciassette anni, sposa un cinquantenne che ha già
una moglie, Safira, che crede di vedere in lei una nemica e fa di tutto per
scacciarla, per riavere il suo matrimonio che credeva felice. Hindou sposa un
cugino di ventidue anni, un violento che la umilia, la tradisce, la picchia e
quando lei va a chiedere aiuto trova ad attenderla una porta in faccia.
Incomprensioni, dissidi, risentimento, grida d'aiuto
inascoltate… e su tutto una parola, ripetuta fino allo sfinimento, salmodiata
come un mantra… Munyal. Munyal significa pazienza, padronanza di sé,
sottomissione. È questo che viene richiesto, o per meglio dire imposto, alle
donne. E poco importa se soffrono, piangono, vengono maltrattate, picchiate,
ferite, umiliate: sono in tutto e per tutto schiave del loro padrone, che sia
il loro padre o il marito, l'uomo che il padre ha scelto per loro. Tutto ciò
che di malvagio accade loro – le percosse, i tradimenti, le mancanze di
rispetto – è colpa loro. E non c'è confidenza che tenga, perché molto spesso le
nemiche delle donne sono proprio le altre donne. È proprio questo continuo fare
appello alla pazienza che finisce per logorare ed annientare. E per chi si
ribella, beh, la vita può diventare ancora peggiore.
Quella raccontata in
queste pagine è una storia di fantasia, basata però su fatti reali. L'autrice, DJAÏLI
Amadou Amal, è stata a sua volta data in sposa ad un cinquantenne quando lei di
anni ne aveva diciassette. È riuscita a liberarsi del primo ed anche del
secondo marito fuggendo lontano, nella capitale ricostruendo la sua vita ed
aiutando le altre donne. Sa di cosa parla, dunque. È per questo che Le
impazienti è così toccante: è un romanzo vero in cui le donne, le vite, le
storie escono dalle pagine ed arrivano dritte al cuore.
Opera recensita: "Le impazienti" di Djaili Amadou Amal
Editore: Solferino, 2021
Genere: narrativa straniera
Ambientazione: Camerun
Pagine: 224
Prezzo: 17,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9.
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