sabato 14 gennaio 2023

RECENSIONE: DOMENICO DARA - MALINVERNO

Sinossi:

Ci sono paesi in cui i libri sono nell'aria, le parole dei romanzi e delle poesie appartengono a tutti e i nomi dei nuovi nati suggeriscono sogni e promesse. Timpamara è un paese così, almeno da quando, tanti anni fa, vi si è installata la più antica cartiera calabrese, a cui si è aggiunto poco dopo il maceratoio. E di Timpamara Astolfo Malinverno è il bibliotecario: oltre ai normali impegni del suo ruolo, di tanto in tanto passa dal macero, al ritmo della sua zoppia, per recuperare i libri che possono tornare in circolazione. Finché un giorno il messo comunale gli annuncia che gli è stato affidato un nuovo, ulteriore impiego: alla mattina sarà guardiano del cimitero e al pomeriggio starà alla biblioteca. Ad Astolfo, che oltre a essere un appassionato lettore possiede una vivida immaginazione, bastano pochi giorni al cimitero per essere catturato dalla foto di una donna posta su una lapide. Non c'è altro; nessun nome e cognome, nessuna data di nascita e morte. Col tempo Astolfo è colto da un quasi innamoramento e si trova a inseguire il filo del mistero racchiuso in quel volto muto. Attorno a lui si muovono i lettori della biblioteca, gli abitanti di Timpamara e i visitatori del cimitero, estinti e in carne e ossa, con le loro storie comiche, tenere, struggenti – dal "resuscitato" alla ragazza rimasta vedova alla vigilia delle nozze, che tinge l'abito nuziale di nero e chiede ad Astolfo di unire lei e il trapassato in matrimonio.

 

Commento:

C'è poco da dire… in certi libri c'è qualcosa di magico. Sarà per il modo speciale in cui sono scritti, per la sensibilità particolare con cui sfiorano certi temi, per la potenza che talvolta sprigionano certe alchimie di parole particolarmente azzeccate… è soggettivo e difficile da razionalizzare, figuriamoci da spiegare, ma è così, certi libri diffondono magia, la magia delle storie, delle parole, delle persone. Di storie, parole e persone parla, infatti, Malinverno, il meraviglioso romanzo di Domenico Dara, ambientato a Timpamara, un paesino della Calabria in cui tutto, per caso o per destino, ruota attorno ai libri. Anche la vita del protagonista, Astolfo Malinverno, ruota attorno ai libri, a cominciare dal suo nome per finire al suo impiego principale: primo e unico bibliotecario di Timpamara. La sua routine solitaria fatta di pagine, storie, prestiti e consigli di lettura viene sconvolta un bel giorno che pareva uguale agli altri, quando gli viene comunicato che, oltre a quello di bibliotecario, dovrà svolgere temporaneamente anche il lavoro di "camposantaro", guardiano e padrone di casa del cimitero. Da custode di libri, dunque, Malinverno diventerà anche custode di anime e le persone che incontrerà, le storie con cui verrà in contatto, gli cambieranno l'esistenza in modo irreversibile. Pagina dopo pagina assistiamo con lui a questi cambiamenti, partecipi della malinconia che come una bruma in un mattino che si preannuncia assolato pervade tutto il romanzo. Malinverno è un uomo solo che solo non si sente, uno che non rinuncia a cercare la giusta collocazione delle cose, che è venuto a patti con la sua vita e, pur non avendolo mai davvero sperato, potrebbe vivere una storia indimenticabile. Tuttavia, per quanto ci si provi, il destino d'un uomo non si può cambiare come il finale di un libro… però si può sempre sperare… O no? Per quanto mi riguarda, non posso non consigliare questo romanzo: ci ho trovato echi del realismo magico tipico della letteratura latinoamericana, personaggi credibili se ed in quanto calati nel contesto "paese" di riferimento, una scrittura ricercata, talvolta piacevolmente desueta, capace di collocare la storia al di là del tempo e dello spazio. Per me "Malinverno" è esattamente come dovrebbe essere un romanzo che parla di libri e di anime, biblioteche e cimiteri, amore, morte e vita. In tanti lo hanno accostato a "Cambiare l'acqua ai fiori", altro romanzo che apprezzai moltissimo: comprendo il paragone, ma lo metabolizzo solo ex post. Mentre leggevo, Malinverno non mi ha mai fatto pensare al romanzo della Perrin, sintomo che – come credo – le due storie sono profondamente diverse. Mi sono piaciute entrambe, ma non mi spingerei a dire che chi non ha apprezzato quel romanzo non apprezzerà neanche questo… ribadisco, sono storie molto molto diverse.

 

Opera recensita: "Malinverno" di Domenico Dara

Editore: Feltrinelli, 2020

Genere: narrativa italiana

Ambientazione: Timpamara, piccolo paese della Calabria

Pagine: 336

Prezzo: 18,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 9.

  

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