venerdì 13 maggio 2022

RECENSIONE: GABRIELA GARCIA - SALE DI MARE E LACRIME

Sinossi:

Cuba, 1866. María Isabel è la sola lavorante donna in una fabbrica di sigari. Ogni giorno, mentre le sue mani arrotolano incessantemente il tabacco, ascolta le parole di un uomo, Antonio, che legge per loro. Sono parole che la trasportano in mondi sconosciuti, come quello dei Miserabili di Victor Hugo, e che le aprono la mente e il cuore. Ma gli echi della guerra si fanno sempre più vicini... Cuba, 1959. Dolores guarda il marito allontanarsi verso le montagne. Ha risposto alla chiamata alle armi di Fidel Castro e nella sua anima lei spera che non torni più. Ma se dovesse farlo, Dolores sa che per sopravvivere dovrà compie - re una scelta che sconvolgerà il mondo di Carmen, sua figlia. Miami, 2016. Carmen, immigrata cubana, negli Stati Uniti credeva di ricominciare dimenticando un passato pieno di contraddizioni per offrire alla figlia Jeanette un futuro migliore. E invece il sogno americano si rivela per lei un’illusione, perché ogni giorno ripensa a Cuba e al rapporto di amore-odio con la propria madre, che non vede da anni. La stessa donna che Jeanette, ribelle e in continua lotta contro la tossicodipendenza, vorrebbe incontrare per saperne di più della storia di famiglia e capire meglio se stessa. Ognuna di queste donne lotta fino allo stremo per la sopravvivenza, fedele alle parole annotate su quel libro di Hugo che si tramandano da generazioni: "Siamo forza. Siamo più di quanto pensiamo". Dalle fabbriche di sigari cubani ai centri di detenzione per migranti, passando per la periferia di Miami, Sale di mare e lacrime è un esordio di grande forza narrativa, onesto e bruciante. Con una prosa a un tempo poetica e schietta, Gabriela Garcia ci porta nel cuore oscuro dell’America moderna raccontandoci una storia di diaspora. E di madri e figlie che combattono per innalzare la loro voce dal silenzio in cui sono relegate.

 

Commento:

L'esordio letterario di Gabriela Garcia, autrice figlia di immigrati cubani, ha il sapore dell'urgenza. Urgenza di dire, di raccontare, di tirar fuori il fuoco che cova sotto le braci. Le perdoneremo, perciò, lo stile confusionario ed apparentemente superficiale con cui sembra trattare ogni storia: lo faremo perché, a lettura ultimata, ci parrà chiaro l'intento che sta dietro a questa forma di racconto, ossia quello di mostrare e mostrarci quanto ogni storia, ogni dolore, ogni vita sia unica nel suo genere eppure uguale alle altre nel valore. "Sale di mare e lacrime" è un racconto a più voci che si snoda nel tempo e nello spazio fra Cuba, gli Stati Uniti e il Messico, fra il 1866 e il 2016 e trae la sua forza proprio dalla ricerca del passato e dallo sguardo verso il futuro. Così storie di donne tanto diverse si mischiano e si fondono dando vita ad uno strano, ma potente quadro di dolore e riscatto. L'operaia nella fabbrica di sigari nel 1800 sta accanto nel dolore alla madre immigrata che taglia i ponti col passato; la bambina sola e lontana dalla madre trova rifugio nella compagnia di una giovane donna che lotta contro i suoi demoni… storie che si sfiorano e si potenziano a vicenda. Una lettura non facilissima – più per lo stile che per il contenuto – ma sicuramente interessante per gli spunti che ci fornisce.

 

Opera recensita: "Sale di mare e lacrime" di Gabriela Garcia

Editore: Harper Collins, 2022

Traduttore: Valeria Bastia

Genere: narrativa straniera

Ambientazione: Cuba, Messico, Stati Uniti

Pagine: 304

Prezzo: 19,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 7,5.

  

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