mercoledì 14 dicembre 2022

RECENSIONE: MICHAIL JUR'EVIC LERMONTOV - UN EROE DEI NOSTRI TEMPI

Sinossi:

“C’è un piacere sconfinato nel possesso di un’anima giovane, appena schiusasi alla vita. È come un fiorellino il cui aroma migliore si volatilizza all’incontro col primo raggio di sole; bisogna reciderlo in quel momento, e, dopo averlo odorato a sazietà, buttarlo; qualcuno forse lo raccoglierà.”
Pečorin è uno scienziato nella scienza della vita; è abilissimo a farsi amare, ma il suo cuore resta vuoto. Non prova un briciolo d’amore, per la principessa che ha sedotto per capriccio, anzi peggio, per umiliare un amico; e anche la splendida selvaggia che gli ha fatto assaporare qualche brivido lo lascia presto insoddisfatto. Persino Vera, l’unica che forse ha amato veramente, non è altro che un’ombra, per lui, il conforto di una scintilla. La sua sete è insaziabile, vuole tutto e non gli basta mai; le sofferenze e le felicità degli altri contano solo in rapporto a lui. Prima lo vediamo da lontano, nel racconto di un viaggiatore incontrato per caso; si avvicina quando appare al narratore durante una tappa del viaggio. Pečorin ha un aspetto insieme fragile e forte, quella bellezza strana che piace alle donne. La sua biancheria è di una pulizia accecante, ma i suoi occhi non ridono quando ride lui. Arriviamo poi a sentire la sua voce, la sua inquietudine, nelle pagine dei suoi diari. Eppure resta sempre inafferrabile: una domanda senza risposta, una malattia senza cura, una provocazione bruciante. La letteratura è piena di personaggi malvagi; perché allora proprio l’immoralità di Pečorin dà tanto fastidio? ci chiede Lermontov. Forse perché è un ritratto fedele dell’uomo contemporaneo? Perché c’è in lui più verità di quanto vorremmo? Quasi due secoli dopo, i ‘vizi’ di Pečorin sono più attuali che mai. L’immagine di El’ Lisickij, suggerita da Paolo Nori per la copertina, pone la domanda frontale: E tu?

 

Commento:

Quella qui sopra, più che una sinossi è una vera e propria analisi del romanzo – peraltro molto bella – perciò per parlarvi di quest'opera mi limiterò alle mie pure e semplici impressioni.

"Un eroe dei nostri tempi", o "del nostro tempo", è un'opera particolare perché ci narra le vicissitudini di un uomo, Grigorij Aleksandrovic Pecorin, da più punti di vista incluso il suo, ma più d'ogni altra cosa, ci racconta la sua psiche. Interessantissima per capire quest'opera è la prefazione in cui lo stesso Lermontov scrive che "Un Eroe dei Nostri Tempi, signori miei cari, è proprio un ritratto, ma non di una persona: è un ritratto dei vizi di tutta la nostra generazione nel pieno del loro sviluppo. Mi direte ancora che un uomo non può essere così malvagio, e io vi dirò: se avete creduto alla possibilità dell’esistenza di tutti gli scellerati tragici e romantici, perché non credete alla realtà di Pecorin? Se avete ammirato invenzioni molto più orribili e mostruose, perché questo carattere, nemmeno come invenzione, incontra la vostra misericordia? Non sarà forse perché c’è in lui più verità di quanto vi sareste augurati?". Ed infatti, per quanto beceri, meschini e gretti, i comportamenti di quest'uomo ci appaiono plausibili. All'inizio finanche ci sconvolgono perché, pur avendone visto tanto, fatichiamo a spiegarci, ad arrenderci a tanto sadismo gratuito, ma man mano che procediamo nella lettura, ci viene quasi più facile addentrarci nella mentalità distorta di Pecorin. E sebbene non sia consolante, ci risolviamo anche noi a dar per buona la spiegazione che ci fornisce lo stesso Lermontov: "Agli uomini han dato fin troppi dolciumi; il loro stomaco si è guastato: servono medicine amare, verità irritanti. Non pensiate, tuttavia, dopo quel che precede, che l’autore di questo libro abbia mai cullato il fiero sogno di farsi correttore dei vizi dell’umanità. Dio lo salvi da questa ingenuità! Si è semplicemente divertito a dipingere l’uomo contemporaneo così come lo comprende e, per sua e per vostra sfortuna, troppo spesso l’ha incontrato. Sarà allora così, che la malattia è stata individuata, ma come curarla lo sa soltanto Dio". Ed infatti l'autore non assolve né giudica Pecorin (semmai è solo lui stesso a giudicarsi e assolversi), né ammonisce noi dal diventare come lui… ci pone solo dinanzi a fatti, avvenimenti, interpretazioni diverse degli stessi. Starà a noi poi trarre le nostre conclusioni. Quanto a me, un'ultima osservazione: questo è il classico libro in cui per formulare un giudizio, è necessario operare una distinzione. Di certo non mi piace Pecorin, ma il libro in sé, invece, l'ho apprezzato molto.

 

Opera recensita: "Un eroe dei nostri tempi" di Michail Jur'evic Lermontov

Editore: Marcos Y Marcos, 2017 (ed. originale 1840)

Traduzione: Paolo Nori

Genere: letteratura russa

Ambientazione: Russia, Caucaso

Pagine: 253

Prezzo: 14,00 €

    Consigliato: sì

Voto personale: 8.

  

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