Sinossi:
Ci sono paesi in cui i libri sono nell'aria, le parole dei
romanzi e delle poesie appartengono a tutti e i nomi dei nuovi nati
suggeriscono sogni e promesse. Timpamara è un paese così, almeno da quando,
tanti anni fa, vi si è installata la più antica cartiera calabrese, a cui si è
aggiunto poco dopo il maceratoio. E di Timpamara Astolfo Malinverno è il
bibliotecario: oltre ai normali impegni del suo ruolo, di tanto in tanto passa
dal macero, al ritmo della sua zoppia, per recuperare i libri che possono tornare
in circolazione. Finché un giorno il messo comunale gli annuncia che gli è
stato affidato un nuovo, ulteriore impiego: alla mattina sarà guardiano del
cimitero e al pomeriggio starà alla biblioteca. Ad Astolfo, che oltre a essere
un appassionato lettore possiede una vivida immaginazione, bastano pochi giorni
al cimitero per essere catturato dalla foto di una donna posta su una lapide.
Non c'è altro; nessun nome e cognome, nessuna data di nascita e morte. Col
tempo Astolfo è colto da un quasi innamoramento e si trova a inseguire il filo
del mistero racchiuso in quel volto muto. Attorno a lui si muovono i lettori
della biblioteca, gli abitanti di Timpamara e i visitatori del cimitero,
estinti e in carne e ossa, con le loro storie comiche, tenere, struggenti – dal
"resuscitato" alla ragazza rimasta vedova alla vigilia delle nozze,
che tinge l'abito nuziale di nero e chiede ad Astolfo di unire lei e il
trapassato in matrimonio.
Commento:
C'è poco da dire… in certi libri c'è qualcosa di magico. Sarà
per il modo speciale in cui sono scritti, per la sensibilità particolare con
cui sfiorano certi temi, per la potenza che talvolta sprigionano certe alchimie
di parole particolarmente azzeccate… è soggettivo e difficile da
razionalizzare, figuriamoci da spiegare, ma è così, certi libri diffondono
magia, la magia delle storie, delle parole, delle persone. Di storie, parole e
persone parla, infatti, Malinverno, il meraviglioso romanzo di Domenico Dara,
ambientato a Timpamara, un paesino della Calabria in cui tutto, per caso o per
destino, ruota attorno ai libri. Anche la vita del protagonista, Astolfo
Malinverno, ruota attorno ai libri, a cominciare dal suo nome per finire al suo
impiego principale: primo e unico bibliotecario di Timpamara. La sua routine
solitaria fatta di pagine, storie, prestiti e consigli di lettura viene
sconvolta un bel giorno che pareva uguale agli altri, quando gli viene
comunicato che, oltre a quello di bibliotecario, dovrà svolgere temporaneamente
anche il lavoro di "camposantaro", guardiano e padrone di casa del
cimitero. Da custode di libri, dunque, Malinverno diventerà anche custode di
anime e le persone che incontrerà, le storie con cui verrà in contatto, gli
cambieranno l'esistenza in modo irreversibile. Pagina dopo pagina assistiamo
con lui a questi cambiamenti, partecipi della malinconia che come una bruma in
un mattino che si preannuncia assolato pervade tutto il romanzo. Malinverno è
un uomo solo che solo non si sente, uno che non rinuncia a cercare la giusta
collocazione delle cose, che è venuto a patti con la sua vita e, pur non
avendolo mai davvero sperato, potrebbe vivere una storia indimenticabile.
Tuttavia, per quanto ci si provi, il destino d'un uomo non si può cambiare come
il finale di un libro… però si può sempre sperare… O no? Per quanto mi riguarda,
non posso non consigliare questo romanzo: ci ho trovato echi del realismo
magico tipico della letteratura latinoamericana, personaggi credibili se ed in
quanto calati nel contesto "paese" di riferimento, una scrittura
ricercata, talvolta piacevolmente desueta, capace di collocare la storia al di
là del tempo e dello spazio. Per me "Malinverno" è esattamente come dovrebbe
essere un romanzo che parla di libri e di anime, biblioteche e cimiteri, amore,
morte e vita. In tanti lo hanno accostato a "Cambiare l'acqua ai
fiori", altro romanzo che apprezzai moltissimo: comprendo il paragone, ma lo
metabolizzo solo ex post. Mentre leggevo, Malinverno non mi ha mai fatto
pensare al romanzo della Perrin, sintomo che – come credo – le due storie sono profondamente
diverse. Mi sono piaciute entrambe, ma non mi spingerei a dire che chi non ha
apprezzato quel romanzo non apprezzerà neanche questo… ribadisco, sono storie
molto molto diverse.
Opera recensita: "Malinverno" di Domenico Dara
Editore: Feltrinelli, 2020
Genere: narrativa italiana
Ambientazione: Timpamara, piccolo paese della Calabria
Pagine: 336
Prezzo: 18,00 €
Consigliato: sì
Voto personale: 9.
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